Diastasi addominale, un problema muscolare che colpisce due future mamme su tre

L'aumento del volume dell'utero (e non solo) provocano enormi sollecitazioni sui muscoli addominali materni che, in alcuni casi, possono distanziarsi eccessivamente tra loro. Si parla diastasi addominale, un infortunio muscolare che colpisce due future mamme su tre.

Quanto accade durante la gravidanza può generare una serie di conseguenze, transitorie o permanenti, nel fisico della donna. Condizioni che possono essere considerate normali in relazione al fisiologico aumento del volume dell’utero con le inevitabili sollecitazioni muscolari che si vengono a creare sul fisico.

Un fenomeno molto comune, che riguarda circa due terzi delle donne in gravidanza (e a volte anche i neonati stessi), è quello della cosiddetta diastasi addominale, ovvero il rigonfiamento nella parte centrale dell’addome. Questa condizione potrebbe essere maggiormente percepibile quando i muscoli addominali sono tesi, come quando da sdraiate si passa a una posizione seduta, ed è importante saperla riconoscere per non spaventarsi e sapere cosa fare per gestirla in maniera corretta e risolutiva.

Cos’è la diastasi addominale?

Propriamente per diastasi addominale si intende l’eccessivo allargamento dei muscoli retti, ovvero delle due grandi fasce parallele che si trovano nel mezzo dell’addome. Per questo motivo si parla anche di diastasi dei retti addominali. Per essere considerata tale la diastasi deve essere almeno di 20 mm e in alcuni casi si risolve spontaneamente, mentre in altre c’è bisogno di intervenire correttamente.

Le cause della diastasi addominale

Per comprendere meglio il fenomeno della diastasi addominale è utile un breve approfondimento sull’anatomia di questi muscoli. Il retto addominale è, innanzitutto, uno dei più importanti di tutta la parete addominale anteriore: è composto da un muscolo destro e uno sinistro e i retti sono tra loro separati dalla cosiddetta linea alba, una banda di tessuto molto resistente ma poco elastica priva di vasi sanguigni e di nervi, che spesso compare sull’addome delle donne in gravidanza.

Nel dizionario medico il termine diastasi indica la separazione e l’allontanamento di due parti che, altrimenti, sarebbero unite tra loro. Nel caso della diastasi addominale, quindi, si ha un eccessivo allontanamento del muscolo retto addominale destro dal muscolo retto addominale sinistro.

La principale causa di questo fenomeno è da individuare nei cambiamenti ormonali che provocano l’assottigliamento e l’allungamento dei legamenti che separano i muscoli addominali. Questo si verifica quando il volume della pancia aumenta come conseguenza della crescita della grandezza dell’utero che esercita, quindi, una maggiore pressione. Questa condizione è, evidentemente, fisiologica e inevitabile in gravidanza, mentre la diastasi vera e propria è da imputare a una scarsa coordinazione dei muscoli addominali o da un eccessivo allungamento che li indebolisce determinando quell’eccessivo distanziamento di cui ci stiamo occupando.

A contribuire a creare le condizioni favorevoli per la diastasi addominale ci sono anche un importante aumento di peso, una cattiva postura (soprattutto a seguito dello spostamento del baricentro) e una condizione fisica tale per cui gli addominali sono poco sollecitati (stile di vita sedentario o scarso esercizio fisico).

Donne di bassa statura o con più di 35 anni (che hanno quindi intrapreso un processo di indebolimento muscolare), che hanno avuto gravidanze multiple o con bambini più grandi della media sono maggiormente esposte alla diastasi addominale. Sono da considerare dei fattori di rischio anche una familiarità di diastasi addominale in precedenti gravidanze, così come tutte quelle patologie (tosse cronica e intensi conati di vomito) che possono sollecitare eccessivamente i muscoli addominali. Questi fattori sono quelli responsabili di diastasi addominale anche negli uomini e nelle donne non in gravidanza.

Diastasi addominale: i sintomi e come riconoscerla

Sebbene la diastasi addominale sia un fenomeno comune e strettamente legato all’evoluzione della gravidanza, non è da considerare un evento normale, ma un vero e proprio infortunio muscolare che necessita di cure. Tanto che è accompagna da una serie di sintomi non tutti piacevoli o privi di criticità.

Uno dei principali è quello di vedere una prominenza nella zona intorno all’ombelico, causata dagli organi interni che non possono più contare sulla barriera dei retti addominali che si è, appunto, allargata. Anche per questo è possibile andare incontro a ernie ombelicali.

I sintomi più comuni, oltre alle evidenti conseguenze estetiche, sono quelli legati al dolore lombare, al mal di pancia per le difficoltà nella digestione e a un importante senso di costipazione. La diastasi dei retti addominali può determinare anche delle perdite di urina, dei disturbi del pavimento pelvico, la difficoltà (e il dolore) durante i rapporti sessuali così come una riduzione della capacità di movimento e in alcuni casi anche maggiore affanno.

La debolezza della zona addominale determina anche un maggiore rischio, specie nei casi trascurati o non correttamente trattati, di lombalgia e altri problemi alla schiena, così come l’evidente difficoltà a sollevare oggetti e fare i lavori domestici e le normali attività quotidiane. In casi più rari, quando il tessuto si lacera, si possono verificare delle ernie e il parto vaginale può risultare più difficile.

Per riconoscere una diastasi addominale è possibile fare una prima autovalutazione mettendosi in posizione supina, mettendo le dita di una mano intorno all’ombelico e provando a contrarre leggermente i muscoli dell’addome. Se c’è una diastasi dei retti addominali questi saranno percepibili intorno alle dita. Ovviamente è una valutazione sommaria che deve essere poi confermata da un medico che effettui una visita clinica e, laddove lo reputi necessario, una risonanza magnetica.

Gli esercizi utili per la diastasi addominale

La diastasi addominale è una condizione che generalmente si risolve in maniera spontanea tra i tre e i sei mesi successivi al parto ma, anche considerando i rischi associati e i fastidi costanti, è utile sapere come comportarsi. Sia nelle cose da fare per prevenire e ridurne l’intensità che nelle cose da evitare per non peggiorare la situazione.

Tra queste è innanzitutto necessario evitare sforzi eccessivi, tra cui l’alzarsi e il sedersi in continuazione, in quanto si sta sollevando il peso del proprio corpo. Similmente va posta una grande attenzione ai vari esercizi di fitness, come flessioni e plank frontali, che possono aumentare la separazione dei retti addominali. In linea generale tutti gli esercizi che comportano il rigonfiamento della parete addominale, la flessione della colonna vertebrale e la torsione della parte superiore del corpo sono assolutamente da evitare.

Sono diversi gli esercizi che si possono fare per accelerare il totale recupero della diastasi addominale, in tutti i casi è fondamentale prestare attenzione alla respirazione e procedere in maniera graduale con un inizio più leggero da intensificare solamente dopo un paio di mesi dal parto.

Tra gli esercizi più utili segnaliamo quelli per contrarre i muscoli addominali restando in posizione supina. Uno di questi prevede di sollevare le ginocchia e tenerle a 90° per poi sollevare, molto lentamente, la testa portando il mento verso il petto. Una volta eseguito il movimento la posizione va tenuta per due secondi per poi tornare alla posizione di partenza, restarvi per altri due secondi e poi ripetere il movimento per 10 ripetizioni.

Un altro esercizio utile è il cosiddetto push-up in posizione verticale. Stando in piedi frontalmente a un muro, mettere i piedi uniti e distendere le braccia poggiando le mani sulla parete. Da questa posizione bisogna contrarre i muscoli addominali inclinando il corpo verso il muro piegando i gomiti verso il proprio corpo per poi tornare alla posizione di partenza facendo 20 ripetizioni.

Un esercizio utile è anche quello che prevede di mettersi a gattoni, stringere i glutei, sollevare e distendere una gamba e il braccio opposto (gamba destra e braccio sinistro, gamba sinistra e braccio destro) mantenendo la posizione per cinque secondi.

Una particolare attenzione, invece, va posta alla prevenzione che, specialmente per le donne in gravidanza, passa dalla correzione della postura, soprattutto da sedute, tenendo la schiena dritta e i piedi ben saldi a terra.

Diastasi addominale: intervento e altri rimedi

Le alternative agli esercizi che possono essere svolti autonomamente è quella di ricorrere alle sedute di fisioterapia. Questa, tramite manovre specifiche eseguite da fisioterapisti esperti, può rivelarsi utile per risolvere molti problemi legati alla diastasi dei muscoli addominali. Nei casi in cui la diastasi è più grave e l’esercizio fisico non si rivela risolutivo si valuta il ricorso all’intervento chirurgico.

Questo si esegue tramite un’addominoplastica, che in alcune regioni italiane viene erogato gratuitamente in accordo con il Servizio Sanitario Nazionale, che permette di ricostruire la parete addominale ripristinando il corretto spazio tra i retti addominali. Di per sé l’intervento chirurgico non è pericoloso, ma è comunque una soluzione invasiva che può determinare diversi effetti collaterali che possono perdurare nel tempo e rivelarsi fastidiosi.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Patologie in gravidanza