Il citomegalovirus è tra le cause più comuni di difetti alla nascita, ma se ne parla poco

Contrarre questo virus durante la gravidanza e trasmetterlo al feto può portare danni permanenti al nascituro. Si calcola che 1 bambino su 5 potrebbe essere soggetto a perdita dell'udito, problemi alla vista, paralisi cerebrale, difficoltà di apprendimento, diminuzione della forza muscolare e della coordinazione.

È una tra le principali cause infettive responsabile di numerosi difetti alla nascita, eppure tantissime donne in gravidanza non hanno mai sentito parlare di citomegalovirus (CMV).

È un virus appartenente alla famiglia degli Herpesvirus, diffusissimo a livello globale e, una volta contratto, rimane latente all’interno dell’organismo per tutta la vita: può riattivarsi in caso di indebolimento del sistema immunitario e si può anche essere re-infettati da un diverso ceppo.

Come si legge sul sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, si stima che dal 40 all’80% della popolazione dei Paesi industrializzati è esposto a un’infezione da CMV, e in Italia circa il 70-80% della popolazione adulta risulta positiva agli anticorpi anti-CMV.

Tra gli aspetti più importanti legati al citomegalovirus ci sono le infezioni congenite: contrarlo durante la gravidanza e trasmetterlo al feto può, infatti, portare danni permanenti anche gravi al nascituro. Si calcola che 1 bambino su 5 potrebbe essere soggetto a perdita dell’udito, problemi alla vista, paralisi cerebrale, difficoltà di apprendimento, diminuzione della forza muscolare e della coordinazione.

Eppure, nonostante queste evidenze, ancora si parla troppo poco di citomegalovirus in gravidanza. Per questo motivo, l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) incoraggia ginecologi e ostetrici a consigliare le donne in gravidanza sulla prevenzione, educando le future madri e proponendo loro un test di screening da fare nel primo trimestre, e uno anche per i neonati.

I bambini infetti da CMV alla nascita possono presentare: eruzione cutanea, ittero, microcefalia, basso peso alla nascita, epatosplenomegalia (fegato e milza ingrossati), convulsioni e retinite (retina oculare danneggiata). Dei nuovi nati circa il 10% dei mostrerà sintomi, ma questi possono anche essere correlati ad altre condizioni.

Proprio per questo un test delle urine o della saliva può essere utile per confermare una diagnosi di CMV e procedere così alle prime terapie. Se a un bambino viene diagnosticata un’infezione congenita da CMV alla nascita, può essere prescritto un farmaco antivirale per aiutare a migliorare l’udito e ridurre gli impatti sullo sviluppo a lungo termine.

Attualmente Moderna sta lavorando a un vaccino contro il citomegalovirus, e il siero è alla sperimentazione clinica di Fase III. Questo potrà certamente aiutare a prevenire l’infezione nelle donne in gravidanza e nei neonati, ma per ora la migliore prevenzione restano le corrette pratiche igieniche:

  • Lavati spesso le mani con acqua e sapone per almeno 15 secondi, soprattutto dopo essere entrato in contatto con i pannolini, la saliva o le lacrime dei bambini piccoli.
  • Evitare il contatto diretto con le lacrime e la saliva del bambino. Quindi niente baci sul viso e niente ciuccio in bocca per ripulirlo.
  • Evita di condividere cibo o utensili o di bere dallo stesso bicchiere degli altri.
  • Pulisci accuratamente i giocattoli, i piani di lavoro e i fasciatoi.
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