
Se il bambino soffre di crisi epilettiche, come gestirle?
Le crisi epilettiche nei bambini sono delle convulsioni involontarie dovute a scariche elettriche che si verificano in aree del cervello che posson...
Lo studio scientifico basato sull'approccio computazionale che mette in luce come i neonati percepiscono il linguaggio degli adulti. Le ipotesi valutate dal team di studiosi e i risultati ottenuti.
Come i neonati percepiscono il linguaggio? Una domanda che, oggi, trova una risposta scientifica in uno studio pubblicato dalla National Academy of Sciences nel quale un team multi istituzionale di scienziati cognitivi e linguisti computazionali ha introdotto un quadro di modellazione quantitativa che si basa su una simulazione su larga scala del processo di apprendimento delle lingue nei neonati.
Le lingue differiscono nei suoni che si usano e dallo studio emerge come i bambini si sintonizzano con i suoni della loro lingua madre prima ancora di imparare a parlare. Scopriamo come l’approccio computazionale agisce sulla mente dei bambini nell’apprendimento del linguaggio.
I risultati scientifici dello studio condotto hanno, inizialmente, messo in discussione ciò che si pensava riguardo l’apprendimento del linguaggio fonetico nei bambini e come questo avvenisse.
Gli scienziati hanno utilizzato tecniche di apprendimento automatico computazionalmente efficienti, attraverso un approccio che consente ai meccanismi di apprendimento di essere collegati a previsioni verificabili riguardanti la sintonizzazione dei bambini con la loro lingua madre.
In pratica, l’approccio computazionale dà una spiegazione di come funzioni la mente di una persona mettendo insieme algoritmi matematici e psicologia cognitiva.
Thomas Schatz – associato post-dottorato presso l’Università del Maryland del Maryland Institute for Advanced Computer Studies (UMIACS) nonché autore principale dello studio in questione – ha affermato:
Le ipotesi su ciò che viene appreso dai bambini hanno tradizionalmente guidato i tentativi dei ricercatori di comprendere questo fenomeno sorprendente. Proponiamo, ora, di partire da ipotesi su come i bambini potrebbero imparare.
Nello studio i ricercatori hanno simulato il processo di apprendimento nei neonati addestrando un algoritmo di clustering efficiente dal punto di vista computazionale su un input vocale realistico.
L’algoritmo è stato alimentato con caratteristiche uditive simili a spettrogrammi campionate a intervalli di tempo regolari ottenuti da registrazioni vocali naturalistiche in una lingua di destinazione. In tal caso sono state utilizzate due lingue: l’inglese e il giapponese. Ciò che ne è uscito fuori è stato un modello di riferimento addestrato a carpire differenze nell’apprendimento fonetico tra i bimbi sottoposti ad analisi.
In seguito, gli scienziati hanno posto due domande al modello di riferimento:
In merito alle due domande poste dal team di scienziati al modello di riferimento per valutare l’apprendimento del linguaggio nei neonati, i risultati ottenuti sono stati ben diversi da quelli previsti. Gli studiosi, infatti, si aspettavano che i resoconti tra le due risposte corrispondessero tra loro, convergendo entrambe verso un sì o verso un no. Così non è stato.
I ricercatori hanno scoperto, infatti, che la risposta alla prima domanda era positiva: i loro modelli hanno tenuto conto del comportamento osservato dei bambini, in particolare della difficoltà dei bambini giapponesi a distinguere alcune parole.
Mentre, la risposta alla seconda domanda era negativa: si è riscontrato che i modelli avevano appreso unità vocali troppo brevi e acusticamente variabili per corrispondere a categorie fonetiche di tipo vocale e consonante.
In conclusione, ciò che viene alla luce è l’idea che ciò che i bambini apprendono siano categorie fonetiche, piuttosto che la semplice interpretazione tradizionale pura.
I ricercatori ritengono, in ultimo, che il loro approccio di modellazione basato sul calcolo, insieme ai dati empirici raccolti, come registrazioni degli ambienti di apprendimento dei neonati a casa e la valutazione dei neonati riguardante l’apprendimento, apre la strada verso una comprensione molto più profonda dell’acquisizione precoce del linguaggio.
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