Sull’alimentazione durante l’allattamento circolano da sempre molte leggende e falsi miti. La realtà è molto più semplice di quanto a volte appaia: in linea generale le donne che allattano il proprio figlio al seno dovrebbero semplicemente seguire una dieta sana, senza necessità di escludere particolari cibi dalla propria alimentazione.

Le mamme che allattano dovrebbero semplicemente mangiare sano, senza necessità di escludere specifici alimenti dalla propria dieta (fatta eccezione per l’alcol: meglio continuare ad evitarne il consumo, anche dopo il parto). Ecco i 5 consigli alimentari per le mamme che allattano.

1. Attenzione alle calorie extra

Proprio come in gravidanza, anche durante l’allattamento non è necessario, per prima cosa, “mangiare per due”. Il fabbisogno calorico, durante l’allattamento, aumenta di circa 300-500 calorie al giorno, che in parte vengono però fornite dai depositi di grasso rimasti dalla gravidanza.

Anonimo

chiede:

È importante che questo fabbisogno energetico venga integrato con piatti salutari ed equilibrati, e non – ad esempio – aumentando solo l’apporto di grassi o zuccheri. Proprio come in gravidanza, quindi, non è vero che bisogna mangiare per due, né che (purtroppo) si può mangiare “quello che si vuole”.

2. No all’alcol

Durante l’allattamento sarebbe meglio evitare completamente il consumo di bevande alcoliche. L’alcol, infatti, anche se a concentrazioni “diluite”, passa nel latte materno, con possibili conseguenze anche gravi per il neonato.

Se proprio ci si deve concedere uno strappo alla regola, meglio farlo a stomaco pieno e dopo la poppata, perché l’alcol viene smaltito dall’organismo materno nel giro di alcune ore.

3. Cibi saporiti: perché no?

Quello di bandire completamente dalla dieta delle mamme che allattano tutti gli alimenti con un sapore molto deciso è un retaggio del passato. Sotto accusa ci sono broccoli, cavolfiori, spezie e così via, che potrebbero effettivamente incidere sul sapore del latte materno, scoraggiando il poppante.

In realtà, non esiste nessuna reale controindicazione nel consumo di questi cibi, se non appunto una possibile “perplessità” iniziale del bambino. Una soluzione potrebbe essere quella di introdurli in maniera graduale, abituando pian piano il bebè ai nuovi sapori.

Le mamme che erano abituate a consumare cibi con sapori forti durante la gravidanza dovrebbero avere meno problemi, dal momento che il liquido amniotico risente del gusto del cibo ingerito dalla gestante e ha un sapore che ricorda quello del latte materno.

Questa specie di palestra del gusto potrà poi rivelarsi utile durante lo svezzamento, e fino all’età adulta, perché un’alimentazione diversificata, nelle prime fasi della vita di un bambino, è molto importante per il suo futuro rapporto con il cibo.

4. Attenzione all’idratazione

Il latte è composto in gran parte di acqua, per cui è importante che la mamma beva acqua a sufficienza per mantenere sempre un buon livello di idratazione.

Non servono liquidi particolari come il brodo, il latte vaccino o la birra (a proposito: non è vero che la birra aumenta la produzione di latte!) ma è sufficiente bere semplice acqua in una quantità che il corpo stesso della neomamma tende a richiedere spontaneamente.

Molte mamme che allattano, infatti, avvertono una sete maggiore, specie durante e dopo le poppate: un segnale dell’organismo che invita, appunto, a ripristinare l’idratazione.

5. Ridurre i latticini

Sulla possibilità che gli alimenti consumati dalla madre possano determinare coliche gassose, reazioni allergiche o intolleranze nel lattante non esistono prove definitive. Non serve, di solito, eliminare i cibi che causano fermentazione intestinale negli adulti, né bandire prodotti allergizzanti in modo preventivo.

Se il bambino dovesse mostrare qualche fastidio, la mamma potrebbe comunque provare ad eliminare temporaneamente dalla sua dieta gli alimenti più critici, uno alla volta, per vedere se ci sono miglioramenti.

Per quanto riguarda invece i latticini, un consumo eccessivo potrebbe effettivamente determinare mal di pancia, reflusso o altri problemi nel neonato, a causa di alcune proteine del latte vaccino che arrivano al bambino attraverso il latte materno.

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