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Uno studio italiano ha rivelato le difficoltà dei bambini a riconoscere le emozioni nascoste dalle mascherine: il 60% bambini tra i 3 e i 5 anni non sa riconoscere la felicità o la tristezza.
Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology mostra che i bimbi dai 3 ai 5 anni sono in grado di comprendere le emozioni nascoste sotto le mascherine solo nel 40% dei casi.
Dalle analisi effettuate è emerso come siano la tristezza e la felicità le emozioni che più di altre non risultano comprese dai bambini in età prescolare. Scopriamo di più sulla ricerca e i risultati emersi.
La recente ricerca sviluppata da un gruppo di studio U-Vip (Unit for Visually Impaired People) guidato dalla Dott.ssa Monica Gori presso l’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia mostra per la prima volta come i bambini piccoli hanno difficoltà a riconoscere le emozioni nelle persone adulte che indossano mascherine chirurgiche.
Questo è uno degli effetti collaterali delle misure preventive legate all’emergenza sanitaria da Covid-19 e potrebbe, con il tempo, influenzare il corretto sviluppo delle capacità relazionali e sociali dei bambini.
Per evitare tali effetti negativi sui bambini, sia l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sia l’UNICEF hanno redatto un documento, a inizio pandemia, che fungesse da guida alle autorità in ambito pubblico e professionale, scoraggiando l’esposizione all’uso di mascherine quando si ha a che fare con bambini fino ai 5 anni d’età.
Lo studio di ricerca si inserisce proprio in tal contesto, definendo le misure che possono essere adottate per ridurre al minimo l’impatto dell’uso delle mascherine tra bambini in età prescolare. L’autore senior, Dott.ssa Monica Gori, ha dichiarato:
L’esperimento è stato eseguito nelle prime fasi della pandemia del 2020, e all’epoca le mascherine erano ancora un’esperienza nuova per tutti.
Il gruppo di ricerca dell’IIT ha svolto lo studio preparando un quiz contenente delle immagini di persone adulte con e senza mascherine. Queste immagini sono state poi mostrate tramite computer, tablet o smartphone a 119 persone di cui:
Al campione in esame è stato chiesto di provare a riconoscere attraverso le espressioni dei volti degli individui, con e senza mascherina, quali emozioni tra felicità, paura, tristezza e rabbia avrebbero loro trasmesso.
I risultati hanno mostrato che i bambini appartenenti alla fascia d’età compresa tra 3 e 5 anni erano in grado di riconoscere le espressioni facciali che trasmettevano emozioni, quali felicità e tristezza, solo nel 40% dei casi in cui i volti sono coperti da una maschera chirurgica.
Mentre, per le altre fasce di età, le percentuali erano molto più elevate:
Ma, in generale tutte le fasce di età hanno mostrato un certo grado di difficoltà nell’interpretare le emozioni espresse dai soggetti coperti parzialmente con mascherina facciale.
La Dott.ssa Maria Bianca Amadeo, ricercatrice IIT e coautrice della ricerca, ha sottolineato:
Nello studio abbiamo lavorato con bambini e adulti senza forme di disabilità. Naturalmente queste osservazioni sono ancora più importanti se si considerano i bambini affetti da disabilità.
Lo studio ha mostrato, dunque, una certa difficoltà in modo particolare nei bambini piccoli nel riconoscere le diverse emozioni su un viso coperto da mascherina. Le prospettive future mirano a individuare una soluzione che sia il meno destabilizzante possibile per tali bimbi.
Sarà di vitale importanza, nei prossimi anni, svolgere un lavoro volto ad esplorare l’impatto effettivo della mascherina chirurgica sulla capacità di interazione dei bambini, e questo vale maggiormente per i bambini affetti da disabilità.
Ad oggi, lo studio eseguito suggerisce di considerare l’uso di mascherine trasparenti per tutti gli operatori che si troveranno a contatto con i bambini tra i 3-5 anni. In alternativa, un piano informativo specifico volto a insegnare ai bambini a riconoscere le emozioni solo attraverso l’osservazione degli occhi.
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