Durante la gravidanza il fabbisogno di ferro subisce un forte incremento, al fine di sopperire alle aumentate esigenze metaboliche della mamma e del feto (aumento fisiologico del volume plasmatico). Scopriamo quindi come prevenire un’eventuale carenza, responsabile di una condizione patologica nota come anemia sideropenica.

L’alimentazione e la salute sono sempre importanti, ma lo sono ancora di più durante la gravidanza quando la donna deve sostenere lo sviluppo del bambino che porta in grembo. Il ferro, come detto in precedenza, insieme alla molecola di emoglobina del sangue è coinvolto nel trasporto di ossigeno, ed è quindi fondamentale per il funzionamento di tutte le cellule e degli organi. Durante la gravidanza il suo fabbisogno aumenta progressivamente nel secondo e terzo trimestre, con un massimo dopo 30 settimane, quando lo sviluppo fetale è più rapido.

Una grave carenza di ferro durante la gestazione può alterare la crescita e lo sviluppo del feto, aumentando il rischio di parto pretermine  e basso peso alla nascita. La gestante, inoltre, può presentare i tipici sintomi come stanchezza, letargia, vertigini e debolezza.  micronutriente.

Secondo studi recenti, inoltre, livelli inadeguati di ferro durante la gravidanza si assocerebbero a un aumentato rischio cardiovascolare per il nascituro in età adulta.

Perché il ferro è importante?

Il ferro gioca un ruolo fondamentale nella salute umana, infatti non è coinvolto soltanto nella sintesi dei globuli rossi (eritropoiesi) e nel trasporto dell’ossigeno, ma svolge importanti funzioni nei processi enzimatici, di trascrizione genica, nel corretto funzionamento del sistema immunitario e nello sviluppo neuro-cognitivo.

Il sistema nervoso si forma a partire dal concepimento, e l’accrescimento cerebrale prosegue nel corso dei mesi. Dalla 24a settimana di gestazione la crescita cerebrale avviene in maniera esplosiva: il peso dell’encefalo aumenta di cinque volte dalla 24a settimana fino al termine del periodo gestazionale. Dalla nascita fino ai primi 2 anni di vita la crescita cerebrale del bambino prosegue con ritmi sostenuti, duplicando il volume nel primo anno di vita e raggiungendo l’80-90% del volume cerebrale dell’adulto entro il secondo anno di vita.

Durante questa fase di rapido accrescimento, il cervello è particolarmente sensibile agli insulti ambientali, come ad esempio una carenza di ferro. I meccanismi attraverso cui la carenza di ferro condiziona lo sviluppo psico-motorio e la capacità di apprendimento sono noti solo in parte.

Il ferro è un cofattore importante di alcuni enzimi, come la monoamino-ossidasi e l’aldeide ossidasi, che hanno un ruolo importante nel metabolismo di alcuni neurotrasmettitori, come le catecolamine e la serotonina. La concentrazione di questi enzimi sembra essere ridotta nei bambini con carenza di ferro.

Di conseguenza, la carenza di ferro può potenzialmente causare disturbi nella capacità di apprendimento e nello sviluppo psico-motorio. I bambini carenti di ferro possono presentare una scarsa intelligenza (basso QI), una bassa cognizione (deficit di attenzione), scarse capacità motorie e problemi comportamentali nei bambini piccoli, con effetti anche a lungo termine.

1. Non tutto il ferro è uguale

Come riportato su RTE, il ferro si trova in alimenti diversi, non solo carne ma anche verdure a foglia verde, legumi e frutta secca. Il ferro negli alimenti si trova in due forme:

  • ferro eme o ferroso (generalmente di derivazione animale, più biodisponibile)
  • ferro non eme o ferrico (generalmente di derivazione vegetale, per essere assorbito a livello intestinale deve essere prima trasformato i ferro ferroso).

Rispetto al ferro eme, che si trova nei prodotti animali ed è assorbito più facilmente dall’organismo, quello non eme, che si trova principalmente nei prodotti a base vegetale, per il suo assorbimento risente negativamente di altri costituenti presenti nella, come fitati, calcio, fosfati e fibre. Uno degli accorgimenti che permette un assorbimento del ferro non emico consiste nell’assumere contemporaneamente fonti di vitamina C, come ad esempio agrumi.

2. Controlla sempre l’etichetta nutrizionale

In alcuni casi, quando l’alimentazione non risulta sufficiente a soddisfare il fabbisogno in ferro (diete vegetariane o vegane) potrebbe essere utile fare ricorso ad alimenti fortificati con ferro.

I prodotti fortificati sono alimenti ai quali è stato aggiunto questo nutriente. È importante quindi acquistare pane e cereali opportunamente fortificati.

3. L’importanza degli abbinamenti

Come detto in precedenza l’assorbimento del ferro non eme può essere influenzato positivamente o negativamente da altri alimenti presenti nella dieta. I principali fattori alimentari che limitano l’assorbimento del ferro, se assunti contemporaneamente, sono:

  • Acido ossalico e ossalati: rabarbaro, spinaci, bietole contengono alte concentrazioni di ossalati, in forma solubile o insolubile. La scarsa solubilità degli ossalati sembra inibire l’assorbimento di ferro.
  • Acido fitico e fitati. I fitati, presenti in cereali, legumi, semo oleosi e frutta oleaginosa, hanno invece una capacità riconosciuta di inibire l’assorbimento del ferro, in maniera dose-dipendente. Questo effetto può essere contrastato dall’assunzione, nello stesso pasto, di acido ascorbico (vitamina C).
  • Polifenoli: i polifenoli sono componenti non nutrienti di frutta e verdura, di cui sono soprattutto ricchi frutti di bosco, spezie, semi, farina integrale, ma anche tè, caffè, cacao amaro, vino rosso, alcune tisane. I polifenoli legano il ferro formando dei complessi che ostacolano il suo assorbimento a livello intestinale.

Tra i fattori che invece promuovono l’assorbimento del ferro non eme possiamo sicuramente ricordare:

  • L’acido ascorbico o vitamina C
  • Acido lattico.

La vitamina C, che si trova principalmente in frutta e verdura come arance, fragole, peperoni e pomodori, aiuta il corpo ad assorbire il ferro. Le donne dovrebbero consumare cibi ricchi di vitamina C insieme a cibi ricchi di ferro, specialmente se di origine vegetale. L’acido lattico facilita l’assorbimento del ferro, per tale ragione il consumo di cereali fermentati risulta molto utile. La fermentazione di alcuni cereali da parte di alcune specie batteriche come i lattobacilli produce molto acido lattico che resta nel prodotto finito.

4. Parla con il tuo medico

Parla con il tuo medico, poiché il monitoraggio e la valutazione regolare del tuo livello di ferro durante la gravidanza è importante per prevenire una carenza. Se un livello di ferro inadeguato, il medico e ginecologo può prescriverti un integratore.

5. Inizia col piede giusto

Diversi dati epidemiologici indicano che la maggior parte delle donne in età fertile ha scarsi depositi di ferro a causa di una dieta povera di questo nutriente. Oltre all’alimentazione, altri fattori possono influenzare negativamente l’assorbimento di ferro: tra questi  possiamo ricordare il fumo e l’obesità.

Data la maggiore richiesta di questo minerale durante la gravidanza, le donne devono prestare attenzione all’alimentazione anche durante il periodo pre-gestazionale. Le donne alla ricerca di una gravidanza dovrebbero quindi essere incoraggiate a mangiare quotidianamente cibi ricchi di ferro come carne magra e pesce (ricchi in ferro emico), legumi, frutta secca e ortaggi a foglia verde scura (fonti di ferro non emico).

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  • Alimentazione