Disciplina dolce, educare senza punizioni (che non significa dire sempre di sì)

La disciplina dolce è un approccio educativo che pone il suo focus sull’ascolto e il rispetto dell’individuo, rifiutando il sistema dei premi e delle punizioni, proponendo alternative per affrontare crisi di rabbia e capricci. Ecco i principi della disciplina.

Per disciplina dolce si intende un approccio educativo fondato sull’empatia e il rispetto dei bisogni del bambino. Si tratta di un approccio che punta a essere il più naturale possibile; bandisce le punizioni, le imposizioni, e prevede una soluzione ai capricci.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Cos’è la disciplina dolce?

L’educazione dei figli è uno degli argomenti che più stanno a cuore ai genitori. In particolare, quello dei capricci e delle punizioni è spesso terreno di discussione e talvolta di scontro, anche per padri e madri. Un’alternativa al metodo dei premi e punizioni è la disciplina dolce, una disciplina, sempre più diffusa, che si basa sull’ascolto empatico e il soddisfacimento dei bisogni del bambino.

Per prima cosa, questo tipo di disciplina punta a trovare un canale comunicativo, verbale e non verbale, col bambino e a raffinare le capacità osservative degli adulti di riferimento, per comprendere meglio il motivo dei comportamenti infantili, anche e sopratutto quelli “fuori controllo”. Quello che i genitori dovrebbero fare se il loro bambino, ad esempio, non smette di urlare, è chiedersi perché si sta comportando così; come possono aiutarlo davvero a risolvere quel problema o a soddisfare la sua esigenza.

Lo scopo è di arrivare a conoscere realmente i propri figli e aiutarli nel percorso di crescita, affinché diventino responsabili, sicuri di sé e rispettosi degli altri.

I principi della disciplina dolce

La disciplina dolce sposa un approccio educativo positivo. Quello che distingue la disciplina dolce dalla tradizionale disciplina a cui siamo abituati a pensare, è il rifiuto di ogni forma di intervento punitivo nell’educazione dei figli. Si rifiuta ogni tipo di violenza, fisica o psicologica (ricatti e punizioni). Questa disciplina evita di innescare stati di ansia o sofferenza che spesso sono derivati dal metodo dei premi e delle punizioni.

Uno dei principi base è la profondità dell’ascolto del figlio, l’accoglienza delle sue emozioni, richieste e stati d’animo.

Questo approccio non va confuso con un’educazione troppo indulgente. Il rispetto delle regole deve esserci e anzi è visto come un bisogno naturale del bambino. I bambini hanno bisogno di qualcuno che gli dia dei limiti, dei paletti, che indichi loro la strada proprio per poter imboccare quella giusta.
Le regole e le routine sono innanzitutto sinonimo di sicurezza per bambini e bambine; conficcare un numero limitato di paletti sul terreno
permette infatti di circoscrivere l’area in cui il bambino e la bambina possono esplorare liberamente ed in sicurezza il mondo che li circonda. Le regole saranno quindi modificabili nel tempo perché muteranno man mano che bambino e bambina acquisiranno nuove competenze e capacità per conoscere l’ambiente che li/le circonda.

Chi non stabilisce regole non segue la disciplina dolce; senza di esse i bambini non sanno cosa fare e non possono crescere. Anche nel momento in cui sono arrabbiati o fanno i capricci. Fino ai 4-5 anni i bambini e le bambine faticano a gestire emozioni intense come
rabbia e paura, solo in un secondo momento manifestano azioni di sfida verso l’adulto in modo consapevole, quindi i capricci. Prima sarà opportuno parlare di crisi di rabbia. In ogni caso, in questi momenti cosi’ difficili, in realtà stanno chiedendo all’adulto di dare loro dei limiti.

Vantaggi e benefici

La disciplina dolce non va confusa con un’educazione troppo permissiva che dice sempre di sì alle richieste del bambino. Per educare davvero attraverso questo approccio serve un impegno quotidiano costante, volto ad ascoltare le emozioni dei bambini e che risponda ai loro bisogni riuscendo davvero a comunicare con loro.

I limiti che i genitori impongono al bambino vanno comunicati non attraverso divieti e punizioni ma con l’ascolto, il buon esempio e l’accoglienza di quelle che sono le curiosità dei bambini piccoli. In questo senso potrà essere, molto utile, convertire il proprio
linguaggio al positivo utilizzando, ad esempio “qui puoi solo camminare” al posto di “non correre”, suggerendo quindi il comportamento da attuare. Il nostro è un cervello visivo e per noi umani, soprattutto quando molto piccoli, è più funzionale e semplice comprendere un’indicazione precisa. Questi sono tutti aspetti positivi che il bambino porterà con sé, nel suo bagaglio personale di esperienze emozionali.

Magari all’inizio non sarà facile, ma col tempo il bambino svilupperà rispetto ed empatia verso se stesso e gli altri; proprio perché avrà interiorizzato un contatto intimo, avrà fatto esperienza di ascolto e quindi sarà in grado offrirlo agli altri.

I limiti della disciplina dolce

Il principale limite di questo metodo educativo sta nel fatto che, soprattutto crescendo, i genitori non sono i soli a farsi carico dell’educazione dei figli.

Un bambino cresciuto con tale disciplina viene a contatto con altre persone, come qualsiasi altro bambino. Per esempio i vari nonni, zii, gli amichetti e i loro genitori. Tutti loro fanno parte del mondo del bambino; essere troppo rigidi sui metodi educativi vorrebbe dire privare il bambino della sua stessa socializzazione e quindi procurargli un danno enorme.
Per questo motivo, sarà importante comprendere che non esiste “il” metodo educativo universale, ma delle linee guida a cui fare riferimento.

Saranno probabilmente gli stessi nonni a dare al bambino dei regali, dei premi; ma, ovviamente, sarebbe sicuramente peggio farlo vivere in una bolla ma senza il sistema delle ricompense. Chi infatti, più dei nonni, oltre che i genitori, farà sentire il bambino amato?

Come affrontare i capricci senza punizioni

A questo punto, i genitori che vogliono avvicinarsi a un’educazione dolce si chiederanno come possono fare per affrontare i capricci senza punizioni, specialmente nei momenti in cui i bambini mettono a dura prova la pazienza degli adulti.

Le prime regole da considerare sono l’ascolto e il rispetto dei sentimenti del bambino, anche di pianti o urla che a un genitore possono sembrare immotivati. In realtà, dietro questi episodi c’è sempre un motivo più profondo, che spinge i bambini a comportarsi così. Ed è importante prendere sul serio queste motivazioni (un errore comune tra genitori è di sminuirle).

Comunicare e calarsi nei panni dei bisogni dei bambini è fondamentale nella gestione pacifica dei conflitti. Prima di tutto, cercando di capire cosa il bambino ci sta chiedendo in quel momento. Prima di pretendere la calma si dovrà innanzitutto offrirla.

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  • Bambino (1-6 anni)