Il nome Alma è documentato, in Gran Bretagna, già dal Medioevo, e ha una tradizione onomastica complessa, che probabilmente riunisce diverse origini distinte.

Generalmente si riconduce al latino almus, alma (da alo, alĕre, “nutrire”), un vocabolo che fu epiteto di varie divinità romane (come Venere, Cerere e Maia) e che aveva in origine il significato di “che nutre”, “che dà vita”, mentre in un secondo tempo ha acquisito anche il senso di “che fa del bene”, “gentile”. Non si può escludere che in Inghilterra possa anche aver rappresentato la forma latinizzata di qualche nome inglese antico, come ad esempio Ælfmæge (da ælf, “elfo”, e mǣge, “donna”, “fanciulla”) o Æðelmæge (da æðel, “nobile”, e mǣge).

In Inghilterra il nome restò comunque molto raro fino alla guerra di Crimea, quando cominciò a essere usato per celebrare la battaglia dell’Alma, del 1854, quando l’esercito anglo-francese si impose con una schiacciante vittoria; la battaglia prende il nome proprio dal fiume Alma, il quale a sua volta deriva da una parola tatara che vuol dire “mela”.

Nel nostro Paese il nome arrivò ancora più tardi, tanto da non essere registrato nei repertori onomastici d’inizio Novecento; il suo uso venne promosso dal dramma di Sudermann L’onore, la cui protagonista si chiama appunto Alma, e verso gli anni 1950 era diventato piuttosto comune. Secondo dati pubblicati negli anni 1970, il nome era attestato maggiormente al Nord e al Centro, specie in Toscana ed Emilia-Romagna. Seppur più rara, si documenta anche la forma maschile Almo.

Oggi il nome appare in crescita, tanto che, se nel 1999 sono state 26 le bimbe chiamate Alma, nel 2020 la quota è arrivata a 188.

Parliamo di un nome adespota, e che perciò si festeggia il 1° novembre, in occasione di Ognissanti.

 

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie