Il nome Umberto è sicuramente importante, e, per quanto poco scelto dai genitori italiani oggi, è piuttosto diffuso nel nostro Paese, con circa 132 mila persone che lo portano. Secondo i più recenti dati Istat, risalenti al 2019, invece, viene assegnato ad appena lo 0,8% dei neonati.

L’onomastico si festeggia il 6 settembre, in onore di Sant’Umberto di Maroilles. Umberto è giunto all’italiano dalla forma latina Umbertus, che a sua volta deriva dall’antico germanico Hunberct, scomponibile in questo modo: la prima parte può fare riferimento a hun, “guerriero”, ma anche a Hünnen, “unno”, mentre il secondo è beraht (o berht, berhta), ossia “famoso, illustre” (questa desinenza assume lo stesso significato in nomi come Adalberto, Gilberto, Uberto).

Il significato del nome può quindi essere interpretato come “famoso guerriero“, “potente illustre”. Una terza interpretazione fa riferimento alla parola hunna, che significa “piccolo orso”, e porta quindi a “piccolo orso illustre”.

Nel nostro Paese, come detto, da qualche anno viene scelto molto poco, ma la sua massima diffusione è comunque nel Nord Italia. Non possiamo dimenticare che in Italia la popolarità del nome Umberto è da attribuire soprattutto al fatto di essere appartenuto a tre conti della Casa Savoia, Umberto Biancamano, Umberto il Rinforzato e Umberto il Santo, ma soprattutto al re Umberto I, che regnò dal 1878 al 1900, anno in cui fu ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci.

Negli altri Paesi, pur essendo stato portato dai Normanni, non sembra aver mai raggiunto un’ampia diffusione nella sua variante Humbert (o Humberto, per spagnoli e portoghesi).

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