Nome tra i più comuni in Italia, Marco continua il praenomen romano Marcus, a sua volta una forma sincopata di Marticus o Marticos che, analogamente a Martino e Marziale, si tratta di un nome teoforico riferito al dio romano della guerra Marte, motivo per cui può essere interpretato come “di Marte”, “consacrato a Marte”, “devoto a Marte”.

Va anche notato che marcus (forse etimologicamente legato a malleus) voleva dire anche “grande martello” in latino, e che nell’onomastica germanica esisteva un nome simile, Mark, basato sulla radice marah (“confine”, presente anche in Marcolfo).

Da Marcus sono derivati i nomi Marcello (un diminutivo tipicamente latino) e Marzio (un patronimico), mentre non va confuso col nome Malco, di origine del tutto differente.

Ai tempi dell’Impero romano, il praenomen Marcus era così diffuso da acquisire una forma greca, Μάρκος (Markos), che è quella portata dall’evangelista Marco, figura grazie a cui il nome si diffuse moltissimo nel Medioevo, specialmente a Venezia (di cui san Marco è patrono e dove, secondo la tradizione, sarebbero le sue spoglie).

In inglese è maggiormente diffuso nella forma Mark, che è derivata direttamente da quella greca; negli Stati Uniti, è stata tra i dieci nomi più usati fra il 1955 e il 1970.

In Italia il nome, come detto, è molto popolare, anche se meno diffuso al Sud. Esiste anche la forma femminile Marca, comunque decisamente più rara. Marco è comunque in calo nelle preferenze dei genitori: fino al 2000 ci sono stati più di 7000 neonati chiamati così, poi il nome è leggermente sceso, arrivando ai 1644 neonati del 2020.

L’onomastico si celebra per cattolici e ortodossi il 25 aprile, proprio in onore dell’evangelista san Marco.

 

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