Natasha – e la sua variante italiana Natascia – è un adattamento fonetico del nome russo Наташа (Nataša), che a sua volta è un ipocoristico di Наталья (Natal’ja, l’italiano Natalia).

Il nome Natalia continua il nome latino Natalia, derivante dall’espressione natale domini (“Nascita del Signore”) o dies natalis (“giorno della nascita”), che fa ovviamente riferimento alla festività cristiana del Natale. Probabilmente in origine era attribuito proprio alle neonate che nascevano il 25 dicembre, un po’ come accadeva con la controparte maschile, Natale.

La popolarità del nome Natasha, nell’800, si deve, nel nostro Paese, soprattutto al successo del capolavoro di Lev Tolstoj Guerra e pace, la cui protagonista si chiama proprio Nataša Rostova, ma successivamente hanno contribuito anche altre opere teatrali, letterarie e cinematografiche di provenienza slava, e, in una piccola percentuale dei casi, anche un’affinità ideologica con la rivoluzione sovietica. Nel mondo anglosassone, invece, si è diffuso solo molto più tardi, praticamente nel XX secolo.

Fra le Natasha famose ricordiamo la cantante britannica Natasha Bedingfield, la modella e conduttrice Natasha Stefanenko, la scomparsa attrice britannica Natasha Richardson. Alcune varianti del nome, che può essere scritto in vari modi, sono Nataša, tipico delle zone slave, il francese Natacha, il polacco Natasza, il russo Nataša, il tedesco Natascha.

In virtù di quanto detto prima, di per sé Natasha è un nome adespota, ma volendo si può festeggiare l’onomastico negli stessi giorni di Natalia, ovvero il 27 luglio e il 25 dicembre.

In Italia nel 2020 sono state 16 le neonate così chiamate; un calo notevole, se si pensa che nel 1999 sono state 103. Ancor meno le Natascia, che nel nostro Paese lo scorso anno sono state meno di cinque.

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