Anonimo

chiede:

Buongiorno, nostro figlio di quasi 5 anni vive ancora con disagio la scuola materna: preferirebbe stare a casa sua e odia il chiasso (le maestre confermano che è forte), gli piacciono le maestre e parte delle attività, ma capita che appena eseguito il disegno richiesto, si rifugi mi dicono compulsivamente a scrivere quello che più gli piace, non parendogli vero – secondo noi – di poter fare qualcosa che anche a casa gli piace molto. Frequenta babysport e psicomotricità, gli piacciono e non sembra molto diverso dagli altri bimbi, anzi è il più socievole, salvo che alla prima lezione di babysport attendeva le indicazioni delle maestre, come per educazione verso di loro, cosa che continua a fare a scuola in cui sembra attendere l’approvazione e le istruzioni delle maestre che però ne hanno altri 27 e in maggioranza non ancora autonomi. Sicuramente ha problemi di socializzazione perché non frequentiamo famiglie con bimbi e le uniche occasioni per lui di giocare coi bimbi si creano in estate (anche se cerco di portarlo in mezzo ai bimbi anche ora), inoltre è abituato ad essere accontentato e molto ascoltato da tutti gli adulti (stiamo abituandolo a non essere subito ascoltato e ad accettare che parliamo tra di noi, ecc, ma nessuno in famiglia urla né perde la pazienza). E’ molto socievole, ma quando cerca di giocare con i bimbi non si riesce a spiegare bene sia perché pensa gli leggano nel pensiero come noi (anche se da tempo pretendiamo che si sforzi a spiegarsi bene) sia perché non conosce i giochi (abbiamo iniziato a spiegarglieli noi) e neppure i personaggi delle tv a pagamento. Vorrei capire quali aiuti educativi possiamo dargli. Ha un carattere determinato e non fa una cosa finchè non si sente sicuro, cerca molto l’approvazione del papà che è apprensivo e non lo lascia mai affrontare un capriccio senza intervenire, stroncandoglielo o consolandolo in braccio inoltre non è socievole e finora ha sempre preferito trattarlo da piccolo adulto instillandogli gusti raffinati, ma fuori dalla sua età, come lui stesso ammette. Nostro figlio non fa mai capricci per avere un regalo, bensì piange e urla le sue ragioni in modo molto veemente quando una cosa o un comportamento non sono come desidera, anche quando dovrebbe sapere che le sue aspettative sono irreali o sbagliate, si lascia trasportare dalla foga e dalla rabbia, senza intendere ragioni. E’ capace di disperarsi perché al ristorante c’era del peperoncino nel cibo e non lo ha gradito, mentre non la fa lunga quando si fa male. A volte il piantino è solo un modo per avere più attenzione, in quel caso lo coccolo e gli parlo, altrimenti iI migliori risultati li ottengo quando resto imperturbabile e gli faccio intendere che piangere non serve a nulla, ma spesso non basta e se non disinnescato in tempo inizia ad autoalimentare la propria disperazione e non si placa finchè non risolviamo il suo dramma, al massimo spiega che è piccolo ed è fatto così, però appena passato il magone lui riprende il suo umore allegro e sereno. A scuola si è disperato così una sola volta e mi hanno riferito che lo hanno visto talmente soffrire che hanno preso da un’altra classe quello che aveva perso. Noi pensiamo abbia un’indole particolarmente sensibile ed emotiva, ma vorremmo aiutarlo a gestire questa frustrazione in modo almeno adeguato alla sua età. Abbiamo anche il timore che, conseguentemente a questo non sarà in grado di affrontare la prima elementare il prossimo anno. Sto cercando anche di aiutarlo a capire le dinamiche dei rapporti con i bimbi visto che la frequenza a scuola non è servita, anzi ha bloccato in alcuni periodi la sua socievolezza perché li ha visti come minaccia. Ho notato che solo ora afferma che una cosa è sua e non è più disposto a condividerla, penso per esperienze negative perché le maestre mi dicono che finalmente ha imparato a difendersi anche fisicamente dai piccoli che lo spingevano e gli strappavano i giochi. Al di là di fargli frequentare i bimbi extrascuola, come possiamo aiutarlo ad affrontare le dinamiche infantili in modo che si comporti adeguatamente. Pensavamo anche di iscriverlo ad un corso di musica o lingua così si destreggia in un ambito parascolastico, ma con pochi bimbi per imparare da lì.

Cara mamma,
sembra che suo figlio vi stia mostrando entrambi i suoi aspetti, quello da “ometto” (non piange se si fa male, ha gusti raffinati), ma anche quello del bambino che fa i capricci o si dispera e, non sappia quale dei due può essere quello più apprezzato e rinforzato da voi o dagli altri.
Suo figlio avrebbe bisogno di essere aiutato a vivere il suo essere bambino, con i giochi, gli amichetti e i comportamenti adatti alla sua età… imparare cose “da grandi” ha il rischio di farlo sentire ancora più “diverso” dagli altri bambini che invece guardano i cartoni, giocano…
Il bisogno di approvazione dalle figure che sente importanti e autorevoli nella sua vita, le può dare il senso di quanto suo figlio, a volte, si possa sentire insicuro. Questa insicurezza è normale all’inizio perché il bambino si sperimenta in un mondo esterno diverso da quello familiare, conosce nuove persone, nuove regole e impara a relazionarsi con i coetanei. Può diventare però una difficoltà se la paura di fallire o di essere rifiutato o ferito diventano più grandi del desiderio di stare con gli altri.
Il sentirsi parte di un gruppo, uguale agli altri, è molto importante all’età di suo figlio perché dà al bambino il senso di appartenenza, così come lo ha a casa, ma in un contesto esterno.
Proprio perché quest’esplorazione è importante e fondamentale per un sano sviluppo, la invito ad usare con suo figlio rassicurazioni ma anche e soprattutto incoraggiamenti: riguardo alla scuola per esempio, chiedendogli cosa ha fatto, che lavoretti sta preparando, quali giochi nuovi ha imparato, quali sono i suoi amici e cosa fanno insieme, sottolineando le sue conquiste e le sue abilità e invitandolo a parlare delle sue difficoltà.
Rassicurazione e incoraggiamento sono un balsamo lenitivo per le sue paure e le sue insicurezze e vedere che lei e suo marito avete fiducia in lui, aiuterà suo figlio a sentirsi capace e competente.
La socializzazione con i coetanei, di cui lei parla, è importantissima e in questa linea le suggerisco di conoscere qualche mamma a scuola per poter invitare un amichetto a casa vostra, questo aiuterebbe suo figlio ad avere uno scambio uno a uno, in un ambiente familiare e conosciuto. Esperienze positive in questo senso renderanno decisamente più produttivo anche il frequentare corsi o attività extrascolastiche.

Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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