
Le prime parole del bambino
Scopriamo quando inizia lo sviluppo del linguaggio nel bambino e quando vengono pronunciate le prime parole e frasi di senso compiuto.
Prima che il neonato inizi a parlare, comincia a reagire con suoni e sillabe ripetitivi, imitando il linguaggio degli adulti. Questa fase si chiama lallazione: vediamo quando si sviluppa e cosa fare se ritarda.
Si verifica solitamente a partire dal settimo mese del bambino, per alcuni bambini prima e per altri dopo senza che questo comporti un ritardo del linguaggio.
Il vocabolario Treccani definisce la lallazione più precisamente come “la pronuncia delle prime sillabe da parte del bambino nel primo anno di vita durante il processo di apprendimento del linguaggio”.
La lallazione è una fase importante, che il Ministero della Salute inserisce tra gli stadi dello sviluppo cognitivo e della crescita di un neonato tra il 4° e il 9° mese. In particolare il bambino inizia a riconoscere i suoni dei genitori, accompagnati da uno stato d’animo, e prova a ripeterli.
Poi inizia lui stesso a comunicare con gli adulti attraverso sillabe ripetute. Le prime a svilupparsi sono solitamente ma-ma-ma e pa-pa-pa, ma molto diffusa è anche ta-ta-ta.
La cosa importante della lallazione è che attraverso questi suoni il bebè impara a comunicare gioia, dolore, rabbia e le varie sensazioni. Questo accade perché in questa fase iniziale dello sviluppo il neonato apprende la differenza fra se stesso e gli altri, e sente la necessità di esprimersi, riproducendo dei suoni vocali.
Scopriamo quando inizia lo sviluppo del linguaggio nel bambino e quando vengono pronunciate le prime parole e frasi di senso compiuto.
Non sono ancora parole con un significato linguistico, anche se possono ricordare delle parole vere, ma rappresentano un effetto sonoro piacevole da dire per il bambino.
La lallazione è anche fondamentale nello sviluppo psico-motorio e la coordinazione del bambino. Questa attività infatti solitamente inizia quando il neonato impara l’attività ritmica del corpo e soprattutto delle manine. Il bebè associa inizialmente i suoni ripetuti a dei gesti e movimenti, come battere le mani o battere gli oggetti.
Il processo di crescita della lallazione può avvenire in periodi diversi a seconda del bambino. Esistono dei modi che la mamma può utilizzare per stimolare la lallazione.
Il processo di lallazione non ha un inizio uguale per tutti i neonati, e non c’è quindi da preoccuparsi troppo se ritarda. Tuttavia, un grande ritardo o l‘assenza totale di lallazione, deve essere segnalata e trattata da un logopedista, perché può rappresentare un Disturbo del Linguaggio (DL) o Specifico del Linguaggio (DSL).
Dal momento che è legato al processo di sviluppo psico-fisico, un ritardo nello sviluppo cognitivo non è da sottovalutare. Circa il 3-5% dei bambini in fase pre-scolastica soffre di problemi nella crescita che, se trattati in modo tempestivo e corretto, non creano problemi nello sviluppo futuro.
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Si tratta di deficit cognitivi più complessi, oppure che interessano solo il linguaggio, e si differenziano a seconda dell’area compromessa. Il deficit fonologico-sintattico si manifesta difficoltà nell’organizzazione dei suoni nelle parole e delle frasi complete.
Il Disordine fonologico coinvolge invece soltanto il canale fonologico. Infine, si possono manifestare sindromi legate alla comprensione e produzione lessicale e semantica. Il bambino fatica a capire il significato delle parole e creare frasi di senso compiuto e appropriato al contesto.
La lallazione solitamente dura qualche mese, seguita verso il primo anno di età (tra l’11° e 12° mese) dai primi vocaboli. Inizialmente il neonato impara ad associare le parole al loro significato e a ripeterle, senza creare frasi complete. Questa fase solitamente si accompagna al riconoscimento di oggetti e persone che vede più spesso, e che indica con le mani.
Il linguaggio si sviluppa in modo più completo verso i 2 anni, quando il bambino associa due o tre vocaboli per dare vita a frasi semplici. Come per tutte le fasi precedenti, anche durante questo periodo i genitori devono avere sempre un coinvolgimento attivo e un atteggiamento positivo, che stimoli il bambino a parlare rispettando le sue tempistiche.
Articolo originale pubblicato il 30 novembre 2018
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