Di uso comune ai giorni nostri e ben attestato su tutto il territorio nazionale, il nome Paolo deriva dal latino Paulus, noto fin dall’epoca dell’antica Roma, trattandosi del cognomen romano della gens Aemilia tratto dall’omonimo aggettivo, paulus, che significa, in senso stretto, “di piccola quantità”, “piccolo”.

Considerando il contesto dei cognomina romani, è possibile che, in origine, Paulus venisse imposto o al figlio più giovane -ovvero “il più piccolo” – oppure al più piccolo o più giovane fra due membri omonimi dello stesso nucleo familiare; ad esempio, nel caso della tradizionale omonimia fra nonno e nipote o, talvolta, anche fra padre e figlio o ancora tra fratelli, e via dicendo. La stessa logica, per maggior chiarezza, fa da sfondo a tutta una serie di cognomina latini, quali ad esempio Primo, Secondo, Terzo, Maggiore, Massimo, Magno, e così via.

Nei secoli l’accezione del termine è andata anche ad assumere il significato di “umile”, che ha fatto da sfondo a Paolo soprattutto fra i primi cristiani, accentuata poi notevolmente dalla figura di san Paolo, il cui nome originale era Saul. È stato poi il culto di molti altri santi della cristianità a permettere al nome di diffondersi e di resistere anche al dominio longobardo, durante il quale gran parte dei nomi latini andò fuori uso. Per quanto riguarda l’Inghilterra, era piuttosto raro durante il Medioevo, e ha cominciato ad avere una diffusione degna di nota solo a partire dal XVII secolo. Da Paolo deriva anche il cognome Paul.

Nel 2020 sono stati chiamati così 673, registrando un lieve calo. L’onomastico si celebra, sia per la Chiesa cattolica che per quella ortodossa, il 29 giugno, in memoria di san Paolo, apostolo e martire, commemorato insieme a san Pietro.

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