La rosolia è una delle infezioni più pericolose che si possono contrarre in gravidanza. Se infatti la rosolia nei bambini è benigna, non lo è se viene contratta in gravidanza in quanto è estremamente pericolosa per il feto. C’è infatti il pericolo di aborto spontaneo, morte infantile precoce, difetti congeniti multiorgano (sindrome di rosolia congenita); inoltre i rischi sono maggiori se la rosolia viene contratta nei primi tre mesi di gravidanza e le conseguenze sul feto non sono legate alla gravità dei sintomi della donna.

Per questo motivo si rivela fondamentale la diagnosi preventiva che per la rosolia avviene principalmente tramite il Rubeo test, un esame che in Italia è completamente gratuito per le donne sia come esame preconcezionale che durante la gravidanza.

Rubeo test: cos’è?

Il Rubeo test è un normale esame del sangue tramite prelievo per la ricerca degli anticorpi IgM e IgG specifici della rosolia. Con il Rubeo test vengono misurati i livelli di anticorpi presenti nel sangue e la relativa immunizzazione alla malattia.

Gli anticorpi IgM sono i primi a essere prodotti, mentre gli IgG gli anticorpi che contribuiscono a offrire una risposta immunitaria secondaria e si sviluppano qualche settimana dopo l’infezione e rimangono nel sangue per tutta la vita.

Il Rubeo test in gravidanza

In gravidanza viene effettuato di routine il dosaggio degli anticorpi allo scopo di individuare se la donna è immune dal rischio dell’infezione, se è esposta o, nel peggiore dei casi, se ha contratto il virus. Per questo motivo il Rubeo test è indicato nelle donne che stanno pianificando una gravidanza, nei bambini nati da donne che hanno contratto la rosolia in gravidanza e in quelli che alla nascita presentano difetti riconducibili alla rosolia.

In assenza di gravidanza è raccomandato il vaccino contro la rosolia (vaccino trivalente), mentre per quelle incinta è necessario attendere la fine della gestazione in quanto il vaccino contiene il virus vivo indebolito che potrebbe infettare il feto. Il Rubeo test si rivela fondamentale per tutte le donne all’inizio della gravidanza per verificare non solo l’assenza dell’infezione in corso ma anche il tipo dell’immunizzazione.

Questo perché il vaccino contro la rosolia, da diversi anni somministrato di routine ai bambini in due dosi (la prima tra i 12 e i 15 mesi e la seconda tra i 4 e i 6 anni), offre nel 95% dei casi un’immunizzazione per 15 anni o più ed è quindi necessario verificare l’assenza della copertura al momento del concepimento. Dopo la vaccinazione è necessario attendere almeno quattro settimane prima di cercare una gravidanza.

L’unica forma di prevenzione per le donne in gravidanza è quella di evitare contatti con chiunque sia affetto dalla malattia.

I risultati del Rubeo test

Al di là dei singoli valori che variano in base al centro presso il quale viene effettuato l’esame, il risultato del Rubeo test può fornire quattro diversi possibilità:

  • IgG e IgM negative;
  • IgG positive e IgM negative;
  • IgG negative e IgM positive;
  • IgG e IgM positive.

Nel primo caso il Rubeo test ha dato un esito negativo e la donna non ha mai contratto il virus ma non ha nemmeno sviluppato la relativa immunizzazione. Per questo motivo, se non è già incinta, è raccomandata la vaccinazione; altrimenti attendere il parto e ripetere il test, secondo le indicazioni del medico, nel corso della gravidanza.

Se le IgG positive e le IgM sono negative significa che la donna è stata contagiata in passato ed è attualmente immune dal virus. La situazione opposta di IgG negative e IgM positive, invece, indica che il contagio è avvenuto recentemente e la rosolia è in fase precoce. Se oltre alle IgM anche le IgG sono positive l’infezione della rosolia è in corso ed è necessario monitorarla e attuare tutte le precauzioni possibili per evitare la trasmissione al feto.

Rubeo test positivo in gravidanza: le conseguenze

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Fonte: iStock

In caso di positività alla rosolia i rischi per il feto sono enormi, specialmente se, come detto, il contagio è avvenuto nei primi due trimestri di gravidanza. La rosolia, infatti, può provocare danni alla vista, all’udito, al cuore e al cervello del bambino, così come un basso peso alla nascita, la comparsa di eruzioni cutanee, danni al fegato e alla milza.

Complicazioni meno comuni della sindrome da rosolia congenita (CRS) sono il glaucoma, un danno cerebrale, problemi alla tiroide e infiammazione dei polmoni.

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