Anonimo

chiede:

Buonasera, sono qui a porvi l’ennesima domanda sull’atonia uterina. A inizio febbraio ho partorito naturalmente due gemelli bi-bi. In seguito ho avuto un brutto caso di atonia uterina, non ho potuto vedere i miei bambini, mi hanno tamponato l’utero, embolizzato le arterie uterine, e ho dovuto rinunciare all’allattamento. Premetto che la “ferita” psicologica la sento ancora fresca, molto. Non credo dimenticherò mai la paura provata, e purtroppo la risposta “può succedere” proprio non mi basta. Mi chiedevo: può avere influito la terapia a base di tractocile che mi è stata fatta a 32+3? Mi sono recata in ospedale con contrazioni (credo, era la mia prima gravidanza, sentivo dolori frequenti e ho preferito farmi visitare), lì il medico mi ha visitata e, allarmato dal collo corto, ha iniziato la terapia. Il monitoraggio è stato fatto una mezzora dopo, e a quel punto le contrazioni non c’erano più. Ho fatto 4 giorni di tractocile, poi progesterone e magnesio per una settimana. La cosa che mi lascia perplessa, è che dopo quel ricovero, io ho smesso di sentire i movimenti dei miei bambini, e anche le contrazioni. Il travaglio non partiva nonostante il peso fosse importante e la dilatazione passiva aumentava sempre più. Alla fine hanno dovuto rompermi le acque. Ecco, può essere che quella terapia mi abbia bloccato l’utero e causato la complicanza? Grazie mille.

Proviamo un po’ a fare un altro ragionamento. Lei, in attesa di due gemelli, un evento sicuramente felice, a 32 settimane ha una minaccia di parto prematuro, ma il medico trascura il caso, nonostante sia noto che le gravidanze gemellari sono ad alto rischio di parto prematuro. Lei va a casa e dopo poche ore torna in ospedale e partorisce due gemelli prematuri, che non riescono a respirare autonomamente, devono essere assistiti in terapia intensiva neonatale, vengono intubati e riescono a sopravvivere con qualche esito solo per fortuna non grave… e non voglio farla più tragica. Ecco, mi dica in questo caso quale sarebbe stata la sua domanda. Quando un medico adotta una terapia o un qualunque provvedimento, lo fa avendo a cuore la salute di mamma e bambini e fa il bilancio rischi/benefici di tutte le procedure scegliendo il miglior rimedio. E tutto questo glielo dico convinto che la terapia con il tractocile, per quanto efficace, non sia in grado di bloccare i recettori dell’utero allo stimolo delle contrazioni addirittura due mesi dopo la somministrazione. Quindi stia tranquilla che non è stata quella la causa della complicazione. È piuttosto la sovradistensione dell’utero che provoca uno slaminamento delle fibre muscolari e quindi l’inefficacia della contrazione postpartum. Sia felice dei suoi due bimbi nati in salute, maturi e con una buona e vigorosa respirazione spontanea e autonoma. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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