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La casa maternità è un luogo alternativo all'ospedale, che offre assistenza alla gravidanza fino al parto e nel puerperio. Come funzionano le case maternità; i servizi offerti e il personale sanitario; quali sono i costi in Italia.
Le case maternità sono strutture attrezzate dove è possibile portare avanti la gravidanza, partorire, e nei mesi successivi essere assistite insieme al proprio bambino. Vediamo meglio come funzionano e quali servizi offrono.
La casa maternità è una struttura extraospedaliera e non medicalizzata, che ha tutte le caratteristiche di una casa; offre un ambiente accogliente, intimo e familiare per l’assistenza alla gravidanza e al parto.
Le prime strutture nascono negli anni Settanta a New York, negli Stati Uniti, e si diffondono successivamente in Europa (Germania e in Svizzera in particolare).
L’idea alla base della casa maternità è quella di normalizzare il parto e considerarlo un evento del tutto fisiologico, quale è, che non necessita quindi necessariamente (se non in condizioni di emergenza) di un ospedale e un ricovero. In continuità con questa filosofia, non ci sono medici ma ostetriche.
La donna incinta che decide di rivolgersi a una casa maternità verrà supportata da un’equipe di professionisti (soprattutto ostetriche ed educatrici) in un ambiente intimo e familiare, vero e proprio luogo sociale, fino al travaglio e al parto, che pure avvengono qui; non solo, la neo mamma verrà seguita anche nei primi mesi di vita del bambino.
Una donna che desideri vivere quest’esperienza può rivolgersi a una delle case maternità presenti sul territorio non appena scopre di essere in dolce attesa. È consigliabile prendere contatti entro la ventesima settimana per permettere agli operatori di seguire la donna per gran parte della gravidanza.
I principi che accomunano le case maternità presenti sul nostro territorio sono gli stessi e si traducono in una serie servizi:
Se durante il parto dovessero insorgere complicazioni, si effettua sempre il trasferimento in ospedale, che si trova vicino alla casa maternità.
Come abbiamo accennato, queste strutture si propongono di garantire continuità assistenziale non solo nella gravidanza e nel parto, ma anche nella fase del puerperio, un momento particolarmente delicato per ogni donna, che dopo il parto potrà contare sul supporto di persone competenti e di fiducia; e che non si ritroverà sola e disorientata come purtroppo spessissimo accade dopo essere stata dimessa dall’ospedale.
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La casa maternità prevede norme di sicurezza e standard igienici e sanitari assimilabili a quelli di un’abitazione.
Deve essere composta almeno da un locale parto, uno per le visite ostetriche, uno per corsi pre-parto, una zona cucina, due servizi igienici, un altro locale da utilizzare come guardaroba, lavanderia o ripostiglio, un’area ufficio, un ingresso o sala d’attesa; deve inoltre prevedere gli spazi necessari per accogliere il nucleo familiare.
È generalmente prevista la reperibilità di due ostetriche per un mese in prossimità del parto. Oltre all’assistenza al travaglio e al parto, le strutture offrono il puerperio a domicilio per un totale di cinque o sei visite per il primo mese e mezzo di vita del neonato.
Pur rappresentando una realtà innovativa e dalle grandi potenzialità, in Italia oggi ci sono solo 11 case maternità riconosciute dall’Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità, tutte private:
Le donne che partoriscono in queste strutture rappresentano un numero davvero molto basso. Sono infatti circa 120 all’anno, pochissime rispetto alle nascite totali annue, circa 440mila.
La situazione fotografata non è esclusiva dell’Italia: le percentuali dei parti extraospedalieri sono più basse dell’1% nella maggior parte dei Paesi europei; negli Stati Uniti sono l’1,5%; in Galles, Scozia, Inghilterra, Islanda e Svizzera tra l’1 e il 3%.
L’Olanda rappresenta l’unica vera significativa eccezione. Qui nascono rispettivamente in casa e in casa maternità il 16% e l’11% dei bambini.
A oggi le case maternità sono tutte strutture private e il loro costo si aggira attorno ai 2.000-3.000 euro. Alcune regioni prevedono detrazioni; parliamo di Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Trentino Alto Adige, che rimborsano parte della quota.
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