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Quando le secrezioni vaginali hanno colore giallastro e sono maleodoranti si parla di leucoxantorrea, una condizione che non è mai un buon segnale.
Qualsiasi squilibrio all’interno del microbiota vaginale, che può essere determinato da cambiamenti non solo patologici, ma anche fisiologici, può portare a un ambiente maggiormente esposto a infezioni. Un caso cui prestare particolare attenzione è la cosiddetta leucoxantorrea, una particolare secrezione vaginale che merita di essere conosciuta, riconosciuta e gestita correttamente.
Di per sé la leucoxantorrea è una forma di leucorrea, con una differenza sostanziale nel colore e nell’odore della perdita. Nel caso della leucorrea, infatti, si hanno delle perdite bianche, mentre la leucoxantorrea indica che le secrezioni sono di colore giallastro, hanno un aspetto purulento e sono accompagnato da un odore sgradevole.
Una condizione, quindi, che oltre a destare attenzione e preoccupazione per la particolarità del fenomeno, risulta essere spiacevole e che espone a diverse criticità dal punto di vista sociale e relazionale. La particolarità del colore della leucoxantorrea è data dalla presenza nelle secrezioni vaginali di linfociti neutrofili (tipologie di globuli bianchi presenti nel sangue circolante).
Come tutte le perdite vaginali di colore giallo anche la leucoxantorrea non va sottovalutata, essendo una condizione che segnala, il più delle volte, la presenza di un’infezione.
La leucoxantorrea è una condizione la cui causa è prevalentemente infiammatoria, ma può essere provocata anche da un’infezione o da una neoplasia dell’utero. A questo proposito è bene sottolineare la differenza tra infiammazione o infezione:
La leucoxantorrea, quindi, è un campanello d’allarme da monitorare, potendo rivelarsi anche come sintomo di un’infezione a trasmissione sessuale.
Quanto appena detto si rivela ancora più importante e urgente durante la gravidanza. Se la leucorrea gravidica non rappresenta un motivo di preoccupazione, essendo determinata dall’attività ormonale tipica della gestazione, nel caso della leucoxantorrea in gravidanza, invece, ci sono sempre da considerare tutti i rischi legati a un’infiammazione o un’infezione del tratto vaginale della donna.
Nel caso specifico delle infezioni vaginali di tipo batterico queste sono responsabili dell’aumento del rischio di amnioressi (rottura delle membrane) prematura o di travaglio pretermine, condizioni che è assolutamente preferibile evitare per il benessere del feto tanto quanto quello della donna.
Le secrezioni vaginali sono considerate anomale nel caso in cui, tra gli altri fattori, sono di colore giallastro, purulente e maleodoranti; tutti elementi presenti nella leucoxantorrea. Questa può poi essere accompagnata anche da altri fastidi, come prurito, bruciore e dolori durante i rapporti sessuali. In tutti i casi è fondamentale rivolgersi, entro 24 ore dalla prima manifestazione, a un ginecologo.
Il medico effettuerà innanzitutto un’anamnesi medica, quindi un esame obiettivo con lo scopo di riconoscere gli elementi necessari per comprendere quali esami far eseguire o quale terapia prescrivere. Un quadro diagnostico completo richiede l’esecuzione di tamponi vaginali (o cervicali) allo scopo di individuare l’agente patogeno responsabile della leucoxantorrea e individuare la terapia migliore.
Il consulto di un medico è sempre necessario e il riconoscimento di una leucoxantorrea è utile proprio a non sottovalutare il fenomeno, ma a gestirlo prontamente nelle sedi opportune. È sempre da evitare di assumere spontaneamente farmaci di qualsiasi tipo, sia perché potrebbero rivelarsi inutili per la condizione sottostante che ha provocato la leucoxantorrea, sia perché potrebbe causare conseguenze ben più gravi.
Tale atteggiamento vale per tutte le donne, non solo quelle in gravidanza, ed è sempre da accompagnare da una costante e profonda igiene intima, utile per evitare che l’infezione possa trovare il terreno fertile per diffondersi o aggravarsi.
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