Anonimo

chiede:

Salve, ho un problema con il mio bambino. Non so se la situazione del Coronavirus l’abbia influenzato (ha solo 3 anni!) ma da qualche mese a questa parte sembra aver paura delle malattie. Viene sempre a farsi toccare la fronte perché ha paura di avere la febbre e sembra essere morbosamente interessato alle malattie.

È normale? Cosa posso fare per tranquillizzarlo e farlo vivere in modo più sereno? Ringrazio in anticipo per la risposta.

Gentile signora, inizio a risponderle citando Andrew Meltzoff, professore di psicologia alla University of Washington, il quale scrive: “i bambini sono come delle spugne: imparano non solo dalle proprie esperienze dirette, ma anche dalle interazioni sociali tra altre persone“.

Nonostante questo ci possa stupire, numerosi studi hanno infatti dimostrato come, già durante i primi mesi di vita, si manifestino processi percettivo-affettivi che porteranno i piccoli, verso i 15/24 mesi, a sviluppare le cosiddette “antenne emotive”, capaci sia di scansionare l’ambiente sociale sia di guidare il bambino nella comprensione delle reazioni emotive degli altri, in primis delle figure di riferimento significative.

Dunque i bambini riescono a percepire emozioni, sentimenti, cambiamenti, stati d’animo, paure e gioie molto più precocemente e con molta più accuratezza di quanto possiamo pensare. Allo stesso tempo non si limitano ad assorbire passivamente ma elaborano queste informazioni e reagiscono ad esse, cercando di adattarsi all’ambiente.

È dunque possibile pensare che il suo bambino, nonostante la vostra cura e attenzione, abbia sviluppato una sensibilità riguardo al tema della malattia, dal momento che questo ci ha accompagnato costantemente per mesi e ci ha costretto a riorganizzare la nostra quotidianità, portando a numerosi cambiamenti.

A tale proposito è importante, in primo luogo, non evitare o stigmatizzare la paura ma accoglierla e condividerla: avere paura è una cosa normale, è un’emozione che provano tutti e quindi “va bene avere paura, anche i grandi ce l’hanno”. È poi importante poter parlare al bambino in modo tranquillo e diretto, riuscendo a trasmettere fiducia così che, trovando da parte degli adulti di riferimento uno spazio di ascolto per ciò che lo spaventa o lo preoccupa, sentirà di poter contare su qualcuno in grado di contenere e rielaborare vissuti difficili; allo stesso tempo questo è fondamentale anche per evitare che si formino idee sbagliate o confuse su un particolare tema, come può essere quello della malattia.

Esistono numerosi strumenti che possono aiutare i genitori in questo difficile compito: favole, fiabe e racconti danno, per esempio, l’opportunità di identificare nei personaggi le paure, riconoscerle e superarle così come, nel caso specifico delle malattie, trasformare azioni importanti (es. lavarsi spesso le mani) in un gioco. Questo, con la complicità dei genitori, li fa sentire coinvolti e permette loro di sentirsi un po’ meno impotenti, perché possono fare qualcosa contro le loro paure.

I miei migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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