Camilla deriva dal cognomen latino Camillus; tra i romani, il camillus e la camilla erano fanciulli di condizione libera che assistevano il sacerdote durante i riti sacri. Il termine ha probabilmente origine etrusca e fenicia.

Alla diffusione del nome può aver contribuito in parte la figura di Camilla, vergine guerriera che guidò i Volsci nei combattimenti contro i Latini, le cui vicende sono descritte nell’Eneide di Virgilio. Nel poema epico si afferma che il nome della fanciulla deriva da quello di sua madre, Casmilla, in parte mutato. Ma la sua popolarità è legata soprattutto al culto di san Camillo de Lellis, fondatore di un ordine religioso per l’assistenza degli infermi (i Camilliani) e patrono di malati, ospedali e dell’Abruzzo.

Nel nostro Paese il nome è ben rappresentato in tutta la penisola, con una maggiore concentrazione al Nord, in particolare in Lombardia; nel 2004 risultava il 22° nome preferito dai genitori residenti in Italia per le neonate. Esiste anche una variante Cammilla, tipica della Toscana.

Nel 2020 sono state 2144 le neonate chiamate in questo modo. L’onomastico si celebra in vari giorni dell’anno, fra cui il 26 luglio, in onore della beata Camilla Gentili di Rovellone, di San Severino Marche.

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