Nome passato alla storia per essere quello della musa cantata da Dante, Beatrice continua il nome latino di età imperiale Beatrix, basato su beatricem (“colei che rende felici”, “colei che dà beatitudine”), a sua volta da beatus (“beato”, a cui il nome viene talvolta direttamente ricondotto). Era un nome comune fra i primi cristiani proprio in virtù del suo significato, riferito alla beatitudine celeste e dell’anima.

Alcune fonti propongono una derivazione originaria da Viatrix, il femminile di Viator che significa “viaggiatore”; secondo tali fonti, il nome sarebbe stato alterato in Beatrix per assonanza a beatus, con cui non sarebbe però collegato. Anche Viator e Viatrix erano nomi comuni fra i cristiani, per il significato collegato al pellegrinaggio, e non a caso i due nomi vengono spesso confusi, come avviene nel caso di santa Viatrice, nota anche come Beatrice.

In Italia il nome, diffuso in tutto il Paese, ha sempre goduto di una certa popolarità per via del culto di santa Beatrice, oltre che grazie alla già citata Beatrice Portinari, la donna amata da Dante; il nome è appartenuto anche a nobildonne e regine, oltre che a donne dalla storia tragica come Beatrice di Tenda e Beatrice Cenci, alla cui vicenda furono dedicate numerose opere letterarie di vasta diffusione. Negli anni più recenti (dal 2007 al 2014) l’ISTAT ne attesta la presenza tra i nomi più popolari per le nuove nate, con una posizione in classifica che oscilla tra il 18º e il 22º posto, equivalente all’1% delle neonate.

In Inghilterra, invece, Beatrix divenne più rara nel Medioevo, tornando in auge solo nel XIX secolo.

Nel 2020 sono state 3162 le neonate chiamate in questo modo in Italia, confermando il trend che lo vede come un nome molto diffuso.

L’onomastico si può celebrare in diverse date, fra cui il 3 giugno, in onore di beata Beatrice Bicchieri, domenicana.

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