Non solo visite via videocall: cos'è la tele-pediatria e cosa sarà

Non solo visite di controllo tramite chiamate video, ma anche orologi, magliette e tatuaggi che indicheranno al medico i valori che si desiderano monitorare, in tempo reale e a distanza.

La tecnologia avanza e si mette al servizio della cura dei più piccoli, non solo attraverso le video call, ma anche con innovazioni che permettono ai pediatri di essere più presenti, e di avere dati sempre più aggiornati sulla salute dei loro pazienti.

Non solo visite di controllo tramite chiamate video, ma anche orologi, magliette e tatuaggi che indicheranno al medico i valori che si desiderano monitorare, persino un device che i genitori possono utilizzare per far sentire il battito del cuore di loro figlio al pediatra. Un modo per avere tutto sotto mano in tempo reale e agevolmente anche a distanza.

La tele-pediatria non è solo futuro, quindi, ma una realtà che sta prendendo sempre più piede, grazie a chi crede nelle sue potenzialità, come la Società Italiana di Pediatria, che recentemente ha messo in piedi una commissione, coordinata dal Professor Giorgio Perilongo, professore Ordinario di Pediatria del Dipartimento Salute della Donna e del Bambino dell’Università degli Studi di Padova, per capire come rendere sempre più accessibile questo strumento a medici e famiglie.

Come ormai chiaramente dimostrato dalla storia passata della Pediatria – si legge i nel documento della Commissioneè da prevedere che gli innovativi sistemi e i modelli futuri di erogazione delle cure diretti alla popolazione pediatrica dovranno tener conto della ‘specificità pediatrica’. Essi pertanto non potranno trovare immediata ispirazione da quelli che verranno pensati e programmati per la popolazione adulta, bensì dovranno essere il frutto di elaborati ad hoc diretti alla cura del bambino e della bambina e della sua famiglia”.

“La tele-pediatriasottolinea il professor Perilongosi candida in prima istanza a soddisfare alcune esigenze di cura che riguardano i pazienti cronici: non sostituisce il primo approccio con il malato ma è una valida alternativa specie per i bambini con patologie croniche, che sono in aumento. L’esempio classico sono bimbi con epilessia, diabete, cardiopatie o in follow-up oncologico o che necessitano lunghi programmi di riabilitazione fisica e ‘psichica’”.

L’obiettivo che la commissione insegue è, quindi, formare i medici e fargli conoscere le innovazioni che la tecnologia offre, in modo da poter essere sempre più ‘connessi’ con i piccoli pazienti e le loro famiglie: “Tra le attività della Commissione – continua Perilongo – sono previsti workshop, momenti di condivisione di esperienze ed educativi, a partire dal Congresso di Pediatria 2023 a Torino”.

“Servono scelte politiche strategiche sul tema della telemedicina e della digitalizzazione dei dati cliniciprosegue – solo così anche tutti gli specialisti, giovani e meno giovani, potranno essere spinti all’utilizzo di queste tecnologie. L’obiettivo, inoltre, è che non si creino ulteriori disparità tra le varie realtà del Paese, nelle quali la sanità è più o meno sviluppata in termini di innovazione”.

Ci sono però alcune cose su cui il medico che si rapporta al paziente attraverso la tele-pediatria deve fare ancora più attenzione: “Da remotoconclude l’esperto – ancora più che in presenza, l’attenzione da parte del pediatra deve essere massima rispetto alle parole non dette. Questo perché durante un consulto online non vi è contatto fisico, si leggono meno le sfumature delle espressioni del viso e dell’atteggiamento, sia del bambino che della sua famiglia”.

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