Secondo un sondaggio sviluppato dall’Università del Michigan Health, 4 genitori su 5 affermano che i loro figli non siano grati come dovrebbero.

Nella ricerca sviluppata, è emerso che i modi più comuni in cui i genitori insegnano ai figli la gratitudine sono le due paroline magiche: “per favore e grazie”, seguiti da diversi compiti di routine quotidiana. Poco più di 1/3 dei genitori usa, invece, strategie come regalare i propri giocattoli, vestiti o dire una preghiera di ringraziamento.

I genitori pensano che i loro figli non siano grati come dovrebbero, il sondaggio

Quasi tutti i genitori coinvolti nel sondaggio hanno affermato che insegnare la gratitudine ai propri figli è una priorità ma che questi ultimi non sono poi così grati nei loro confronti.

Il sondaggio, condotto dal CS Mott Children’s Hospital dell’Università del Michigan, ha esaminato il comportamento di un campione di genitori a livello nazionale che avevano figli di età compresa tra i 4 e i 10 anni.

L’obiettivo del sondaggio non era quello di definire intenzionalmente la gratitudine, bensì di capire come i genitori interpretassero la parola stessa. La Dott.ssa Sarah J Clark, autrice del test psciologico, sulla CNN ha affermato:

La mia speranza è che un sondaggio come questo faccia sì che alcuni genitori si fermino e pensino, “Siamo determinati nell’insegnare ai nostri figli come essere grati?”

Gli studi hanno scoperto che esprimere gratitudine può migliorare la salute mentale sia dei bambini che degli adulti ma i bambini non sviluppano automaticamente la gratitudine: i genitori devono modellare e creare strategie per insegnare ai bambini questi comportamenti.

La gratitudine si fonda principalmente sui giudizi positivi o negativi che i bambini percepiscono dai propri genitori, così come dalle emozioni e i comportamenti che si adottano. Non basta, quindi, solo parlare di gratitudine ma agire intenzionalmente affinché il bambino ne comprenda il vero significato.

Ad avvalorare questa tesi, la Dott.ssa Ashley Ruba, ricercatrice presso il Child Emotion Lab dell’Università del Wisconsin-Madison, ha detto:

Quando i genitori parlano ai loro figli di emozioni, sia positive che negative, i bambini hanno una migliore comprensione di ciò che sentono e di come reagire.

La gratitudine può essere socializzata in un modo simile… avendo effettivamente conversazioni su cose per cui sei grato e perché sei grato per queste cose.

Il “momento insegnabile” della gratitudine

In un periodo complicato come quello che stiamo passando con una pandemia in corso, l’ansia e gli stati d’animo depressivi hanno inciso notevolmente anche sul comportamento dei più piccoli.

In questo scenario, la gratitudine ha poco spazio di esistere (purtroppo). Ma nulla è perso e, infatti, la Dott.ssa Ruba ha suggerito ai genitori di utilizzare il diario della gratitudine per poter insegnare ai propri figli come apprenderla.

L’isolamento sociale e la mancanza di scuola hanno spaventato i bambini più piccoli. Ma strategie come discutere i sentimenti dei bambini e tenere un diario della gratitudine possono aiutare a superare questo disagio.

Secondo uno studio recente, il 67% dei bambini tra i 3 e i 6 anni percepisce le emozioni sul viso degli adulti anche dietro le mascherine. Quindi, anche se molte volte è difficile avere la giusta prospettiva del futuro, i genitori dovrebbero sforzarsi ad esprimere le emozioni positive. La Dott.ssa Clark ha affermato che:

I regali di Natale e le donazioni sono un punto di partenza perfetto per esercitare la gratitudine, specie ora che ci avviciniamo alle festività natalizie. I genitori potrebbero inserire un biglietto di ringraziamento quando donano il regalo ai propri bimbi o aggiungere un’attività di volontariato alle tradizioni natalizie della famiglia.

Non è mai troppo tardi per iniziare. L’intera stagione delle vacanze sono un momento davvero facile per insegnare ai bambini la gratitudine. È quello che chiamiamo il momento insegnabile.

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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)