La storia di Ramiha Martin ha del miracoloso poiché la bambina, nata nel dicembre del 2017 con un’anomalia dello sviluppo molto rara chiamata agenesia tracheale, ora ha una speranza di sopravvivenza data da un dispositivo salvavita che alcuni scienziati hanno creato per lei e per tutti quei bambini che soffrono di questa grave malformazione.

Scopriamo di più sulla vicenda di Ramiha Martin nata senza la trachea e del dispositivo che le permetterà di continuare a vivere.

Il dispositivo di Ramiah Martin che potrebbe salvare altri bambini con agenesia tracheale

Se i casi di agenesia renale sono una condizione meno rara da trovare nei piccoli pazienti pediatrici, circa 1 bambino su 50.000 in tutto il mondo nasce con agenesia della trachea, ovvero l’assenza della trachea, una condizione, questa, rarissima che è quasi sempre fatale per il neonato. Ma non per Ramiha Martin che, questo dicembre ha compiuto 4 anni e un regalo immenso ricevuto da un team di medici del Penn State Health Children’s Hospital i quali hanno realizzato una stecca sostitutiva tracheale stampata in 3D sviluppata grazie anche al lavoro dei ricercatori del laboratorio del Prof. Scott Hollister presso il Georgia Institute of Technology.

Lo stesso Prof. Hollister, Presidente della Patsy e Alan Dorris in tecnologia pediatrica presso il dipartimento di ingegneria biomedica di Wallace H. Coulter presso la Georgia Tech e la Emory University, ha affermato:

Sappiamo che i bambini con questa condizione non sono sopravvissuti oltre l’età di 8 o 10 anni. Speriamo che il caso di Ramiha Martin sia diverso, incrociamo le dita.

Il dispositivo realizzato nasce come supporto delle vie aeree e, fanno sapere i ricercatori, è stato già utilizzato nel trattare la tracheabroncomalacia, ovvero il collasso della trachea che causa un’ostruzione gravissima delle vie aeree nei pazienti pediatrici.

Il piccolo dispositivo funge da salvavita, il suo obiettivo è aprire la trachea del bambino permettendogli di respirare. Ma il caso della piccola Ramiah ha presentato una nuova sfida poiché, in questo caso, la bambina non aveva una trachea, il suo esofago era la sua trachea.

Il caso delle bambina nata senza trachea e il miracolo della medicina

L’autore principale dello studio, il Dott. Anthony Tsai, chirurgo di Ramiah e co-direttore del Surgical Innovation Group presso il Penn State Health Milton S. Hershey Medical Center, ha detto in merito alla condizione di Ramiha Martin:

L’agenesia tracheale è un caso clinico molto insolito con poche soluzioni positive. Ero al corrente del lavoro svolto dai miei colleghi precedentemente e avevo visto il loro successo nell’usare il dispositivo per problemi alle vie aeree che non sono così gravi. Ma in questo caso sono in gioco principi simili ed è quello di cui avevamo bisogno.

Appena subito la sua nascita, la piccola Ramiha è stata costretta ad un intervento chirurgico salvavita. Il team di medici ha così separato il suo esofago inferiore, che alimenta lo stomaco, dalle vie aeree esofagee superiori. La piccola veniva alimentata direttamente nel suo stomaco attraverso il tubo “G”.

In un secondo momento i chirurghi hanno trasformato la parte superiore del suo esofago in una trachea, creando in realtà un’apertura chirurgica nel collo in modo che l’aria potesse raggiungere direttamente i polmoni.

Questa però non poteva rappresentare una soluzione definitiva. Ecco che il team è così arrivato al dispositivo in 3D del Prof. Hollister.

Il Dott. Tsai e il suo team chirurgico hanno ottenuto il permesso di utilizzare il dispositivo dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti in base alla regola dell’uso compassionevole  che consente un rapido accesso a dispositivi medici per casi potenzialmente letali come quello di Ramiah Martin.

Ed è così che a 20 settimane di vita alla piccola Ramiha è stato “installato” il dispositivo. Da quel 2017 Ramiha Martin ha iniziato la sua vita e da allora, sono passati 4 anni nei quali la bimba vive una vita il più possibile normale. In concusione, il Prof. Hollister ha dichiarato:

Questo è il tipo di risultato in cui tutti speriamo. Siamo entusiasti, perché pensiamo che questo sia l’inizio di una nuova vita per i bambini con questa rara condizione.

 

 

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  • Bambino (1-6 anni)