L’attenzione sull’alimentazione passa non solo dalla quantità di cibo che assumiamo e dalle sue caratteristiche e proprietà nutritive, ma anche dalle loro condizioni specifiche. Non è raro, tanto negli adulti quanto nei bambini (che sono maggiormente a rischio in quanto più sensibili), andare incontro a un’intossicazione alimentare (o tossinfezione alimentare), ovvero l’ingestione di un alimento contaminato.

Facciamo quindi chiarezza sulle intossicazioni alimentari nei bambini andando a individuare cosa sono, quali sono le principali, come riconoscerle e cosa fare, sia in termini di prevenzione che di cura.

Cosa sono le intossicazioni alimentari?

L’EFSA, l’European Food Safety Authority definisce le intossicazioni alimentari come quelle malattie che si manifestano a seguito dell’ingestione di alimenti contaminati da microrganismi o dalle loro tossine.

Al mondo, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, esistono più di 250 tossinfezioni alimentari che si manifestano con diversi sintomi e possono avere differente gravità.

Regolarmente, anche per effetto dell’aumento degli scambi commerciali, dei viaggi, degli allevamenti intensivi e dell’abbondante ricorso alla ristorazione collettiva, cresce il numero dei nuovi agenti patogeni responsabili di intossicazioni alimentari che vengono identificati.

Le cause più comuni di intossicazione alimentare

Sono diverse le cause e i fattori che possono provocare un’intossicazione alimentare. Nei bambini, specialmente quelli sotto i 5 anni, esse sono maggiori e potenzialmente più gravi, come precisa il portale WebMD, per effetto dell’immaturità del sistema immunitario e per la ridotta quantità di acidi gastrici che hanno il compito non solo di scomporre gli alimenti, ma anche di distruggere i germi.

Le cause delle tossinfezioni alimentari possono essere:

  • infezione con microrganismi patogeni che colonizzano le mucose intestinali;
  • ingestione di alimenti contaminati da microrganismi patogeni, tossine, virus, batteri e agenti chimici;
  • presenza negli alimenti di tossine di origine microbica.

Oltre a queste cause di contaminazione del cibo bisogna considerare anche l’esistenza di categorie di alimenti che per l’organismo umano sono per sé stesse tossiche. È il caso di alcuni frutti di mare e diverse specie di funghi che sono, infatti, velenosi. Ma come avviene la contaminazione degli alimenti?

Anche in questo caso possono esserci diversi fattori. Una prima causa di contaminazione è la presenza dei microrganismi nell’intestino di animali che sono sani ma che durante la macellazione entrano in contatto con le loro carni trasmettendo i microrganismi a chi le mangia. Similmente la trasmissione delle infezioni può avvenire durante le fasi di manipolazione e preparazione, sia per contatto con gli strumenti della cucina che con le mani degli operatori, entrambi non disinfettati adeguatamente.

Non solo la carne, ma anche frutta e verdura possono essere oggetto di contaminazione se irrigate o lavate con acqua infettata da feci, sia esse di origine animale o umana. Per quel che riguarda i frutti di mare, come le ostriche e i mitili, la causa di contaminazione è da individuare nei batteri che sono presenti normalmente nelle acque e che vengono filtrati e concentrati da questi molluschi. L’intossicazione alimentare si può verificare quando i frutti di mare vengono mangiati crudi.

Vi è poi una causa di contaminazione da contatto: molti alimenti possono ricevere i microrganismi responsabili dell’intossicazione se entrano a contatto con cibi crudi. Anche il modo con ci vengono conservati i cibi può determinare lo sviluppo e la moltiplicazione di diversi microrganismi.

Di per sé l’intossicazione alimentare si verifica solamente quando una dose infettante minima di microrganismi penetra nell’organismo superando le sue barriere difensive. L’intossicazione alimentare, quindi, si può verificare o quando il microrganismo patogeno è presente nell’alimento che si ingerisce o quando i batteri e le loro tossine sono in esso presenti in una quantità sufficiente per determinare la tossinfezione.

Come riconoscere le intossicazioni alimentari nei bambini

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Fonte: iStock

I sintomi che accompagnano le intossicazioni alimentari nei bambini sono nausea, vomito, diarrea e crampi addominali; solo raramente si va incontro a brividi e febbre. Generalmente si manifestano nel giro di poche ore (al massimo alcuni giorni).

Molto dipende dalla parte del corpo interessata dalla tossinfezione alimentare. La maggior parte dei microrganismi, infatti, colpisce l’apparato digerente e ii sintomi tendono a comparire più rapidamente, ma nel caso dei microrganismi che si diffondono nel sistema sanguigno o in altri apparati del corpo il tipo di sintomi e la loro comparsa può essere molto variabile tanto che in alcuni casi, come per quelle tossinfezioni del sistema neurale, il periodo di incubazione può durare anche anni.

Tra gli esempi più comune di intossicazione alimentare troviamo l’Escherichia coli, l’Epatite A, la Salmonella, il botulismo (Clostridium botulinum). Nell’Escherichia coli gli alimenti a rischio sono i formaggi non pastorizzati, il latte crudo e la carne bovina non cotta correttamente.

Per l’epatite A gli alimenti più pericolosi sono i frutti di mare e i prodotti della pesca ingeriti crudi o poco cotti, così come la verdura e la frutta consumata cruda o non lavata adeguatamente.

Nella salmonella gli alimenti interessati sono le uova e la carne di pollame e di maiale. Il botulismo, invece, può essere provocato dall’ingestione di cibi inscatolati o conservati, soprattutto quelli di produzione domestica.

Trattamento, cura e guarigione

Generalmente, come precisato dal National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, l’intossicazione alimentare guarisce spontaneamente senza il ricorso a cure mediche. Nell’intossicazione alimentare nei bambini è maggiore il rischio e la relativa attenzione all’evitare la disidratazione per effetto dei liquidi persi tramite il vomito e la diarrea. Per i bambini esistono, previo consulto con il pediatra, soluzioni orali per l’integrazione degli elettroliti.

Per la cura delle intossicazioni alimentari causate da batteri o parassiti, il medico può prescrivere, parallelamente alla terapia per la reidratazione e l’uso dei probiotici, l’assunzione di antibiotici.

Nei bambini con intossicazione alimentare, a seconda dell’età, è bene prestare attenzione all’alimentazione. Nei neonati è sufficiente continuare con l’allattamento, sia esso con latte materno che latte artificiale, provando a somministrarglielo in piccoli sorsi.

Nei bambini più grandi, oltre all’acqua, possono essere dati succhi o altre bevande aromatizzate. L’introduzione di cibi solidi deve avvenire gradualmente e in piccole quantità preferendo cibi insipidi e non grassi come cracker, riso e pane tostato.

È infine necessario porre attenzione sulla prevenzione. L’igiene, tanto nel lavaggio delle mani quanto nel disinfettare le superfici della cucina e i materiali con cui entrano in contatto gli alimenti così come nell’evitare la presenza di insetti e roditori, è fondamentale per evitare le intossicazioni.

Bisogna poi tenere separati gli alimenti crudi da quelli cotti conservandoli in contenitori idonei ed evitando di utilizzare gli stessi utensili e attrezzature (taglieri, coltelli, contenitori, eccetera) usati per manipolare prodotti crudi.

Inoltre è indispensabile cuocere completamente gli alimenti (specialmente la carne, il pesce e le uova) riscaldando, prima di consumarli, i cibi cotti precedentemente. I cibi cotti non vanno lasciati a temperatura ambiente per più di due ore così come evitare di scongelare i prodotti a temperatura ambiente.

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  • Bambino (1-6 anni)