Anonimo

chiede:

Gentilissima esperta, le pongo subito il mio quesito.
Sono padre di un bambino di 2 anni e mezzo, il quale purtroppo sembra distaccarsi sempre più da me.
Confesso di non aver mai avuto un rapporto dolcissimo con lui, gli do l’amore che riesco a dare, anche visto il poco tempo a disposizione che posso trascorrere con lui.
Purtroppo, quando ha un comportamento che può far arrabbiare, non vedendo nella madre un atteggiamento autoritario, sono quasi sempre io a fare la voce grossa (non lo sfiorerei mai neanche con un dito).
Spesso, da ciò scaturiscono liti con la mia partner, e proprio di fronte a nostro figlio.
Aggiungo che non raramente ci sono in casa i nonni, così come molto spesso, per motivi diversi madre e bambino, sono stati costretti a volare a casa dei genitori di lei per motivi diversi, e a sostarci per periodi lunghi anche di 1-2 mesi…
Negli ultimi 3 mesi in totale avrò visto mio figlio una decina di giorni. Inoltre, come ciliegina sulla torta, mia madre è stata ricoverata per un grave problema al cuore, quindi, dal punto di vista psicologico, non mi sento sereno, e so di non riuscire a dare serenità.
Le scrivo per la classica “goccia” che in questo caso, piuttosto che dal vaso, è traboccata fuori dal mio malessere interiore..
Da alcuni giorni mio figlio, anche se vuole rendermi partecipe di ciò che fa, se mi dà il “bacino” quando mi reco al lavoro.. Dice che io sono brutto (ovviamente non è il senso estetico della parola che mi preoccupa, ma il suo eventuale significato).. e aggiunge che non mi vuole come papà.. infine.. sono l’unico al quale dice di non voler bene.. Mi aiuti, la prego..

Mi si stringe il cuore quando sento queste storie e la sofferenza che provocano in chi si trova a viverle…
I bambini hanno quella sincerità e trasparenza che solo l’infanzia a volte sa avere, ma con altrettanta innocenza feriscono più di una lama tagliente. E quando ci dicono qualcosa, è difficile far finta di niente. Si descrive come un padre poco presente, poco affettuoso, in questo periodo molto poco sereno, ma non per questo meno attento alla crescita e al benessere del suo bambino. Capisco dalla sua lettera che il suo lavoro la porta lontano da casa per lunghi periodi, e purtroppo questa è una realtà che ha un pesante contraccolpo sul rapporto con un bambino, e non potrebbe essere altrimenti. Per i bambini è fondamentale la quantità di tempo che si trascorre con loro, ma non sottovaluti la qualità. Sono molti i padri che vedono il figlio praticamente solo la domenica perché tornano da lavoro quando il piccolo già dorme. Suo figlio è piccolo, ma abbastanza grande perché lei possa parlare con lui e con parole semplici spiegargli alcune cose. Il fatto che il lavoro la porta lontano da casa, ma che non per questo gli vuole meno bene, che è dispiaciuto quanto lui di non poter trascorrere più tempo in sua compagnia. Forse sono cose che già lei fa, ma non sono mai abbastanza le parole che possiamo dire ad un bambino perché capisca che non lo si sta abbandonando e che gli vogliamo bene. I bambini piccoli capiscono i gesti, gli sguardi, gli atteggiamenti, molto più di quanto si pensi.
Leggendo tra le righe della sua lettera, però, mi sorge anche un dubbio: ma sua moglie ed i nonni che ruolo hanno nella cattiva qualità del rapporto con suo figlio? Mi parla di discussioni tra lei e sua moglie, di fronte al bambino, e questa non è affatto una buona idea. Suo figlio la vede poco, e se quando la vede la deve sentire litigare con la sua mamma, difficilmente vivrà serenamente la sua presenza. Le discussioni sull’educazione di un figlio sono qualcosa che in misura maggiore o minore riguarda ogni coppia, ma vanno gestite senza che i bambini ne siano spettatori e ne soffrano, sentendosi la causa del litigio tra mamma e papà.
Non mi racconta molto di cosa dice sua moglie al vostro bambino riguardo alle sue assenze e al suo rapporto con lui, ma credo che sua moglie possa avere un ruolo fondamentale di mediazione tra voi due, sostenendola e aiutando suo figlio a non incolparla delle sue assenze.
Suo figlio le sta dicendo qualcosa, la rende partecipe delle sue cose, gli dà il bacino, perché le vuole un mondo di bene (e non potrebbe essere altrimenti, lei è suo padre!), ma le sta anche dicendo che vorrebbe averlo più vicino e più spesso. Se questo davvero non è possibile (e si chieda se non ci sono assolutamente soluzioni a questo), allora trovi il modo perché la qualità del tempo che passate insieme sia diversa, che suo figlio capisca e senta davvero il dispiacere che lei prova, e cerchi in sua moglie e nei nonni degli alleati, che sostengano lei e il bambino in questo rapporto “a intermittenza”. Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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