Isotta è un nome di tradizione letteraria, che affonda le sue radici nel mito di Tristano e Isotta, una leggenda molto popolare in epoca medievale, grazie alla quale il nome acquisì una certa popolarità in Inghilterra; nel 1800 tornò a diffondersi grazie all’opera di Wagner Tristan und Isolde, mentre in Italia il suo uso fu ulteriormente aiutato da una successiva opera di D’Annunzio, Isotta Gottadauro, e dall’Isotta Fraschini, una delle prime autovetture. Risulta attestato principalmente in Emilia e in Toscana.

Etimologicamente, Isotta risale al francese Iseult (o Yseult), la cui origine è molto incerta e dibattuta; spesso vengono ipotizzate origini germaniche, nel qual caso il nome viene considerato composto da is (“ghiaccio”) oppure da isan (“ferro”), combinato con hild (“battaglia”) o con waltan (o wald, vald, “comandare”, “dominare”). Seguendo tali interpretazioni, al nome vengono attribuiti significati quali “dominio di ghiaccio”, “combattente sul ghiaccio”, “combattente col ferro” o “guerriera di ferro”.

Secondo altre fonti, però, sono più probabili origini celtiche, ad esempio come composto dei termini gallesi is (“sotto”) e allt (“pendio”, “versante”), una tesi che è supportata anche dal fatto che la prima donna così chiamata di cui si abbia notizia fu una gallese dell’VIII secolo.

In Italia, a oggi, Isotta non è un nome molto diffuso: nel 2020 sono state chiamate così 30 neonate, cifra che mantiene inalterata la media degli ultimi ventuno anni.

Non essendoci sante o beate che portano questo nome l’onomastico viene celebrato il giorno di Ognissanti, il 1° novembre.

 

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