La gravidanza è una condizione che determina numerosi cambiamenti nell’organismo femminile. Questi variano sia per il momento in cui si manifestano, per la durata e per le conseguenze che determinano sul corpo della donna e sulla gestazione stessa.

Tra i cambiamenti più rilevanti, ma troppo spesso trascurati, troviamo quelli che riguardano la pelle delle future mamme. Sono infatti diversi i segni sulla pelle causati dalla gravidanza e uno dei più comuni è quello della cosiddetta linea alba (o linea nigra), ovvero lo strato di pelle scura che attraversa verticalmente la parte centrale dell’addome.

Cos’è la linea alba?

La linea alba non è propriamente la riga scura che si può formare in gravidanza, ma è una struttura anatomica che, nel secondo trimestre di gestazione, può subire quel tipo di cambiamento cromatico a livello cutaneo.

Quando si parla di linea alba, infatti, si fa riferimento alla struttura formata dall’intreccio di diversi muscoli addominali nel centro dell’addome. È una struttura che si estende dallo sterno al pube e che in gravidanza subisce diverse sollecitazioni fisiche a causa dell’aumento del volume dell’utero e modifiche a seguito dell’attività ormonale tipica delle settimane di gestazione.

In gravidanza la linea alba è una pigmentazione scura (di colore brunastro più che nera) della pelle, corrispondente all’omonima struttura anatomica, larga circa 0.5-1cm e si estende verticalmente lungo la pancia dall’ombelico al pube.

Linea alba: quando compare e quando scompare

Durante il secondo trimestre più del 90% delle donne, generalmente tra il quinto e sesto mese, vede la comparsa della linea alba. È quindi una condizione molto diffusa e più probabile nelle donne con una carnagione scura; quelle con la pelle più chiara, infatti, possono sì sviluppare una linea alba, ma generalmente è di un colore più chiaro.

Nonostante sia uno dei principali disturbi della pelle in gravidanza, la linea nigra tende a scomparire spontaneamente nel giro di pochi mesi dopo il parto, in corrispondenza della diminuzione dei livelli di estrogeno e progesterone.

L’esposizione al sole può rendere più visibile questa condizione, motivo per cui è consigliato coprire la zona della pancia e usare la protezione solare.

Linea alba: le cause

Come anticipato la linea alba è l’effetto dell’attività degli ormoni e dell’aumento del volume dell’utero. La pigmentazione di questa zona del corpo è causata dall’elevata attività ormonale durante la gravidanza. Gli ormoni più coinvolti in questo processo sono il progesterone, gli estrogeni e quello MSH, responsabili dell’aumento di melanina, il pigmento naturale prodotto dalle cellule dell’epidermide.

Diversi ricercatori considerano il processo alla base della formazione della linea alba lo stesso che causa l’oscuramento della zona intorno ai capezzoli.

Linea alba e linea nigra

Per parlare del cambiamento della colorazione di questa striscia di pelle si utilizzano indistintamente sia il termine linea alba che quello linea nigra. Come anticipato si tratta di due realtà diverse, per quanto sovrapponibili.

La linea alba, infatti, è una struttura anatomica presente nell’organismo, mentre la linea nigra è l’effetto dell’iperpigmentazione della linea alba che può avvenire in gravidanza.

Nonostante siano due termini che si riferiscono a due realtà differenti, l’uso come sinonimo è giustificato dalla contestualizzazione del fenomeno che avviene durante la gravidanza.

Linea alba e diastasi addominale

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Foto iStock

Sebbene la causa diretta della formazione della linea nigra è l’attività degli ormoni che stimolano la produzione di melanina, c’è da considerare anche l’azione determinata dall’aumento del volume dell’utero. Anche per questo, infatti, la linea nigra si sviluppa non prima del secondo trimestre. Questo aumento (sempre maggiore fino al parto) del volume dell’utero provoca, tra le altre conseguenze, la diastasi addominale, ovvero il distanziamento dei muscoli retti della parete addominale che, altrimenti, restano uniti tra loro proprio dalla linea alba.

La crescita dell’utero esercita una pressione su questa zona del corpo provocando il distanziamento di circa un centimetro tra i muscoli retti della parete addominale. Dopo il parto queste strisce muscolari ritornano alla loro posizione fisiologica ripristinando l’anatomia della zona addominale.

La diastasi addominale è un vero e proprio infortunio muscolare che si verifica laddove un’eccessiva sollecitazione determina una separazione che non si risolve spontaneamente dopo il parto, tanto che le strisce muscolari rimangono tra loro distanziate. In questi casi si va da conseguenze lievi come un leggero fastidio a complicazioni più gravi relative a nausea, incontinenza, problemi nella digestione, gonfiore e pesantezza.

Nelle forme più gravi vi è anche il rischio di un trauma dell’intestino o dello stomaco. Nelle forme più lievi è possibile intervenire con degli esercizi muscolari mirati a ripristinare il tono muscolare; in quelli più gravi si rende invece necessario il ricorso all’intervento chirurgico.

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