
È successo a Genova: una mamma che stava allattando il suo bambino in una piazza è stata fatta allontanare "per decenza" dal titolare di un locale.
Il pit stop in Formula 1 è il momento in cui i piloti ritornano ai box e il team della scuderia si occupa del rifornimento e del controllo o cambiano delle ruote. Il Baby Pit Stop è qualcosa di molto simile, solo che riguarda il bambino, dal cambio pannolino all’allattamento.
Una rapidissima pausa per far ripartire l’auto al meglio, un po’ come quando con il neonato si cerca un posto tranquillo per allattare e cambiare il pannolino. Da qui nasce il nome Baby Pit Stop, cioè una sosta pensata per dare al piccolo quello di cui ha bisogno.
Il punto è che fermarsi ad allattare al seno in pubblico non è sempre facile. In più i bimbi spesso non hanno orari fissi, quindi prevedere le loro richieste non è affatto semplice. Il Baby Pit Stop è un spazio offerto da negozianti ed enti pubblici in cui è possibile allattare in tranquillità.
Questo servizio, promosso da varie associazioni e a cui hanno aderito in tanti in molte città, è totalmente gratuito. Vediamo meglio cosa sono i Baby Pit Stop e dove trovarli.
I Baby Pit Stop, o BPS, sono ambienti protetti studiati su misura di mamma e lattante. L’idea è partita da La Leche League: il progetto ha visto la luce nel 2004 nella città di Fano, nelle Marche.
Successivamente tante altre realtà hanno aderito a questa iniziativa, per offrire uno spazio confortevole per il momento dell’allattamento e, in molti casi, quello del cambio pannolino.
I negozianti, o anche gli enti pubblici, che aderiscono al progetto, riporta La Leche League
Danno il benvenuto alle mamme che vogliano allattare il bambino, sostare per cambiarlo o anche solo per riposarsi un attimo, garantendo semplicemente gentilezza e discrezione, senza alcun obbligo di acquisto. Si tratta di mettere a disposizione una seggiola per allattare e, se possibile, anche uno spazio per il cambio del pannolino.
Sebbene non sia fondamentale avere uno spazio-nascondiglio lontano da occhi indiscreti, è importante, sostiene ancora la Leche League, che esistano luoghi appositamente dedicati. Sono spazi in cui basta mettere a disposizione una sedia e facilitare il compito alle mamme.
È successo a Genova: una mamma che stava allattando il suo bambino in una piazza è stata fatta allontanare "per decenza" dal titolare di un locale.
Questa idea è stata diffusa e accolta da molti per sostenere una cultura amica dell’allattamento e promuovere il nutrimento neonatale attraverso il latte materno.
Spesso una mamma che allatta al seno, quando è in giro con il proprio piccolo e ha bisogno di nutrirlo, cerca un posto in cui avere un po’ di privacy. Inoltre deve essere anche un ambiente comodo per gestire il lattante, allattare, rivestirsi facilmente ed effettuare il cambio.
In sostanza, per poter fare tutte queste operazioni, serve un punto tranquillo, lontano dal caos, dove ci sia una sedia e, possibilmente, un fasciatoio.
Ancor prima di queste cose, ci deve essere un negozio ospitante e accogliente. Il personale della struttura non deve obbligare o spingere la donna all’acquisto di un bene o servizio.
I negozi che vogliono entrare a far parte della rete di Baby Pit Stop devono rispondere a determinati requisiti richiesti da La Leche League:
Inoltre, nella struttura dovrebbe essere promosso l’allattamento al seno attraverso manuali e opuscoli. È vietato il marketing sulla commercializzazione di latte in polvere, ma sono ovviamente benvenute anche le mamme che allattano al biberon.
I centri Baby Pit Stop sono facilmente riconoscibili attraverso l’adesivo-logo, che i negozianti fissano in maniera ben visibile all’esterno della loro attività commerciale.
Dopo l’esempio del 2004 a Fano e l’adesione di negozianti dislocati in varie parti d’Italia, la rete di Baby Pit Stoppers è stata decisamente ampliata e promossa da altre associazioni e dall’Unicef.
Si contano, ormai, ben 1.000 Baby Pit Stop Unicef, ambienti protetti per allattare comodamente e tranquillamente. L’obiettivo e i requisiti per far parte di questo importante progetto sono i medesimi di quelli promossi da La Leche League.
Unicef, infatti, riconosce allo stesso modo quanto sia importante una “catena calda di sostegno”, ovvero fornire assistenza e accoglienza gratuitamente.
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I centri Baby Pit Stop di Unicef sono facilmente riconoscibili dal logo esposto in vetrina o sulla porta di ingresso principale dello store.
Quando il bimbo piange e vuole essere allattato al seno, la mamma deve velocemente trovare un luogo che sia il più possibile adatto per farlo. Per potersi avvalere del servizio Baby Pit Stop, deve anche sapere dove recarsi per garantire a se stessa e al suo bebè un ambiente confortevole e gradevole.
Per trovare il Baby Pit Stop più vicino bisogna collegarsi, attraverso lo smartphone, all’apposita app Babypitstoppers. Si tratta di un’applicazione gratuita, che offre una mappa dettagliata di tutti i negozi ed enti dove è disponibile il servizio Baby Pit Stop.
I punti in cui allattare sono 4.000 in tutta Italia: non solo grandi città come Milano, Roma e Bari ma anche piccoli centri, dove è possibile usufruire di un servizio sicuramente valido e pratico per tutte le mamme.
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