Fumo e paracetamolo in gravidanza favorirebbero una pubertà precoce nei figli. Ad affermarlo sono due distinti studi pubblicati a distanza di pochi giorni in settembre sull’American Journal of Epidemiology, condotti da un team di ricercatori dell’Università di Aarhus, in Danimarca.

Lo studio riguardante il fumo ha analizzato la comparsa di pubertà precoce nei figli di donne che avevano consumato un certo numero di sigarette durante la gravidanza. Oggetto della ricerca sono state 15.819 donne in gravidanza e i loro figli nati tra il 2000 e il 2003. Gli scienziati hanno chiesto alle madri di compilare un questionario durante la gravidanza e a partire dal compimento dell’undicesimo anno di età dei figli, che sono stati a loro volta sottoposti a questionari specifici per individuar la comparsa dei sintomi puberali.

Dai risultati è emerso che i figli delle donne fumatrici (sia maschi che femmine) hanno un rischio molto più alto di anticipare la pubertà. Nello specifico, i figli di donne che avevano fumato più di 10 sigarette al giorno durante la gravidanza sono entrati nella pubertà circa 3-6 mesi prima rispetto ai coetanei figli di donne non fumatrici.

Si tratta di un dato di grande interesse dal momento che secondo i recenti dati del CDC (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie), 1 donna su 14 non smette di fumare durante la gravidanza, nonostante le controindicazioni mediche.

Lo studio riguardante il paracetamolo ha invece analizzato la correlazione tra utilizzo di antidolorifici con questo farmaco durante la gravidanza e l’età della pubertà nei figli. Solitamente il manifestarsi dei sintomi classici della pubertà (seno, brufoli, ciclo mestruale, crescita pilifera) avviene attorno agli 11 anni ma, secondo quanto emerso da questo studio, più lungo era il tempo in cui si assumeva paracetamolo in gravidanza, prima si verificava la pubertà nelle ragazze.

Sono stati analizzati 15.822 ragazzi e ragazze in età puberale all’interno della Danish National Birth Cohort e, in totale, il 54% delle madri ha indicato l’uso di paracetamolo almeno una volta durante la gravidanza.

Tra il 2012 e il 2017, i figli e le figlie hanno fornito informazioni sulla comparsa di sintomi puberali ogni sei mesi dagli 11 anni fino alla completa maturazione sessuale e i risultati hanno dimostrato che, in media, le ragazze raggiungevano la pubertà tra un mese e mezzo e 3 mesi prima se le madri avevano assunto antidolorifici per oltre 12 settimane durante la gravidanza. Nessun cambiamento significativo invece è stato riscontato per i ragazzi.

Non è la prima volta che l’assunzione di antidolorifici in gravidanza viene analizzata per studiarne gli effetti. Attualmente l’utilizzo non è vietato in assoluto ma rimane l’indicazione di assumerli con parsimonia, alla luce dei risultati di alcuni studi che hanno analizzato le possibili conseguenze di un uso eccessivo, come la riduzione della capacità riproduttiva dei figli.

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