Il sistema riproduttivo femminile è regolato dai rapporti che intercorrono tra le ovaie, l’ipotalamo e l’ipofisi. Le ovaie sono le gonadi femminili che si occupano di produrre le cellule uovo e gli ormoni sessuali. L’ipotalamo è una parte del sistema nervoso centrale che, tra le altre cose, si occupa del controllo dell’ipofisi. L’ipofisi è quella che si occupa di secernere diversi ormoni tra cui quello luteinizzante e quello follicolo-stimolante (FSH).

Negli uomini questi ormoni si occupano di stimolare i testicoli a produrre spermatozoi, mentre nelle donne la produzione di ovuli da parte delle ovaie. Inoltre producono i cosiddetti ormoni sessuali, ovvero gli estrogeni e il testosterone.

L’ormone luteinizzante, noto anche come gonadotropina, viene prodotto sia negli uomini che nelle donne e svolge un ruolo fondamentale anche (ma non solo) per quel che riguarda la fertilità. Ecco perché l’esame dei valori di questo ormone, il cosiddetto Test LH, si rivela uno strumento utile per individuare una serie di cause che possono inficiare la capacità riproduttiva ed essere quindi responsabili di infertilità.

Cos’è l’ormone luteinizzante (LH)

L’ormone luteinizzante è uno dei principali responsabili della fertilità. Nelle donne, infatti, il rapido aumento di questo ormone determina l’ovulazione e la formazione del corpo luteo, mentre negli uomini del testosterone da parte dei testicoli.

I livelli di ormone LH in circolazione sono molto elevati al momento della nascita per poi ridursi nei mesi successivi fino a rimanere stabili fino alla comparsa della pubertà.

L’ormone LH in gravidanza

L’ormone luteinizzante, come detto, contribuisce alla formazione del corpo luteo, una ghiandola provvisoria che scompare nel caso in cui non avviene l’impianto dell’embrione. Nel caso in cui, invece, il concepimento è avvenuto e l’embrione si è impiantato l’ormone LH continuerà a essere prodotto allo scopo di supportare le funzionalità del corpo luteo fino a quando non si attivi la produzione della gonadotropina corionica umana (HCG).

Questi ormoni sosterranno il corpo luteo e la relativa produzione di progesterone fino al momento in cui l’organismo del feto non sarà in grado autonomamente di produrre i propri ormoni.

Il rapporto tra LH e FSH

Nelle donne con l’inizio delle mestruazioni i livelli di ormone luteinizzante cambiano durante le fasi del ciclo mestruale. Nella prima fase, quella detta follicolare, i livelli di progesterone e di estrogeno sono bassi; gli strati dell’endometrio si sfaldano causando il sanguinamento tipico delle mestruazioni. Parallelamente aumenta il livello dell’ormone follicolo stimolante e quando anche l’ormone luteinizzante raggiunge il suo picco inizia la cosiddetta fase ovulatoria nella quale vi è rilascio dell’ovulo.

Nella terza fase, quella luteinica, i livelli degli ormoni LH e FSH diminuiscono in modo che si formi il corpo luteo che, se non viene fecondato, degenera portando allo sfaldamento degli strati dell’endometrio con l’inizio di un nuovo ciclo mestruale.

Quando fare il test dell’ormone LH?

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Fonte: iStock

Ora che abbiamo compreso il ruolo che l’ormone luteinizzante ha tanto all’interno del ciclo mestruale che per l’inizio della gravidanza e per regolamentare le funzioni sessuali, possiamo iniziare a intuire l’importanza del test LH. Si tratta di un esame che può essere svolto sia dagli uomini che dalle donne per individuare le condizioni responsabili dell’infertilità.

Negli uomini, infatti, il test LH si rivela utile per scoprire le cause di un basso numero di spermatozoi, ma anche di un ridotto desiderio sessuale. Nelle donne, invece, aiuta a monitorare l’andamento del ciclo, a comprendere quando si verifica l’ovulazione, a individuare eventuali disturbi ipofisari e, ancora, per confermare l’inizio della menopausa. Parallelamente il test LH è utilizzato anche per diagnosticare i fenomeni di pubertà precoce o ritardata nei bambini.

Questo è quindi un esame che il medico può suggerire di svolgere alle coppie che non riescono ad avere figli e nello specifico alle donne con cicli irregolari e agli uomini la cui valutazione del liquido seminale ha evidenziato un ridotto numero di spermatozoi (oligospermia).

Test LH: risultati e valori

Il test LH avviene tramite un normale prelievo di sangue per il quale non è necessaria una preparazione. Solo nelle donne, in base al tipo di indagine che si intende effettuare, è necessario valutare il periodo migliore nel quale eseguire l’esame in funzione della fase del ciclo mestruale in corso.

Valori normali

Come visto i livelli dell’ormone luteinizzante nelle donne variano in relazione all’andamento del ciclo mestruale. Sono quindi considerati normali i livelli:

  • I e II settimana del ciclo: da 1.37 a 9 UI/L;
  • Prima dell’ovulazione: da 6.17 a 17.2 UI/L;
  • III e IV settimana del ciclo: da 1.09 a 9.2 UI/L

Negli uomini, invece, i valori normali sono quelli compresi tra 1.42 a 15.4 UI/L. Questi valori possono cambiare a seconda del laboratorio presso il quale si esegue il test. L’esito del test LH non indica direttamente la presenza di una patologia o di una causa responsabile di infertilità, ma restituisce un insieme di informazioni che il medico analizza in quadro complessivo, anche in rapporto ai livelli degli altri ormoni responsabili della fertilità (progesterone, estrogeni, testosterone, FSH).

Alterazioni dei valori dei livelli di ormone LH possono dipendere anche da condizionamenti esterni. Livelli alti possono infatti dipendere dall’assunzione di alcuni farmaci, mentre quelli più bassi dall’utilizzo di contraccettivi orali o dal seguire trattamenti ormonali.

Livelli alti di LH

Nelle donne elevati livelli dell’ormone LH possono indicare la presenza di difetti dello sviluppo (anomalie cromosomiche come la Sindrome di Turner, mancato sviluppo delle ovaie, eccetera), ma anche danni alle ovaie (malattie, effetti dell’esposizione a radiazioni, chemioterapia), disturbi metabolici e patologie che possono influire sulla funzionalità delle ovaie (patologie della tiroide, sindrome dell’ovaio policistico, tumori, eccetera). Negli uomini gli alti livelli di ormone luteinizzante possono indicare la presenza di traumi, ferite, infezioni virali, malattie autoimmuni, esposizioni a radiazioni, agenesi gonadica, anomalie cromosomiche e condizioni che, come anche l’abuso di alcol, danneggiano la funzionalità dei testicoli.

Livelli bassi di LH

Tanto negli uomini quanto nelle donne i bassi livelli dell’ormone luteinizzante possono essere associati a patologie a carico dell’ipofisi e dell’ipotalamo. Sintomi comuni di disturbi di questo tipo sono fatica, debolezza, perdita di peso e di appetito.

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