L’apparato respiratorio umano è un sistema articolato e complesso che consente di introdurre nell’organismo l’aria proveniente dall’esterno e consentire l’eliminazione e la fuoriuscita dell’anidride carbonica. Un processo indispensabile alla sopravvivenza che si attiva grazie alla presenza di diversi organi e componenti che costituiscono l’apparato respiratorio.

Un apparato che inizia con le vie aeree superiori, ovvero il naso, la bocca, la faringe e la laringe dalle quali passa l’aria proveniente dall’esterno e viene veicolata verso le vie aeree inferiori, composte da trachea, bronchi, bronchioli e polmoni. Una qualsiasi malattia, disturbo o complicazione di questo apparato può rappresentare, specialmente nei bambini che sono tendenzialmente più fragili e con un organismo ancora in fase di sviluppo e rafforzamento, un pericolo molto serio. La broncopolmonite nei bambini, nonostante negli anni vi sia stato un netto calo dei casi più gravi, è una condizione pericolosa da non sottovalutare.

Ancora oggi la broncopolmonite è la principale causa di morte nei bambini di età inferiore ai 5 anni. Un problema che nei Paesi più sviluppati è drasticamente crollato grazie all’introduzione delle campagne vaccinali, specialmente quelle contro il morbillo e lo Streptococcus pneumoniae.

La vaccinazione, anche quella contro malattie che possono provocare polmonite e broncopolmonite, è la miglior forma di prevenzione contro queste patologie dell’apparato respiratorio. Parallelamente si rivela utile anche aumentare le difese immunitarie del bambino.

Le cause della broncopolmonite nei bambini

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Fonte iStock

Quando si parla di broncopolmonite (da distinguere dalla polmonite vera e propria) si fa riferimento all’infezione che interessa i bronchi, le vie aeree che collegano la trachea ai polmoni. La broncopolmonite nei bambini è la manifestazione clinica più comune di polmonite in età pediatrica causata prevalentemente da batteri, ma anche da virus e funghi. Il principale responsabile della broncopolmonite nei bambini è lo Streptococcus penumanoiae e l’Haemophilus influenza di tipo b (Hib), batteri che entrano nei bronchi e negli alveoli e iniziano a moltiplicarsi.

Il sistema immunitario, per difendersi da questa infezione, aumenta la produzione di globuli bianchi che causano l’infiammazione tipica della broncopolmonite.

Sono maggiormente a rischio di broncopolmonite i bambini con meno di 2 anni, bambini che per motivi di salute frequentano spesso gli ospedali, tutti coloro che hanno condizioni che indeboliscono il sistema immunitario (come le malattie autoimmuni e l’HIV), ma anche e soprattutto coloro che hanno infezioni in corso, come influenza e raffreddore. Inoltre sono a rischio anche coloro che hanno malattie croniche come l’asma o patologie cardiache, così come patologie croniche a carico dei polmoni o bambini in grave stato di malnutrizione.

I sintomi della broncopolmonite

Il principale sintomo della broncopolmonite nei bambini è sicuramente la febbre alta. A questo si aggiungono tosse, presenza di muco di colore giallo o verde, brividi forti, difficoltà respiratorie, respiro sibilante, battito cardiaco accelerato, mal di testa, affaticamento, nausea, vomito, perdita di appetito, irritabilità e uno stato di malessere generale.

Broncopolmonite nei bambini: trattamento e cura

La diagnosi della broncopolmonite avviene innanzitutto tramite esame fisico del bambino e in base alla valutazione medica si eseguono esami e controlli per verificare la gravità della broncopolmonite nei bambini. Tra i principali esami utilizzati a questo scopo rientrano la radiografia del torace e le analisi del sangue, ma anche controlli più specifici come la broncoscopia (con la quale controllare internamente i polmoni), l’esame colturale dell’espettorato (un esame di laboratorio che rileva l’infezione dal muco tossico), la pulsossimetria (con la quale calcolare la quantità di ossigeno che scorre nel flusso sanguigno) e l’emogasanalisi arteriosa (per determinare i livelli di ossigeno nel sangue).

Generalmente le forme batteriche di broncopolmonite nei bambini compaiono in maniera più brusca ma rispondono meglio ai trattamenti, mentre quelle virali si manifestano in forma più graduale per poi aggravarsi e durare per più tempo.

Il trattamento e la cura variano, ovviamente, in base alla causa che ha provocato la broncopolmonite, all’età del bambino e ai sintomi che egli manifesta. Spesso è gestita a livello domiciliare sotto il controllo del pediatra e solo nei casi più gravi nei quali si manifesta una complicazione è necessario il ricovero ospedaliero.

La cura per la broncopolmonite nei bambini prevede, nelle forme batteriche, l’assunzione dell’antibiotico prescritto e parallelamente possono essere indicati altri farmaci per ridurre la tosse, abbassare la febbre e alleviare i dolori e gli altri sintomi tipici. Nelle forme virali, che solitamente si risolvono nel giro di un paio di settimane, la terapia è a base di farmaci antivirali e rivolta al trattamento dei sintomi. Per le broncopolmoniti da funghi, invece, verranno prescritti farmaci antimicotici. In tutti i casi è fondamentale assumere il farmaco prescritto per l’intera durata della terapia evitando di sospenderlo appena i sintomi iniziano ad alleviarsi.

In presenza di una broncopolmonite è importante che i bambini non entrino in contatto i coetanei per evitare di trasmettere l’infezione. Allo stesso tempo è utile mantenere una costante idratazione per diluire il muco presente nel torace, prevenire la disidratazione e contribuire allo stato di benessere generale del bambino.

Conseguenze e rischi della broncopolmonite nei bambini

Nelle forme più gravi la broncopolmonite può nei bambini essere responsabile di insufficienza respiratoria, sindrome da distress respiratorio acuto, ascessi polmonari e sepsi. Per questo motivo in presenza dei primi sintomi è importante rivolgersi al pediatra e intraprendere fin da subito un costante monitoraggio teso alla diagnosi tempestiva del disturbo e all’inizio della cura adeguata.

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  • Bambino (1-6 anni)