I neonati prima e i bambini poi sono per ogni genitore una continua novità, tanto che è spesso difficile comprendere, specialmente con il primo figlio, qual è la linea che separa un fenomeno benigno da uno che deve destare preoccupazione. Come nel caso del vomito nel neonato. Una condizione diffusa e legata il più delle volte all’alimentazione del bambino, quindi a qualcosa di fondamentale e irrinunciabile.

Che i neonati e i bambini debbano imparare a fare molte cose, tra cui anche mangiare, è normale; ma quanto è normale che quello che assumono con il latte (materno o artificiale che sia) venga poi espulso con il vomito? A seguito di fenomeni di questo tipo il neonato deve essere riattaccato per completare la poppata? E, ancora, vomito e rigurgito sono la stessa cosa o indicano due fenomeni diversi? Domande queste molto diffuse nei genitori che meritano di essere contestualizzate e comprese per poter offrire risposte utili e chiarificatrici.

Per farlo è innanzitutto doveroso premettere che, propriamente, dal punto di vista medico il neonato è il nascituro fino al ventottesimo giorno di vita, mentre il bambino è il piccolo in tutto il periodo successivo (sebbene ci siano poi le ulteriori distinzioni in lattante e infante).

Per parlare di vomito nel neonato, comprendendone il significato, le cause e le attenzioni da mettere in atto per la cura del bambino, abbiamo intervistato la Dottoressa Pilar Nanninispecialista in pediatria, che ci ha permesso di fare luce su questo argomento fornendo preziosi consigli utili per tutti i genitori.

Il vomito nel neonato: le cause

Dottoressa Nannini, innanzitutto, cosa si intende per vomito e qual è la differenza con il rigurgito?

Il rigurgito è generalmente la fuoriuscita di parte del pasto; quindi il contenuto gastrico risale non completamente e viene espulso fuori a brevissima distanza dal pasto. Il vomito, invece, è l’emissione di abbondante quantità gastrica, quindi alimentare, anche non in relazione al pasto. Quindi a fare la differenza generalmente è la quantità e la distanza dal pasto.

Quali sono le cause del rigurgito?

In un bambino che rigurgita frequentemente o comunque ha frequenti emissioni di contenuto gastrico dalla bocca bisogna innanzitutto capire se è un sintomo isolato, quindi se c’è soltanto quello, o se ci sono altri campanelli d’allarme come possono essere degli inarcamenti frequenti, pianto durante la poppata, il bambino si stacca subito e fa poppate molto brevi e anche la scarsa crescita, possono essere dei segnali per un reflusso gastroesofageo patologico. Quindi in caso di fastidi durante la poppata o al momento di coricarsi, quando assume una posizione orizzontale, e la scarsa crescita, sono i campanelli di allarme da monitorare.

Viceversa un bambino che rigurgita frequentemente anche abbondanti quantità di latte ma senza la presenza di uno degli altri sintomi ed è un bambino che cresce bene, non deve destare preoccupazione. Bisogna poi considerare come spesso la percezione del latte rigurgitato da parte delle mamme è spesso maggiore di quanto il bambino ha realmente espulso. Infatti, questi bambini vengono definiti rigurgitatori felici ed è una situazione di benignità di cui non preoccuparsi. Durante le visite con il pediatra attraverso la diagnosi differenziale si comprende se il rigurgito è un sintomo isolato o se ci sono anche gli altri elementi che devono destare preoccupazione.

Quali, invece, le cause del vomito nel neonato?

A volte le infezioni, come quelle delle vie urinarie, possono dare febbricole e in condizioni di caldo possono essere confuse con l’aumento della temperatura esterna, in realtà possono dare vomiti e inappetenza anche nei neonati. Il vomito associato a febbre o a irritabilità e sudore del bambino merita sempre un approccio urgente di trattamento in quanto può essere associato a condizioni gravi come ipoglicemia, disidratazione e infezioni molto gravi.

Ci sono altre cause che possono provocare una reazione di questo tipo?

Dalle prime due settimane di vita fino ai due-tre mesi c’è anche da considerare la condizione che viene chiamata stenosi ipertrofica del piloro. In questo caso abbiamo un’emissione frequente di vomito anche nei neonati che inizialmente si presentano sporadicamente e poi sempre a ogni pasto. Questo si verifica a causa dell’ispessimento del piloro, che è la giunzione tra lo stomaco e l’intestino. È una condizione non rarissima (uno su mille nati) e la diagnosi è clinica ed ecografica e deve essere fatta tempestivamente perché il bambino può andare incontro a disidratazione.

Nel caso in cui gli episodi di vomito diventano sempre più frequenti e maggiori e si manifestano insieme a una scarsa emissione di feci o a un bambino che non mette peso e peggiora le proprie condizioni cliniche è necessario intervenire tempestivamente rivolgendosi al pediatra e al pronto soccorso e fare una valutazione strumentale.

Se il neonato vomita dopo la poppata

Dottoressa, cosa fare nel caso in cui il vomito si manifesti dopo l’allattamento?

È importante chiarire che non si può agire sulla modalità di suzione del bambino perché ci sono bambini più tranquilli che si alimentano con più lentezza così come ci sono quelli più voraci che si alimentano con più voracità ingurgitando anche delle bolle d’aria che favoriscono il fenomeno del rigurgito. In ogni caso dopo il pasto è meglio osservare venti minuti di posizione eretta in modo da favorire la digestione. È importante anche prestare attenzione a eventuali altri campanelli d’allarme, mentre non è invece necessario rialimentare il bambino subito dopo il vomito se egli non lo richiede. Così come non è necessario anticipare la poppata, a meno che non sia il bambino stesso a richiederla.

Il vomito nel neonato: cura e prevenzione

I genitori come devono comportarsi per evitare che il vomito nei propri bambini?

Nei bambini che rigurgitano frequentemente, soprattutto quelli allattati al seno, è importante permettere sempre la posizione verticale subito dopo la poppata e consentire una posizione sdraiata non completamente orizzontale ma lievemente reclinata nella parte della testa sollevando non la testa, ma il materasso sostenendo il bambino fino alla zona lombare in modo da evitare il discomfort durante il riposo.

Vomito neonato: quando preoccuparsi?

Dottoressa Nannini, spesso i genitori si allarmano quando leggono o sentono parlare di vomito a getto e altre espressioni che sembrano far riferimento a fenomeni violenti e gravi; a cosa fare attenzione per distinguere una condizione normale da una da sottoporre all’attenzione del pediatra?

Bisogna soltanto stare attenti a che il bambino cresca bene e abbia una buona idratazione. Questi sono i due elementi che determinano la benignità della situazione.

Nel caso in cui si manifestassero dei segnali d’allarme, come bisogna comportarsi?

Innanzitutto evitare sempre il fai da te. Poi quando ci sono questi episodi è fondamentale riferire al pediatra tutti gli elementi che caratterizzano il vomito in quanto a volte possono esserci anche delle tracce di sangue e del materiale parzialmente digerito così come il colore, la consistenza e la frequenza delle feci ed eventuale presenza di materiale indigerito.

La prima valutazione discriminante è quindi quella dei genitori; se il bambino mangia, è sereno e non dà segnali di anomalie rispetto al suo comportamento abituale non c’è motivo, anche in caso di vomito e rigurgito, di allarmarsi. In caso contrario è sempre fondamentale il consulto medico prima di intraprendere qualsiasi tipo di terapia o trattamento.

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