Il fenomeno delle contrazioni uterine accompagna quasi tutta la vita delle donne: da quelle che si verificano durante il ciclo mestruale a quelle tipiche della gravidanza, passando anche per quelle che si possono verificare, come suggerisce questo studio, durante le fasi dell’eccitazione sessuale che portano all’orgasmo. Nonostante rappresentino tutte la medesima attività dei muscoli dell’utero, si diversificano tra loro per l’intensità, la regolarità e la durata.

In modo particolare le contrazioni che si verificano durante la gravidanza sono quelle di maggiore interesse per le donne perché spesso la loro comparsa indica l’arrivo del travaglio e, quindi, del parto (e quindi il fatto di dover andare in ospedale). È utile fare chiarezza sulle contrazioni distinguendole da quelle preparatorie e che non devono destare preoccupazione a quelle che indicano che il parto è vicino (ma non necessariamente imminente).

Contrazioni: cosa sono e perché si verificano

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Fonte: iStock

Propriamente le contrazioni sono il risultato dell’attività dei muscoli presenti nell’utero. Durante una contrazione l’utero si stringe e dilata la cervice per poi tornare in posizione di riposo.

Le contrazioni sono fisiologiche e, come avviene per quelle del cuore, indicano la vitalità e il corretto funzionamento dell’organo. Non a caso, come riferito dall’Instituto Bernabeu, i disordini delle contrazioni potrebbero rappresentare un problema anche per il corretto annidamento dell’embrione.

Contrazioni preparatorie o di Braxton-Hicks

Già dall’inizio della gravidanza è possibile sperimentare delle contrazioni che però risulteranno lievi e spesso impercettibile. Con il passare delle settimane, soprattutto a partire dal secondo trimestre, l’attività contrattile dell’utero inizia a essere maggiore. L’utero si prepara al parto anche se il momento dell’inizio del travaglio è ancora lontano.

Durante la gravidanza è possibile distinguere diverse tipologie di contrazioni uterine:

  • contrazioni precoci;
  • contrazioni di Braxton-Hicks;
  • contrazioni del travaglio.

Le contrazioni precoci sono quelle, come anticipato, che si verificano all’inizio della gravidanza e possono risultare maggiori per effetto della costipazione e dei disturbi tipici della gestazione. Questa tipologia di contrazioni può sembrare simile ai crampi mestruali ma, come detto, non rappresentano un motivo di preoccupazione né sono il segnale di un problema per l’embrione.
Solo la presenza di un forte dolore addominale o di un sanguinamento deve richiedere il tempestivo consulto medico per valutare l’eventuale presenza di un aborto spontaneo o di una gravidanza extrauterina.

Le più note contrazioni di Braxton-Hicks sono quelle che si iniziano a sperimentare dal secondo trimestre e sono note anche come “false contrazioni”. Solitamente non sono dolorose e sono caratterizzate da una durata variabile (da 30 secondi a 2 minuti) e si verificano in maniera irregolare. Possono verificarsi a seguito dell’esercizio fisico, dell’attività sessuale e del raggiungimento dell’orgasmo, ma si manifestano sempre in maniera casuale.

Le contrazioni del travaglio sono quelle che, come suggerisce il nome stesso, indicano l’inizio della fase finale della gravidanza e l’imminenza del parto. Queste, a differenza delle altre, sono quelle che devono essere prese più seriamente in considerazione per recarsi in ospedale e prepararsi alla nascita del bambino.

Come riconoscere le contrazioni del parto

Le contrazioni vere e proprie, quelle del travaglio e del parto, si manifestano inizialmente come una fitta occasionale e particolarmente fastidiosa nella zona dell’addome.

Un elemento essenziale per distinguerle dalle contrazioni di Braxton-Hicks è il periodo in cui si manifestano. In una gravidanza a termine, a partire dalla trentasettesima settimana qualsiasi momento potrebbe essere quello buono per l’inizio del travaglio. Va detto che c’è il rischio di un parto pretermine, ma questa condizione ha cause e fattori di rischio ben precisi e se durante la gestazione non ci sono state complicazioni o segni che ne giustifichino il timore non vi è motivo di preoccuparsi.

Le contrazioni del parto, a differenza delle altre, sono dolorose e tendono a intensificarsi. Solitamente il dolore si manifesta nella zona dell’addome e nella parte bassa della schiena, mentre per alcune donne può irradiarsi anche ai fianchi e alle cosce. La particolarità di queste contrazioni è che sono regolari e, come riportato dal portale WebMD, possono avere una durata che vai dai 30 ai 70 secondi.

Queste contrazioni si verificano a intervalli regolari per poi diventare sempre più intense e ravvicinate. Inizialmente si potrebbero avere contrazioni ogni 10 minuti e poi ogni 5; le contrazioni di Braxton-Hicks, invece, non hanno uno schema regolare. Inoltre nei giorni precedenti possono essere accompagnate dalla perdita del tappo mucoso.

Quando andare in ospedale?

L’inizio del travaglio (la fase dilatante) si ha, come riportato dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, quando l’attività fisiologica contrattile è caratterizzata dalla presenza di 3 contrazioni uterine valide ogni 10 minuti. Solo in questo momento ed eventualmente quando si rompono le acque è utile recarsi, con calma e senza fretta, in ospedale.

Il consiglio, infatti, è quello di trascorrere più tempo a casa in un ambiente familiare e tranquillo che in ospedale in quanto se le modificazioni uterine non sono sufficienti, bisognerà attendere molto prima dell’ingresso in sala parto.

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