Anonimo

chiede:

Gentile dott. Annona, vorrei raccontarle la mia storia. Dal 2002 al
2005 ho avuto 3 aborti fra la 17esima e la 23esima settimana con feti
nati vivi e dagli esami effettuati su di essi nulla di patologico è
emerso. Dopo il 1 aborto non ho fatto indagini particolari, dopo 9 mesi
ho riprovato e sono rimasta incinta al 2° tentativo tutto bene ho fatto
anche l’amniocentesi due settimane dopo mio marito ha avuto un infarto
per fortuna preso in tempo, dopo qualche giorno mi sono sentita male
sono andata in ospedale e il collo dell’utero era irrimediabilmente
dilatato anche se l’eco addominale mostrava, come del resto la prima
volta, un feto vivo e con battito cardiaco normale così mentre
l’ecografista mi diceva che per lui stava tutto a posto il ginecologo
che mi aveva visitata non mi aveva dato speranze (le risposte
dell’amniocentesi mostravano un feto sano). Mi sono messa in cura dal
primario dell’ospedale docente della medicina perinatale e abbiamo
fatto delle indagini: tamponi vaginali per ricerca clamidia, ureaplasma,
miceti e germi comuni dai quali è risultata un’infezione da gardnerella
e ureaplasma curata con antibiotico e risoltasi, esami immunitari,
anticorpi e tossicologici (spero di esprimermi correttamente almeno per
farmi capire) tutto nella norma, isteroscopia anch’essa negativa per
patologia, visita dal genetista mappa cromosomica mia e di mio marito
anche qui tutto nella norma cosi il ginecologo ha pensato che il 2°
aborto fosse dovuto all’infezione e al forte stress emotivo non
escludendo l’incontinenza cervicale. Passato circa un anno abbiamo
provato di nuovo e sono rimasta subito incinta tutto bene a 10
settimane abbiamo fatto i tamponi erano negativi come anche g esami di
routine che si fanno in gravidanza, visita ogni 20 gg. un martedì vado
tutto bene il venerdì accuso de dolori vado in ospedale e tutto si
ripete, non le dico la mia disperazione, e devo dire anche la
costernazione del ginecologo. Mi rivolgo anche ad un altro centro stessi
esami e diagnosi incontinenza cervicale bisogna provare con un
cerchiaggio. Dopo la visita d controllo passati 5 mesi riprovo so che
avrei dovuto aspettare di più ma vista l’età pensavo sarebbe stato più
difficile invece al 1° tentativo ero incinta gravidanza monitorata si
dall’inizio anche con eco transvagianle (per fortuna questa volta si)
alla 16esima settimana mi hanno fatto cerchiaggio è andato tutto bene
non ho avuto né contrazioni né perdite sono rimasta altri 8gg in ospedale
per i primi 3 dopo l’intervento vasosuprina per endovena e antibiotico,
senza alzarmi mai, dopo vasosuprina per via orale mi alzavo solo per
andare in bagno, ora sono alla 19 esima fra qualche gg. dovrei alzarmi
un po’ e interrompere la terapia ma ho paura e vorrei continuare cosi per
il resto della gravidanza. C’è qualcos’altro che posso fare per
salvaguardare la gravidanza? Mi chiedo quante possibilità ho di
portare avanti e se dovrei ancora fare eco transvaginale visto che
quando sono stata dimessa mi hanno solo visitata. Un’ultima cosa perché
l’eco transvaginale le precedenti gravidanze non mi è stata mai fatta.
La ringrazio, spero di non averla annoiata troppo e le porgo cordiali
saluti.

Anche se non c’è unanime convinzione sull’utilità del cerchiaggio, direi che
dopo tre aborti con le caratteristiche descritte, è tassativo ricorrervi.
Ora cosa dirle sul riposo da osservare? Facciamo un po’ di ipotesi: Caso 1:
io le dico di alzarsi, lei mi abortisce e attribuisce a questo mio
“sconsiderato consiglio” la responsabilità dell’aborto. Caso 2, le dico di
non alzarsi e lei mi abortisce ugualmente: risultato lei maledirà l’intera
classe medica, me compreso, per non essere stata in grado di fare qualcosa
di buono per lei. Caso 3, le dico di non alzarsi, lei non mi ascolta, non
abortisce, la gravidanza va benissimo e io ero uno stupido a volerla
torturare a letto per il resto della gravidanza. Caso 4, le dico di alzarsi,
tutto va bene, tutti felici e contenti. Lei mi dirà: “possibile che non ha
esperienza sufficiente per dirmi cosa fare?”. E invece è proprio così, non
esistono statistiche sufficienti e studi controllati per stabilire con
certezza l’utilità di queste procedure e quindi si può sbagliare comunque si
faccia. Allora facciamo così. Innanzitutto lei deve ascoltare il suo
ginecologo perché la conosce sicuramente meglio di me. Se lui è
dell’opinione di autorizzarla ad alzarsi e ad interrompere la terapia, lei
lo faccia, ma non esageri e conduca comunque una vita tranquilla, senza
stress psico-fisici. Credo che questa sia la soluzione più ragionevole. Per
la questione dell’ecografia transvaginale, consideri che negli ultimi anni è
divenuto più ampio il ricorso ad essa, anche per una maggiore consapevolezza
delle pazienti sulla sua grande utilità. Grazie anche a questo la proponiamo
sempre più spesso. Negli anni passati molte inorridivano all’idea di questo
esame, cosa che oggi ci contesta solo qualche nonna un po’ antiquata.
Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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