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Con il termine tracheite si indica un’infiammazione della trachea. Diverse sono le cause che la provocano e per curare questa patologia si può ricorrere a terapie e rimedi naturali.
La tracheite è un’infiammazione della trachea di origine batterica. Si inserisce in quelle patologie conosciute più comunemente come mal di gola, fastidi che coinvolgono l’intero albero respiratorio nei più piccoli, ma che si possono riconoscere e suddividere in faringite, laringite e, appunto, tracheite nei bambini. Delle tre, la più rara è proprio quest’ultima.
Scopriamo qualcosa in più, da come riconoscerne i sintomi a quanto dura, fino ai rimedi naturali per curarla adeguatamente.
La tracheite colpisce i bambini di ogni età ma sono soprattutto i più piccoli, che hanno una trachea di dimensioni minori e più facilmente attaccabile, a soffrirne maggiormente. Le cause della tracheite nei bambini, secondo gli esperti dei Manuali MSD, sono da ricercarsi nei germi Staphylococcus aureus e gli streptococchi β-emolitici di gruppo A.
Si intuisce che l’infiammazione della trachea può comparire come complicazione di altre patologie che interessano il tratto respiratorio, quindi le vie aree, come raffreddore e influenza. Anche il reflusso gastroesofageo può portare alla tracheite, perché i succhi gastrici acidi entrano in contatto con questo organo arrossandolo e irritandolo.
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Si può cercare di proteggere i bambini evitando di esporli a sbalzi di temperatura repentini, perché favoriscono l’infiammazione. Ecco perché questa patologia colpisce principalmente in inverno.
Inoltre, tra le cause c’è anche quella legata alla respirazione passiva di fumo di sigaretta, che può infiammare le vie aeree del bambino. In ogni caso, ricordiamo che è assolutamente sconsigliato fumare negli ambienti frequentati dai più piccoli.
Come riconoscere la tracheite nei bambini? Quando il piccolo mostra di avere mal di gola, tossisce e in genere presenta altri problemi legati all’ostruzione o infiammazione delle vie respiratorie, si immagina subito che possa avere una più comune faringite o tuttalpiù una laringite.
È opportuno comprendere quali sono le differenze tra le tre infiammazioni dell’albero respiratorio. La faringe è l’organo più vicino alla bocca, la laringe occupa una zona più bassa mentre la trachea si trova al di sotto di quest’ultima e sopra i bronchi. Per questo motivo la tracheite è un’infiammazione più difficile da contrarre.
Tra i sintomi riconosciamo prima il comune abbassamento della voce e una tosse profonda. In seguito, possono esordire stridore, quindi rumore inspiratorio di tonalità alta, e dispnea, ossia una respirazione fastidiosa e spiacevole.
Ad ogni modo, prima si riconosce la tracheite nei neonati e bambini, prima si può rimediare a questo antipatico malessere che li infastidisce. Per ottenere la diagnosi corretta, è opportuno recarsi dal pediatra e far visitare il piccolo. Il medico valuterà attraverso l’osservazione della gola e l’auscultazione quali sono le cause del disturbo e capire se si tratti di infiammazione della trachea o meno.
Se la tracheite batterica è confermata dal medico, che potrà suggerire di effettuare una laringoscopia diretta, allora si dovrà procedere con una cura antibiotica efficace contro lo Staphylococcus aureus e gli streptococchi, e sarà lo stesso specialista a effettuare la prescrizione.
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In genere la durata del malessere, se opportunamente diagnostica e curato, si aggira intorno a 7-10 giorni.
I rimedi naturali per la tracheite nei bambini non servono a curare il malessere ma possono alleviare il fastidio. In questo caso è innanzitutto consigliato far bere al piccolo molta acqua, perché lo aiuterà a rinfrescare la parte. Anche un infuso a base di camomilla può rappresentare una valida soluzione, così come sciogliere del miele nel latte, ma chiedete sempre un parere al pediatra nel caso in cui il bambino abbia pochi mesi.
Infine, potete fare dei suffumigi (noti anche come fumenti), diluendo delle gocce di olio essenziale di eucalipto o menta in acqua. Ricordate di effettuarli sempre con estrema attenzione e calma, per evitare che il piccolo paziente si scotti.
Articolo originale pubblicato il 30 maggio 2019
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