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Per molti aspetti la ritenzione idrica e il gonfiore agli arti inferiori è normale in gravidanza; scopriamo perché e come alleviare questo fastid...
Cos’è la sindrome da tunnel carpale in gravidanza: quali sono le cause, come si manifesta e come è possibile curarla.
La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è una delle patologie più frequenti che interessano le mani. È diffusa soprattutto nella popolazione femminile tra i 40 e i 60 anni e in particolare si manifesta durante la menopausa, ma può interessare le donne anche durante la gravidanza.
La sindrome del tunnel carpale consiste in una diminuzione delle dimensioni del tunnel carpale, che provoca una compressione del nervo mediano del polso e quindi scatena fastidio e dolore: vediamo perché viene e come si può curare.
Le cause della sindrome del tunnel carpale sono molteplici: un ruolo importante è rivestito dalla predisposizione individuale, e un altro fattore è dato dalla tipologia di lavoro svolto. A volte il disturbo è latente, e si sviluppa proprio durante la gestazione nelle donne già predisposte.
Durante la gravidanza l’insorgenza della sindrome è dovuta principalmente ai cambiamenti ormonali e all’aumento della ritenzione idrica, che hanno ripercussioni anche sulle terminazioni nervose poiché aumentano i liquidi contenuti nei tessuti connettivi.
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Il disturbo interessa le donne soprattutto nel corso del terzo trimestre e tende a risolversi entro i tre mesi successivi al parto.
La sindrome del tunnel carpale si presenta con formicolio e intorpidimento delle prime tre dita della mano (pollice, indice, medio) e con improvvisa perdita o calo della forza della mano che risulta, quindi, impacciata nei movimenti.
I disturbi si presentano prevalentemente durante la notte e possono arrivare a impedire il sonno della donna. Questi sintomi, nei casi più gravi, possono essere accompagnati da tendiniti, borsiti, epicondiliti interessanti l’arto superiore. Come spiegano le Linee guida della gravidanza fisiologica rilasciate dal Ministero della Salute:
I sintomi sono formicolio, dolore associato a bruciore, intorpidimento e sensazione di gonfiore della mano che si può presentare con perdita di sensibilità e delle funzioni motorie. La sindrome non è rara nella donna in gravidanza, con valori di incidenza stimati tra 21% e 62%.
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Riveste notevole importanza la diagnosi precoce della malattia tramite l’utilizzo dell’ecografia, che fornisce un insostituibile strumento per attuare una corretta prevenzione della malattia.
Per riconoscere il disturbo il medico può prescrivere alcuni specifici esami come l’elettroneurografia, che riconosce la difficoltà di motilità del nervo mediano all’altezza del canale carpale.
La terapia del disturbo, soprattutto durante la gravidanza, è volta a “sostenere” il polso con appositi tutori notturni per alleviare i sintomi. Più raramente si ricorre ad una terapia farmacologica e in alcuni casi anche ad intervento chirurgico, dopo il parto, se i sintomi non dovessero risolversi spontaneamente. Si legge ancora delle Linee guida del Ministero:
Gli interventi disponibili, valutati attraverso studi senza gruppo di confronto e di scarsa qualità metodologica (serie di casi), includono stecche per il polso e stecche per il polso combinate con corticosteroidi e analgesici. Non sono disponibili studi di valutazione dell’efficacia e della sicurezza degli interventi per il trattamento della sindrome del tunnel carpale. È necessario condurre studi per valutare l’efficacia di interventi per il trattamento della sindrome del tunnel carpale.
Se il disturbo in gravidanza diventa particolarmente intenso è possibile quindi ricorrere ad una terapia farmacologica a base di analgesici, che sarà valutata dal proprio medico.
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