La gravidanza è un periodo estremamente particolare per le donne il cui organismo è orientato prevalentemente a consentire lo sviluppo del feto e a proteggerlo da tutti gli agenti esterni che ne possano minacciare la sopravvivenza e la salute. Questo profondo cambiamento ha inevitabili effetti sulla donna, anche per quel che riguarda le modificazioni del sistema immunitario.

Questo, infatti, in maniera unica dal punto di vista biologico, si rimodula nel corso delle settimane di gravidanza per consentire al feto (di per sé parzialmente un corpo estraneo, quindi pericoloso, avendo un corredo genetico per metà proveniente dal padre) di sopravvivere e crescere. Queste trasformazioni del sistema immunitario materno rendono la donna maggiormente esposta alle infezioni, anche quelle cui abitualmente non costituirebbero un problema (come l’influenza stagionale).

Un discorso a parte merita la scarlattina in gravidanza, ovvero un’infezione di per sé molto contagiosa cui le donne sono maggiormente esposte nel caso di un secondo figlio, ovvero quando è alto il rischio di entrarvi a contatto essendo uno dei batteri più comuni dell’infanzia.

È importante chiarire quali sono i rischi dell’esposizione alla scarlattina in gravidanza, specialmente per le donne che non hanno contratto l’infezione.

Cos’è la scarlattina?

La scarlattina è una malattia contagiosa tipica dell’infanzia provocata da ceppi di SBEGA (Streptococco Beta Emolitico di gruppo A). Si tratta di una malattia esantematica, ovvero che causa macchie rosse irregolari (esantema) nella zona colpita dall’infezione.

La contagiosità della scarlattina è data dalla tossina pirogenica che entra in circolazione nell’organismo provocando i sintomi tipici della malattia. La trasmissione della malattia avviene tramite vie aerea attraverso le goccioline di saliva presenti nella tosse o negli starnuti (o in altre forme di contatto diretto) con cui si entra a contatto.

Non esiste un vaccino per la scarlattina e questa può ripresentarsi, anche se raramente, più volte durante l’infanzia.

I sintomi della scarlattina

scarlattina in gravidanza sintomi
fonte: iStock

Oltre all’esantema (che inizialmente interessa la pancia, il torace, la schiena e poi gli arti) e alla comparsa di puntini rossi sulla lingua, la scarlattina è accompagnata da mal di gola e febbre alta, questo perché è un’infezione che colpisce prevalentemente la faringe.

Parallelamente la scarlattina può provocare mal di testa e l’ingrossamento dei linfonodi del collo.

Scarlattina in gravidanza: è pericolosa?

Di per sé la scarlattina non è un’infezione grave e se prontamente trattata con gli antibiotici non costituisce mai un pericolo. Solo se non trattata in maniera adeguata la scarlattina può causare danni ai reni, al fegato, alle articolazioni e anche al cuore.

In gravidanza non ci sono prove che dimostrino la pericolosità della scarlattina, ma è comunque consigliato evitare contratti stretti con persone malate. Questo non tanto per l’infezione in sé, ma per evitare che l’aumento di febbre, gli altri sintomi o l’ulteriore indebolimento dell’organismo e del sistema immunitario possano determinare conseguenze sulla gravidanza.

Scarlattina: i rischi e le conseguenze

Come anticipato non ci sono prove sulla pericolosità della scarlattina in gravidanza, sia per la donna che per il feto. L’indicazione è quella di evitare contatti diretti per scongiurare che la febbre alta possa, anche se raramente, un parto prematuro.

In generale qualsiasi tipo di malattia a carico dell’organismo materno può rappresentare un potenziale pericoloso per la gravidanza ed è per questo che si raccomanda l’attenzione e possibilmente di evitare il più possibile, specialmente nei mesi invernali durante i quali la scarlattina è più diffusa, contatti con persone che hanno contratto l’infezione.

La scarlattina in gravidanza può essere trattata con un antibiotico compatibile con la gestazione e la maggior parte di quelli esistenti sono sicuri. La terapia tramite antibiotico viene indicata dal medico solo dopo tampone faringeo che ha confermato la presenza del ceppo di Streptococco responsabile della scarlattina. Il tampone va eseguito soprattutto in quelle mamme che hanno un figlio in età scolare che si ammala e presenta i sintomi tipici della scarlattina.

Il trattamento della scarlattina segue l’assunzione dell’antibiotico, solamente previa prescrizione medica, specialmente nelle donne in gravidanza per le quali il ginecologo valuta i sintomi e l’epoca gestazionale.

Qualsiasi farmaco da assumere in gravidanza, anche quelli antidolorifici, deve sempre ottenere l’autorizzazione del medico. Per ridurre il fastidio provocato dai sintomi della scarlattina è utile bere molti liquidi, mantenere umidi gli ambienti nei quali ci si trova e consumare cibi capaci di dare sollievo alla gola.

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  • Patologie in gravidanza