Se si pensa al nome Ambrogio si pensa subito alla città di Milano, di cui il santo è patrono; è un nome che deriva dal greco Αμβροσιος (Ambrosios), basato su ambrotos, composto da (μ)βρότος ((m)brotos, “mortale”) combinato con un’alfa privativa, perciò il suo significato può essere interpretato come “immortale”, “divino” oppure “che appartiene agli immortali”. A quest’ultimo significato si rifà l’ambrosia, il “nettare degli dei” della mitologia greca, con la quale coincide una forma femminile di Ambrogio, “Ambrosia”. Nel significato di “immortale” il nome è analogo a Khalid, Javed e Atanasio.

La sua diffusione negli ambienti cristiani dell’Europa è stata resa possibile proprio grazie alla digura di sant’Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della CHiesa; mentre in Inghilterra non è mai stato molto comune, ma ciononostane sopravvisse alla riforma protestante, principalmente nelle comunità cattoliche.

Dal diminutivo “Ambrosino” viene il termine bosin, che in dialetto milanese indica un campagnolo dell’alto milanese, da cui ha preso il nome la bosinada, rozza composizione in dialetto, molto in voga nei secoli scorsi.

Nel nostro Paese il nome è caduto in disuso con l’avanzare del tempo; solo negli ultimi vent’anni, nel 1999 sono stati 17 i neonati così chiamati, appena 6 nel 2019.

Come detto, l’onomastico si celebra in memoria di sant’Ambrogio, il 7 dicembre, ma ci sono altre date durante tutto l’anno, dedicate ad altri santi e beati.

 

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