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Si sa, la bella stagione porta con sé sole, giornate che si allungano e temperature che si alzano e ci permettono di trascorrere più tempo all’aria aperta.
Ed è per questo che per molti primavera è indice di buon umore, energia e positività. Per molti ma non per tutti: oltre alla temuta prova costume, il 33,6% degli italiani associa la primavera all’arrivo delle allergie e al malessere che esse portano con sé. È quanto emerge da un’indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) effettuata a febbraio 2017 su 1.000 cittadini.
La ricerca evidenzia quanto le allergie siano un problema di salute diffuso: circa il 40% del campione dichiara di soffrire di una qualche forma allergica e, in particolare, la quota di allergici che soffrono inesorabilmente tutte le primavere, spesso o sempre, è pari al 19,5% del campione, percentuale in aumento rispetto al 16,7% rilevata nel 2014.
E se non si rilevano significative differenze tra uomini e donne, quello della rinite allergica sembra essere un problema che riguarda in misura crescente i giovani: uno su quattro dei rispondenti under 30 si dichiara allergico.
“Il calcolo di prevalenza riferisce un 30% circa di adolescenti con rinite, con trend in crescita – dichiara il Prof. Giorgio Walter Canonica, Presidente SIAAC, Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica – si è calcolato che questa stessa popolazione potrebbe arrivare al 50% nel 2020”.
Starnuti (62,1%), prurito agli occhi (57,5%), lacrimazione (47,7%) e naso chiuso (39,4%) i sintomi più fastidiosi delle allergie, rappresentano fattori limitanti per gli impegni quotidiani: quasi il 45% degli intervistati ha dichiarato di non dormire bene la notte, il 32,5% di avere difficoltà a concentrarsi mentre, soprattutto i giovani, affermano di “sentirsi malati”.
“Difficoltà del sonno e conseguente irascibilità sono tra gli effetti più fastidiosi per chi soffre di allergie primaverili. Questo condizionamento negativo nel riposo notturno limita il rendimento del soggetto allergico – afferma il Prof. Giorgio Walter Canonica – riduce drasticamente la produttività lavorativa per gli adulti e dello studio nei giovani o bambini. Questa è la conseguenza più impattante anche a livello di costi sociali che la rinite allergica si porta dietro”.
E se con il passare dell’età l’allergia viene vissuta meno come una malattia ma più come fastidioso elemento di disturbo della vita di tutti i giorni, i suoi sintomi condizionano non solo chi ne soffre ma limitano anche la quotidianità e le abitudini della vita dell’intera famiglia.
L’irritabilità e il cattivo umore causati dall’allergia possono creare situazioni di contrasto e litigi in famiglia (41,6%), limitarne la vita all’aria aperta (40%) e le interazioni sociali (21,1%). Insomma, l’allergia rende la vita familiare più pesante e difficile, ancor più se si hanno figli piccoli che, in caso di allergie, diventano ingestibili.
Per tenere a bada i sintomi delle allergie primaverili, quasi la metà degli italiani fa ricorso ai farmaci senza obbligo di prescrizione (antistaminici e antiallergici, decongestionanti, vasocostrittori e corticosteroidi) che conoscono per esperienza, percentuale in aumento rispetto al 2014 (42,5%) e che sale al 56,1% tra coloro che dichiarano di soffrire di rinite allergica tutti gli anni. Inoltre, circa il 32% si affida al consiglio di uno specialista della salute, il medico o il farmacista. Una quota non minoritaria (18,6%) si affida a prodotti naturali mentre solo il 6,8% dichiara di aver ricorso al vaccino.
Più in generale, si rileva un’alta propensione a combattere i sintomi delle allergie respiratorie tanto che, rispetto ai dati della medesima indagine effettuata nel 2014, diminuisce di 9 punti percentuali – attestandosi al 13,3% – la fetta di coloro che dichiarano di aspettare che l’allergia passi da sola.
“L’incidenza di allergie respiratorie è in costante aumento ed è correlata non solo a fattori genetici ma anche a stile di vita e a fattori ambientali – aggiunge il Prof. Canonica – in linea di massima la percentuale di persone che soffrono di allergie si attesta intorno al 40% della popolazione generale, confermando il risultato della recente indagine di Assosalute. È un dato di fatto che il soggetto allergico – conclude il Prof. Canonica – ha sicuramente imparato a gestire con soddisfazione i sintomi più comuni della rinite anche attraverso l’impiego di i farmaci da banco. È comunque molto importante ricordare ai pazienti di far ricorso al consiglio del farmacista o del medico per gestire al meglio la sintomatologia”.
Articolo originale pubblicato il 15 marzo 2017
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