Dalila deriva dal nome ebraico דְּלִילָה (Delilah), basato su una radice semitica d-l-l o dolal col senso di “languire”, “vacillare”, “penzolare”, motivo per cui il significato del nome viene interpretato in vari modi, fra cui “delicata”, “debole”, “amorosa”, oppure “leggera”, “sottile”, e ancora “dai capelli fluenti” o “dai ricci ondulati”, ma anche “misera”, “povera”, “povertà”. Il nome è giunto in greco come Δαλιλα (Dalila, ma è attestato come Δαλιδα, Dalida, nella Septuaginta), passando immutato in latino e quindi in italiano.

È un nome biblico, portato nell’Antico Testamento dall’amante di Sansone, che lo tradì tagliandoli i capelli, suo punto di forza, nel sonno, per consegnarlo ai filistei. La vicenda biblica è stata ripresa in molte opere, come la Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns.

Il nome gode in Italia di una discreta diffusione, attestato prevalentemente nel Centro-Nord, in particolare in Lombardia e Toscana; venne addirittura adottato dai puritani a partire dal XVII secolo, diffondendosi così nei paesi anglofoni, anche se in tale lingua il nome ha anche assunto il significato comune di “tentatrice”, “donna traditrice”.

Il nome “Dalida”, oltre ad essere una variante dialettale di Dalila, può anche essere una ripresa del nome d’arte di Dalida, la cantante franco-italiana celebre nella seconda metà del Novecento.

Nel 2020 sono state chiamate Dalila 200 neonate nel nostro Paese. Parliamo di un nome adespota, in quanto non ci sono sante o beate che lo portano, pertanto l’onomastico è da celebrarsi in occasione di Ognissanti, il 1° novembre.

 

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