Ignazio deriva dal cognomen romano Egnatius, probabilmente di origine etrusca e quindi dall’etimologia indecifrabile; in epoca postclassica, venne associato popolarmente al vocabolo latino ignis, ossia “fuoco”, mutando quindi in Ignatius da cui derivano le forme moderne.

Il nome godeva di buona popolarità in epoca antica in Spagna, dove andò a confondersi con un nome locale, Íñigo (che viene spesso considerato una sua variante, pur avendo origine diversa); tale nome era portato da Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti. In effetti si deve proprio al suo culto, oltre che a quello di sant’Ignazio d’Antiochia e di altri santi omonimi, la buona diffusione del nome in Italia; qui sia il maschile, sia il meno comune femminile sono attestati principalmente in Sicilia e, in misura minore, in Sardegna, ma negli ultimi anni ha registrato un importante calo: nel 2020 sono infatti stati appena 33 i neonati chiamati così su tutto il territorio nazionale.

L’onomastico viene generalmente festeggiato il 31 luglio, in memoria del già citato sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, ma come detto esistono molti altri santi celebrati nel corso dell’anno con questo nome, ad esempio il 3 febbraio, sant’Ignazio, zio di san Celerino, martire in Africa; l’11 maggio, sant’Ignazio da Laconi, religioso cappuccino; il 7 settembre, beato Ignacy Kłopotowski, sacerdote, fondatore; il 17 ottobre (20 dicembre per la Chiesa ortodossa, in precedenza 1º febbraio), sant’Ignazio, vescovo di Antiochia e martire sotto Traiano, annoverato fra i Padri della Chiesa.

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