Anonimo

chiede:

Nostro figlio compirà 5 anni agli inizi di gennaio, si pone quindi il dilemma se farlo anticipare di alcuni giorni ed iscriverlo alle elementari. Il suo profilo corrisponderebbe a quello dei bimbi precoci: legge, scrive, fa le somme, capisce il concetto di zero, di doppio, capisce le operazioni matematiche, però alla materna ha problemi di socializzazione. Non frequenta bimbi salvo ogni tanto ai parchi e lì è molto socievole. Ha bisogno di fare pratica imparando i giochi e le regole. Pensavamo che a scuola avrebbe imparato a stare con i bimbi, invece si sono verificati alcuni momenti di chiusura e regresso, tipo adesso che ha risentito dell’arrivo di 15 piccoli, ne hanno risentito anche gli altri grandi (che in realtà hanno un anno più di lui, lui è l’unico medio, ma è abbinato a questi), per questo le maestre intendono far giocare i grandi in una saletta adiacente e visibile dalla sezione in cui resteranno i piccoli particolarmente invadenti, in modo da dare tranquillità ai grandi. Ci domandiamo se non avrebbe senso che anche lui potesse stare con i grandi al pomeriggio nel prescuola (le maestre sono disponibili) in modo da ritagliarsi un’ulteriore esperienza con pochi bimbi, aspetto caldeggiato anche dalla pedagogista che ha notato quanto lui soffra in mezzo alla massa, mentre i primi giorni in cui erano solo loro 12 grandi era più integrato e mostrava curiosità per le attività, ora invece pare un vegetale. Poi a febbraio possiamo iscriverlo alle elementari se vediamo che la sua emotività progredisce e colma le lacune, in questa ottica lo abbiamo iscritto a psicomotricità che gli piace molto e a babysport. Abbiamo notato che nei parchi pubblici o negli spazi gioco coperti è il più socievole di tutti e si spiega adeguatamente con gli altri bambini, ma non è costante: ha ancora dei momenti in cui non gestisce la frustrazione e si irrita fortemente se gli prendono i giochi o se gli altri bimbi gli dicono più volte cosa deve fare o non fare e non lo ascoltano, in questi casi reagisce anche fisicamente spingendo, come ha visto fare dai piccoli oppure urlando o si dispera. In sintesi, quando si sente sotto pressione, ha paura di sbagliare e quindi non osa neppure fare lo scivolo od arrampicarsi, mentre se si sente a suo agio è adeguatamente vispo; è egocentrico perché vive con 4 adulti pazienti ed adoranti, non è abituato a stare coi bimbi e a scuola non ha ancora legato coi coetanei (quasi un anno in più). L’altro aspetto è che nella sua classe è l’unico medio e segue il programma coi grandi che al pomeriggio frequenteranno fra una settimana prescuola, mentre l’anno prossimo sarà l’unico grande con medi e piccoli e non sappiamo neppure se il prescuola sarà garantito, l’anno scorso è partito solo a metà anno per carenza fondi poi hanno ottenuto contributi sufficienti ad assoldare una persona in più per l’estensione di orario necessaria. Già per dargli l’esperienza parascolare abbiamo pensato se iscriverlo ad un corso di lingue visto che alla materna hanno interrotto l’inglese sempre per mancanza fondi. Vorremmo aiutarlo il più possibile a fare esperienza con pochi bimbi in modo che poi sia pronto ad affrontare il gruppo avendo imparato le regole della socialità, così come ci han consigliato tutti gli esperti, ma vorremmo indirizzarci nella direzione corretta. Grazie.

Salve, mi sono fatto una idea della vicenda e la esporrò in tutta sincerità: credo che abbiate delle aspettative esagerate rispetto l’età del piccolo. Non ha nemmeno 5 anni e si comporta come tale: è normale che si arrabbi, che non sia costante, che in certi momenti sembri un vegetale, che si ritrovi in un gruppo ma in un altro no. Sta facendo esperienza di sé e del mondo circostante. Dal mio punto di vista apparite un po’ troppo apprensivi nei suoi riguardi, ma ripeto è una impressione soggettiva. Se frequenta l’asilo (non mi è chiaro) io credo che non ci sia nessuna necessità di anticipare l’iscrizione alle elementari, visto che sarebbe un forzare le tappe non tanto da un punto di vista intellettivo, ma di socializzazione. Diversamente sarebbe opportuno iscriverlo, ma sarebbe stato ancor di più fargli frequentare l’asilo.
Un’ultima cosa: attenzione a non stigmatizzare con delle etichette il comportamento del piccolo, primo perché è in un continuo divenire, quello che era ieri non è oggi e non sarà probabilmente domani, secondo perché spesso le targhette ce le portiamo appresso e influenzano davvero ciò che potremo essere in futuro, ma più banalmente siamo davvero convinti che in sintesi si senta sotto pressione ed abbia paura di sbagliare? Lo stesso dicasi per “egocentrico”. Uno psicologo molto importante che studiava il comportamento infantile, Winnicott, affermava che un bambino cresce bene se hai dei genitori sufficientemente buoni e sufficientemente in grado di entrare in relazione con lui e di sostenerlo nelle suo sviluppo. Ciò si traduce che i genitori possono sbagliare col piccolo e che ad una rottura segue una riparazione. E soprattutto che il cambiamento passa per lo più dagli errori e dagli sbagli. Quante volte abbiamo sentito: ”sbagliando si impara”. Sostanzialmente se iscriverlo alle elementari si rileverà un flop, non credo ci sia nulla da preoccuparsi, e certamente non sarete dei genitori non sufficientemente buoni. Quello dello sviluppo infantile è un argomento spinoso. Spero ti esservi stato di aiuto. Un caro saluto!

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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