Gli organi genitali, sia maschili che femminili, possono essere oggetto di malattie che ne possono interessare i tessuti andando ad atrofizzarli e indurire. È il caso del lichen genitale, che nelle donne può assumere diverse forme che, a seconda della gravità dei sintomi, richiedono un diverso approccio terapeutico.

Scopriamo più da vicino cos’è il lichen genitale femminile, come si manifesta e quali sono le cure e i rimedi previsti per questa condizione. Una condizione che provoca nelle donne gravi disturbi, sia dal punto di vista fisico che psicologico, con conseguenze invalidanti sulla qualità della loro vita.

Cos’è il lichen genitale?

Il lichen è una malattia che, come detto, può interessare l’apparato genitale femminile (in modo particolare la vulva) e che si manifesta in tre diverse tipologie: lichen simplex, lichen planus e lichen sclerosus. Solamente la forma sclerosus (nota anche come lichen sclero-atrofico) è considerata una condizione rara.

Lichen genitale femminile: le cause

Le cause del lichen genitale femminile sono perlopiù sconosciute ma molto cambia a seconda della tipologia. Il cosiddetto lichen simplex, infatti, è un’irritazione della cute, mentre il lichen planus è una dermatosi autoimmune che interessa la cute e la mucosa della vulva. Questa è la forma più aggressiva che può provocare anche un restringimento dell’apertura della vagina.

Il lichen sclerosus, invece, è una dermatosi infiammatoria cronica acquisita che può interessare la cute di tutto il corpo, ma nella stragrande maggioranza dei casi interessa la zona genitale. È una dermatosi che provoca il cambiamento dell’elasticità e della consistenza della cute e delle mucose della vulva. È una malattia che può manifestarsi a qualsiasi età (anche nelle bambine) e anche durante la gravidanza o la menopausa.

I sintomi del lichen genitale femminile

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Fonte iStock

La sintomatologia del lichen genitale femminile è molto varia e differisce sia per il tipo di malattia che per la sua gravità e lo stato di avanzamento. Generalmente i primi sintomi riguardano la comparsa di lesioni cutanee, macule sui tessuti del clitoride e delle labbra della vagina; inizialmente sono infiammate per poi diventare atrofiche perdendo elasticità.

Successivamente, se non trattato, il lichen genitale provoca un profondo cambiamento dell’anatomia della vulva tanto da determinare la scomparsa sia delle piccole e delle grandi labbra che del clitoride.

I tessuti coinvolti dal lichen genitale femminile possono andare incontro a ulcerazione causando dolore, bruciore, prurito e un profondo senso di disagio. Questa condizione provoca in tutti i casi prurito, fastidio e bruciore tanto da rendere dolorosi (o addirittura impossibili) sia i rapporti sessuali che la stessa visita ginecologica.

In queste condizioni i tessuti tendono ad andare incontro a ulcerazioni dopo qualsiasi evento traumatico, compresi quelli legati all’igiene intima.

Inoltre il progresso della malattia può essere associato a problemi nella minzione, evidenti difficoltà nella gestione della vita quotidiana e esporre a un rischio maggiore di tumore maligno della vulva.

Lichen genitale femminile: come si cura?

La diagnosi è di tipo clinico e avviene tramite vulvoscopia (l’esame microscopico della zona della vulva che consente di analizzarne l’anatomia e le condizioni delle mucose e della cute) ed è importante eseguirla precocemente per intraprendere la terapia in maniera tempestiva. Laddove necessario, alla vulvoscopia si accompagna anche un esame istologico per escludere o confermare l’eventuale presenza di un tumore.

Non esiste una vera e propria cura risolutiva, ma un trattamento adeguato e soprattutto tempestivo consente di controllarne l’evoluzione, prevenendo la perdita dell’integrità funzionale e anatomica della vagina.

Il trattamento prevede l’applicazione di creme cortisoniche che tendono a ridurre l’infiammazione acuta offrendo un miglioramento dei sintomi e un rallentamento della progressione della malattia. Terminata questa prima fase la terapia prosegue con l’utilizzo di creme emollienti che hanno lo scopo di mantenere i tessuti e le mucose in buone condizioni.

Procedure più innovative, anche se ormai consolidate in chirurgia plastica, prevedono l’autotrapianto di tessuto adiposo o la rigenerazione tissutale. In questo modo si riescono a risolvere le modifiche anatomiche, migliorando la vascolarizzazione della zona danneggiata.

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