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Nata come anello di raccordo tra nido e scuola dell'infanzia, una sezione primavera è riservata ai bambini tra i 24 e i 36 mesi. Ecco come funziona, le normative di riferimento, cosa si insegna e il confronto con l'asilo nido.
Vediamo come funziona una sezione primavera, le normative di riferimento e le differenze col nido.
Le sezioni primavera nascono con la legge 296 del 2006 per rispondere a una sempre più crescente domanda di servizi educativi. Queste classi hanno al centro dei progetti educativi pensati per bambini tra i 2 e i 3 anni; si tratta spesso di progetti collegati alla scuola materna per garantire continuità nel percorso formativo dei più piccoli.
Negli anni successivi sono passate dall’essere progetti sperimentali a servizi educativi integrati con la scuola dell’infanzia e gli asili nido. Nel 2013, l’Accordo quadro n. 83/CU ha stabilito le linee guida e per la loro attivazione. Infine, col D. Lgs. 65 del 2017, sono diventate parte del Sistema integrato di educazione e di istruzione da 0 a 6 anni.
La caratteristica principale delle sezioni primavera è quella di avere un progetto specifico, delineato da criteri di qualità dal punto di vista pedagogico, della flessibilità organizzativa, e nella risposta ai bisogni dei bambini di questa specifica fascia d’età.
Una sezione primavera può essere attivata da scuole dell’infanzia statali, paritarie e nidi d’infanzia; ma deve passare prima dal Comune, che esprime un parere vincolante su questioni riguardanti l’agibilità e la flessibilità di queste sezioni.
Esistono infatti delle norme ben precise da rispettare. Una sezione primavera deve avere locali idonei ai bambini e alle loro attività; prevedere un progetto di continuità educativa; un orario flessibile, tra le 5 e le 8 ore giornaliere; gruppi omogenei di bambini; un rapporto tra educatori e bambini di 1 a 10.
Possono accedere a queste classi “ponte” i bambini che compiono 2 anni tra il 1 gennaio e il 31 dicembre dell’anno di riferimento. Per frequentare bisogna effettivamente aver compiuto 2 anni.
L’iscrizione e la frequenza sono subordinate al pagamento di una retta, che comprende anche quella per i pasti, come viene stabilita dal Comune. I Comuni provvedono alle risorse da assegnare a queste sezioni, e anche le Regioni pagano una quota; lo Stato fornisce annualmente un finanziamento, destinato a quelle sezioni primavera in regola con tutti i requisiti.
Devono infatti essere dotarsi di ambienti e spazi sicuri, che siano adatti a tutte le esigenze dei bambini, dalle attività di accoglienza, cura della persona, mensa, riposo dopo i pasti, tempo destinato al gioco.
L’ambiente deve essere pensato e arredato per favorire l’apprendimento e la socializzazione. Devono prevedere una continuità educativa e formativa con eventuali percorsi precedenti e con la successiva scuola dell’infanzia.
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Le sezioni primavera non mirano semplicemente a presentare le stesse attività dell’asilo nido o della materna, ma si caratterizzano per avere un loro progetto pedagogico specifico, che rientra nei requisiti da avere per poter essere attivate.
L’attenzione viene posta in particolare sull’accoglienza, sulla consapevolezza del movimento del corpo, lo stare bene insieme agli altri; vengono poi incoraggiate le prime manifestazioni della lingua; si stimolano la creatività, la fantasia e l’immaginazione dei bambini.
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Al compimento del secondo anno d’età, il bambino può cominciare a frequentare una sezione primavera. Prima di questa scelta, bisogna considerare il percorso personale e di crescita del bambino.
Se il bambino ha già fatto un primo inserimento al nido, non avrà senso sottoporlo a un’eventuale ulteriore stress facendogli cambiare scuola, compagni e maestre. Sarà opportuno continuare e terminare il percorso già cominciato.
Al contrario, se il bambino si inserisce per la prima volta in un ambiente nuovo, la sezione primavera si rivela spesso la scelta giusta e più apprezzata, anche perché si trova all’interno della stessa struttura che frequenterà nei tre anni successivi della scuola d’infanzia. Anche in questo caso, la continuità educativa è il faro che dovrebbe guidare i genitori in questo tipo di scelte.
C’è poi da considerare il fattore economico: le sezioni primavera hanno un costo decisamente più accessibile rispetto all’asilo nido. Se i genitori vogliono essere sicuri che il bambino sia pronto a inserirsi possono rivolgersi alle educatrici per una prima conoscenza.
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