Il diritto alla salute non è uguale per tutti i bambini, poiché molto spesso l’accesso alle cure mediche adeguate dipende dalla regione in cui si vive.
Questo è quanto è emerso da uno studio pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics, condotto su un campione di bambini al di sotto dei 15 anni e residenti in Italia nel 2019. Dai risultati si è potuto notare come, almeno un minore che vive nel Sud Italia, ha un rischio pari a circa il 70% di doversi spostare in altre regioni per poter ricevere cure mediche adeguate.

La migrazione sanitaria in Italia

Questo fenomeno è stato definito come migrazione sanitaria, che non fa altro che accentuare le disparità economiche e sociali tra le famiglie italiane. La situazione, inoltre, secondo quanto riportato dalla SIP peggiora in caso di malattie croniche, poiché spesso i bimbi affetti da malattie gravi o rare non ricevono cure mediche idonee nelle regioni del Mezzogiorno.

Ciò che ha causato questa disparità sanitaria tra i bambini e le loro famiglie è la disomogenea distribuzione di centri di assistenza pediatrica e, soprattutto, la minor presenza sul territorio delle regioni meridionali di centri specializzati per malattie rare; motivo per cui i bimbi affetti da patologie gravi hanno un rischio maggiore di non poter ricevere cure e trattamenti nella loro terra d’origine.

Ovviamente, questo flusso migratorio ha un enorme costo sull’economia delle singole regioni; ad esempio, come si legge nell’articolo di Annamaria Staiano, Presidente della Società Italiana di Pediatrica, e pubblicato su Il Messaggero, la regione Campania che ha il numero maggiore di bambini nella fascia di età 0-14 anni, spende circa 25 milioni di euro per finanziare i ricoveri fuori regione dei piccoli pazienti.

Un altro dato interessante, emerso dallo studio, è che questo flusso migratorio dal Sud Italia al Nord, solo nel 2019, è costato circa 103,9 milioni di euro.

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