Il contatto tra genitori e neonati è un importante canale di comunicazione, cura, affetto, legame. Un particolare tipo di contatto, chiamato “tocco affettivo” permette di attivare delle fibre nervose periferiche specializzate, le afferenze C-tattili (CT), con benefici per i piccoli e per il loro bonding con i genitori.

Cos’è il tocco affettivo?

Non tutti i tocchi e i contatti pelle a pelle sono uguali. Quando parliamo di “tocco affettivo” facciamo riferimento a una connessione interpersonale – in questo caso tra il neonato e i suoi genitori o caregiver – simile a una carezza, lento e delicato. La velocità ideale varia tra 1 e 10 centimetri al secondo, mentre la temperatura deve essere quella della pelle. Anche la durata del contatto e la sua “consistenza” influiscono sulla gradevolezza, attivando specifiche afferenze dette C-tattili (CT).

Il termine “affettivo” è stato coniato come opposto a “discriminativo”, che, spiega uno studio,

si riferisce al rilevamento, differenziazione e identificazione degli stimoli esterni attraverso le loro caratteristiche sensoriali come pressione, vibrazione, consistenza e attrito. Questo tipo di informazioni viene trasportato dalle fibre A-beta a conduzione rapida. L’input dall’attivazione A-beta e CT è un’importante fonte di informazioni che guida le deduzioni della persona toccata sullo scopo/significato percepito del tocco.

I benefici del tocco affettivo per i neonati

Sono ormai noti e studiati i benefici del contatto pelle-a-pelle tra il neonato e i suoi caregiver. Il tocco affettivo, però, attraverso le sue caratteristiche particolari, può avere effetti e benefici specifici.

Secondo lo studio The Role of Affectionate Caregiver Touch in Early Neurodevelopment and Parent–Infant Interactional Synchrony, infatti, sembra promuovere lo sviluppo dei circuiti neurali coinvolti nelle forme sociali di apprendimento, nonché nella motivazione e nell’elaborazione della ricompensa.

Non solo: il tocco affettivo sarebbe anche un importante mezzo di regolazione delle emozioni, spiegano gli autori di un altro studio, The role of affective touch in modulating emotion processing among preschool children:

Le esperienze tattili effettive sono al centro delle interazioni interpersonali fin dalle prime fasi della vita e rappresentano un fondamento per le traiettorie di sviluppo autoregolamentato, socioemotivo e cognitivo. Alla nascita, i neonati mostrano già sensibilità al tatto affettivo, modulando il loro stato fisiologico a seconda del tipo di stimolazione tattile che ricevono […] In effetti, è stato segnalato che il tocco affettivo è efficace nel promuovere la regolazione emotiva dei bambini in situazioni di disagio.

Ad esempio, è stato dimostrato che il tocco dei genitori è efficace nel ridurre i pregiudizi dell’attenzione dei bambini verso stimoli minacciosi (ad esempio, facce arrabbiate) e nell’aumentare la fiducia nei bambini con maggiore ansia sociale.

Il tocco affettivo e il bonding

Il tocco carezzevole è un modo efficace per comunicare emozioni e creare legami sociali, ma anche uno dei mediatori chiave del bonding con ii genitori. Il tocco affettivo, infatti, può fornire un percorso unico ed essenziale per raggiungere la “sincronia” durante le interazioni genitore-bambino, ovvero la coordinazione interpersonale dei ritmi comportamentali e neurofisiologici, un’esperienza che nei primi anni di vita fa avanzare l’elaborazione sensoriale, potenzia l’apprendimento, regola le emozioni e l’eccitazione e promuove un legame di attaccamento stabile tra il bambino e il suo caregiver.

Le esperienze di tocco affettivo, mediate dal sistema CT, spiega lo studio già citato,

sono una componente essenziale delle interazioni genitore-bambino. Il tocco affettivo sembra promuovere lo sviluppo del sistema somatosensoriale del bambino, la regolazione autonomica, il legame genitore-bambino e lo sviluppo sociale, l’elaborazione e l’apprendimento della ricompensa e la funzione immunitaria.

Per facilitare la sincronia, i genitori sono preparati a esprimere una serie di comportamenti dal momento della nascita del loro bambino, tra cui il linguaggio diretto al bambino, lo sguardo e il tatto.

La maggior parte delle ricerche si sono concentrate sulle modalità vocali, visive e affettive, poiché la sincronia tra gli esseri umani può essere stabilita in assenza di contatto fisico, ma anche il tatto può trasmettere informazioni necessarie per la coordinazione dei ritmi comunicativi tra genitore e bambino. Da parte del bambino, spiega lo studio, le esperienze di tocco affettivo sembrano supportare lo sviluppo dell’autoconsapevolezza corporea, che a sua volta consente la sintonia corporea con la madre.

Consigli pratici per la quotidianità

Per adottare il tocco affettivo nella quotidianità è possibile integrare queste lente carezze durante alcuni particolari momenti di contatto, ad esempio:

  • Kangaroo Care, che consiste nel tenere il neonato a contatto diretto con la pelle del petto del genitore e può promuovere il sonno tranquillo e ridurre lo stress.
  • Massaggi delicati post bagnetto, anche utilizzando oli sicuri per promuovere il rilassamento e migliorare la circolazione.
  • Skin-to-Skin durante l’allattamento, che facilità la suzione e contribuisce anche a una connessione affettiva più profonda.
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