Nome in passato attribuito a nobili, principi e persino imperatori, oggi Leopoldo sembra essere caduto un po’ in disuso, ma rimane comunque un nome della tradizione classica molto importante.
Deriva dal nome germanico Leudbald (presente anche in molte altre varianti), composto da leudi (o leud, “popolo”, “gente”) e bald (“coraggioso”), e pertanto assume il significato di “coraggioso fra il popolo”. Più avanti la sua forma venne alterata sotto l’influsso del latino leo (“leone”), motivo per cui talvolta il significato viene riportato come “leone ardito” oppure “intrepido come un leone”.

Come detto, molti aristocratici nel passato lo hanno portato, fra loro ricordiamo: Leopoldo I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, imperatore del Sacro Romano Impero, Leopoldo I del Belgio, primo re del Belgio, Leopoldo II del Belgio, re del Belgio, Leopoldo III del Belgio, re del Belgio, Leopoldo II di Toscana, granduca di Toscana. In effetti, il nome era piuttosto comune fra le casate nobili tedesche, mentre il suo uso in inglese iniziò sostanzialmente dal XIX secolo in poi, proprio in onore di Leopoldo I di Belgio, zio della regina Vittoria, che poi passò il nome al figlio.

L’onomastico viene festeggiato il 15 novembre in ricordo di san Leopoldo il Pio, Margravio d’Austria. Le sue varianti principali sono Leopold, Leubald, o Léopold.

In Italia il nome ha perso parte del suo appeal, e nel 2019 sono stati solo 15 i neonati così chiamati.

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