
Durante la gravidanza il seno cambia per prepararsi all'allattamento andando incontro a una serie di novità non solo dal punto di vista delle dime...
La candida al seno può essere molto dolorosa, ma non serve interrompere l'allattamento: scopriamone cause e rimedi.
Vediamo come si contrae, quali sono i sintomi e come curarla.
La candida al seno, come la più nota candida vaginale, è un’infezione micotica: la più comune è la Candida albicans, una tipologia di fungo che si trova normalmente all’interno del corpo umano, in particolare nell’apparato digerente, nelle vie respiratorie e nei genitali femminili. In alcune situazioni di particolare fragilità o compromissione del sistema immunitario, il fungo può attaccare i tessuti dando origine all’infezione, detta candidosi.
Come per tutte le tipologie di candida, tra le cause che favoriscono lo sviluppo dell’infezione ci sono lo stress, difese immunitarie abbassate, allergie, assunzione di antibiotici, abuso di alcol o di zuccheri, squilibri nella flora intestinale. Le donne che hanno subito un taglio cesareo e assumono antibiotici possono essere soggette a questa infezione, così come chi ha già candida vaginale o ha subito traumi al capezzolo.
Durante la gravidanza il seno cambia per prepararsi all'allattamento andando incontro a una serie di novità non solo dal punto di vista delle dime...
La candida può presentarsi in tutte le fasi dell’allattamento al seno, sia nei giorni immediatamente successivi al parto che anche dopo mesi. Può colpire un solo seno ma più comunemente si presenta su entrambi: per questo motivo, proseguire con l’allattamento può essere molto doloroso (un dolore che peggiora nei casi in cui l’infezione non sia individuata e trattata rapidamente).
Sebbene possa risultare difficoltoso per la madre, allattare mentre si sta curando un’infezione da candida è sicuro per il piccolo. Se l’attacco risulta troppo doloroso è possibile valutare con un’ostetrica o un consulente all’allattamento la possibilità di effettuare la spremitura del latte materno, da offrire al bambino con altri metodi (cucchiaino, tazzina o biberon nei casi in cui l’allattamento sia già ben avviato) in attesa dell’effetto della terapia e della diminuzione del dolore.
La candida al seno può presentarsi sia nella madre che nel bambino, poiché l’infezione si trasmette durante l’allattamento, dal seno alla bocca e viceversa.
La madre può presentare sintomi come:
Nel bambino, invece, i sintomi della candida si localizzano soprattutto nella zona buccale o genitale:
Non è detto che tutti i sintomi della candida al seno si presentino simultaneamente, anzi: sono frequenti i casi in cui l’infezione si sviluppa senza segnali visibili o con sintomi comuni a molte altre condizioni, rendendo molto difficile diagnosticarla e curarla efficacemente. Per questo, nei casi di dolore intenso durante la poppata – che si manifesta con la sensazione di fitte in profondità o “spilli che pungono” – è importante rivolgersi al medico, perché possa analizzarne le cause.
Un trattamento tempestivo della candida al seno è fondamentale per evitare un passaggio ripetuto dell’infezione dalla mamma al bambino e viceversa: per questo motivo, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda l’utilizzo di un farmaco antimicotico per entrambi.
Dopo la diagnosi, è il medico a prescrivere il trattamento più adeguato, che consiste generalmente in un farmaco locale per i capezzoli e la cura del piccolo. In alcuni casi, lo specialista può valutare una terapia anche per il partner, in particolare se la madre presenta anche candidosi vaginale. La terapia farmacologica per bocca non è necessaria se non in alcuni casi specifici.
Non è possibile escludere il rischio di contrarre un’infezione da candida al seno, nondimeno è possibile minimizzare le possibilità facendo il modo che tutta la famiglia utilizzi delle accortezze per ridurre lo sviluppo e la diffusione dell’infezione, ad esempio:
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