Mediamente ogni anno neonati e bambini contraggono il raffreddore dalle 6 alle 10 volte (con un’incidenza nettamente superiore agli adulti che generalmente lo sperimentano dalle 2 alle 4 volte) creando una serie di fastidi non indifferenti. Nonostante si tratti di una malattia infettiva poco grave e che si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni può causare, specialmente nei più piccoli, una serie di fastidi.

Tra quelli più significativi vi è l’ostruzione delle vie prime vie aeree, ovvero le narici, la cavità nasale, la faringe e la laringe che sono i canali attraverso i quali l’aria raggiunge la trachea, i bronchi e i polmoni. Se gli adulti e i bambini grandi possono soffiarsi il naso per alleviare l’ostruzione e ottenere sollievo, i neonati e i più piccoli non sono in grado di farlo. Per questo motivo esistono i cosiddetti lavaggi nasali, un metodo antico di automedicazione dell’alto tratto respiratorio e che, se ben eseguito, può rivelarsi particolarmente utile.

Oltre a essere utili per il trattamento del raffreddore, i lavaggi nasali per il neonato e il bambino si rivelano adatti anche per la gestione della rinite non allergica, della rinosinusite cronica, delle allergie e per la cura e la prevenzione delle infezioni del tratto respiratorio superiore.

I benefici dei lavaggi nasali per neonati e bambini

Quando si parla di lavaggi nasali (noti anche come irrigazione nasale) si fa riferimento alla pratica di introdurre nelle narici del neonato o del bambino una soluzione fisiologica (acqua e sale) in modo che questa, scorrendo attraverso la cavità nasale, fuoriesca dall’altra narice rimuovendo l’ostruzione causata dal muco e dalle altre sostanze presenti.

In commercio esistono diversi dispositivi che consentono questa operazione: dalle siringhe ai flaconcini monouso, passando per dei piccoli apparecchi elettrici o meccanici che consentono di introdurre la soluzione salina nelle narici. Generalmente si procede prima su una narice e poi nell’altra, ripetendo le operazioni fino a quando dalle narici stesse non escono il muco e la salina liberando le vie aeree.

I lavaggi nasali non sono una vera e propria cura; specialmente per quel che riguarda le infezioni respiratorie che nei bambini hanno una causa prettamente virale per la quale non vi è una terapia risolutiva), questa forma di automedicazione ha lo scopo di alleviare i sintomi respiratori tipici di questi disturbi. Questo soprattutto perché le prime vie aeree dell’apparato respiratorio sono quelle che svolgono una primaria azione di difesa dell’organismo attraverso delle piccole ciglia presenti al loro interno e che consentono di rimuovere le secrezioni che vengono prodotte naturalmente dal nostro corpo.

I lavaggi nasali sono uno dei metodi più diffusi e vantaggiosi per eliminare pollini, polvere e altri detriti così come il muco in eccesso presenti nei passaggi nasali e quindi consentire di dare sollievo alla respirazione dei bambini e ripristinare, anche se temporaneamente, il funzionamento delle ciglia presenti nelle prime vie aeree. Sono ampiamente consigliati anche dai pediatri perché sono utili per ridurre l’impatto delle infezioni e limitare il ricorso ai farmaci soprattutto nei bambini.

Nonostante la loro antichità, utilità e diffusione i lavaggi nasali non sono ancora contemplati nelle linee guida mediche, questo anche perché non è chiaro il meccanismo che consente i benefici a essi associati. Sembrerebbe che l’effetto vantaggioso dei lavaggi nasali sia più di natura meccanica, ossia legato alla pressione del liquido introdotto nelle narici) che alla salinità della soluzione impiegata.

Quando iniziare con i lavaggi nasali

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Fonte: iStock

L’utilizzo dei lavaggi nasali sia nel neonato che nel bambino è consigliato prima delle poppate e prima di andare a dormire. Nei neonati è utilissimo eseguire il lavaggio nasale prima dell’allattamento in quanto durante le poppate il bambino respira esclusivamente con il naso. L’esecuzione del lavaggio nasale prima di andare a dormire aiuta a migliorare la qualità del sonno, consentendo al bambino di respirare meglio.

Lavaggi nasali: come fare con un neonato?

Il metodo più pratico, semplice ed economico è quello di utilizzare una siringa senza ago (da 2,5ml o 5ml) da riempire con la soluzione salina. A questo punto il neonato (e i bambini con meno di un anno e mezzo) va messo in posizione supina sul letto o sul fasciatoio girando la testa su un lato.

Quindi inserire l’estremità della siringa nella narice più in alto orientando la siringa verso l’orecchio dello stesso lato della narice sulla quale si sta intervenendo. Questo insieme di attenzioni consente una migliore pulizia delle vie aeree.

L’introduzione della soluzione salina deve essere decisa e continua; una volta terminato il liquido all’interno della siringa procedere con la pulizia del nasco utilizzando un fazzoletto o una salvietta e ripetere l’operazione sull’altra narice aspettando che il bambino si sia tranquillizzato.

Lavaggi nasali: come fare con un bambino?

Per i bambini più grandi si può procedere allo stesso modo dei neonati o, in alternativa, tenendoli in braccio e mettendoli frontalmente al lavandino del bagno. È importante evitare di inclinare la testa del bambino all’indietro ma piegarla solamente di circa 45° in modo che una narice sia rivolta verso il lavandino.

Versare quindi la soluzione salina nella narice più in alto in modo che il liquido fuoriesca all’interno del lavandino. Nei bambini che sono in grado di stare seduti da soli è possibile eseguire i lavaggi nasali anche durante il bagnetto, prestando sempre attenzione che mantenga una corretta posizione della testa.

I lavaggi nasali sono pericolosi per i neonati?

I lavaggi nasali sono sicuri e non hanno alcun tipo di controindicazione. L’unica precauzione è quella di eseguirli in maniera corretta per evitare che possano aumentare il rischio di infezione.

5 consigli per un lavaggio nasale efficace

1. Quante volte eseguire il lavaggio nasale

L’indicazione è quella di eseguire il lavaggio nasale 1 o 2 volte al giorno, quando il bambino è sereno evitando che questa attività sia per lui motivo di stress.

2. La posizione del neonato e del bambino

Per una corretta esecuzione del lavaggio nasale è fondamentale che il neonato e il bambino stiano fermi, con la testa reclinata di lato e non piegata all’indietro. Nei neonati può essere utile avvolgerli in un lenzuolino in modo da limitarne i movimenti, iniettando la soluzione nelle narici con rapidità anche per evitare che i movimenti bruschi e improvvisi del bambino possano creare problemi.

3. Cosa fare se il liquido non esce dall’altra narice?

Può capitare che eseguendo il lavaggio nasale il liquido non fuoriesca dall’altra narice. Il primo consiglio è di ripetere l’operazione spingendo la siringa con più decisione provando a liberare il condotto ostruito. Laddove anche la successiva operazione si rivelasse inefficace è preferibile non insistere sia per non correre il rischio di rompere i capillari o creare altri danni, ma anche per evitare di peggiorare la situazione. in questi casi è preferibile rivolgersi al pediatra per valutare altre soluzioni e verificare il motivo per cui il condotto nasale è così ostruito.

4. Il tipo di soluzione

Per quel che riguarda le soluzioni da utilizzare durante i lavaggi esistono sia quelle isotoniche (con una concentrazione di sale inferiore all’1%) che quelle ipertoniche (con una concentrazione di sale intorno al 3%). Le prime sono quelle dette fisiologiche e le più utilizzate per i neonati, mentre quelle ipertoniche possono essere utili nei bambini che hanno un muco più denso.

È sicuramente fondamentale utilizzare soluzioni sterili di quelle acquistabili online o in farmacia, evitando l’acqua del rubinetto o qualsiasi altro liquido. Possono essere utili anche le soluzioni a base di acqua di mare o provenienti da sorgenti termali, ma il loro impiego va valutato con il pediatra sulla base delle particolari condizioni del bambino.

5. La temperatura della soluzione

Infine è utile anche prestare attenzione alla temperatura della soluzione utilizzata nei lavaggi nasali. L’indicazione è che sia a temperatura ambiente, quindi non troppo calda e non troppo fredda, in modo che non causi intolleranze.

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  • Bambino (1-6 anni)